
RDCONGO – A 10 anni dal Rapporto Mapping
Violenze, stupri di massa, crimini contro l’umanità, violazione dei diritti umani…
I Martedì dell’Africa – martedì 16 marzo ore 18-19,30
Streaming su ZOOM link di accesso:
https://us02web.zoom.us/j/85776445446?pwd=WURaTlZVNkdmUnI1Q2dqZXpBcUJ4UT09
Diretta Facebook su: https://www.facebook.com/Time4Africa/
I riflettori non si devono spegnere! Non possiamo permettere che ritorni il silenzio sulla crisi nella Regione dei Grandi Laghi dove si è consumato il barbaro assassinio di Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci, Mustapha Milambo e del procuratore Mwilana Asani William. In Africa, si sa, i morti contano poco, soprattutto in un paese dilaniato da alcuni dei conflitti più sanguinosi della storia moderna come la Repubblica Democratica del Congo che, dopo circa un decennio dalla presentazione del Rapporto Mapping, pubblicato il 1 ottobre 2010, resta in balia di un ciclo di impunità. A distanza di anni dagli efferati crimini sopravvenuti durante le due Guerre del Congo, non è ancora stato istituito un Tribunale penale internazionale per l’imputazione dei responsabili. Il rapporto, offre un quadro complessivo dei crimini più gravi commessi nella RDC tra il 1993 e il 2003. 550 pagine che descrivono violenze, sopraffazioni, stupri di massa, sfruttamento dei bambini, rapimenti, omicidi. Nonostante questa documentazione circostanziata i responsabili – di cui si conoscono i nomi – sono ancora liberi di continuare e perpetrare soprusi contro la popolazione costretta, dalla prosecuzione delle violenze, a ricercare rifugio altrove. Circa 5 milioni di persone, negli ultimi 2 anni, hanno cercato rifugio altrove.
È giunto il momento di “ripensare” non solo la cooperazione, ma anche il modello di sviluppo mondiale. Perché Paesi come lo Zimbabwe, il Niger, il Mozambico, il Congo, che sono ricchi di minerali importantissimi, vivono in condizione di miseria estrema? Perché tanti conflitti di cui nessuno parla? Perché la ricchezza di questi Paesi deve arricchire solo pochi? È forse meglio lasciare libera l’Africa dagli aiuti, dandole semplicemente la libertà di decidere cosa fare delle sue risorse… Se i congolesi fossero liberi di dire che il coltan, fondamentale per i nostri smartphone, lo vendono loro e al prezzo che dicono loro, quali sarebbero le conseguenze inimmaginabili per tutti noi? Quindi è solo ipocrisia dire “aiutiamoli a casa loro” se continuiamo ad appropriarci dei loro giacimenti e a sfruttarli in maniera incontrollata e insostenibile.
Vogliamo continuare a chiedere Informazione, Verità e Giustizia!
Per questo vi invitiamo a partecipare alla diretta streaming il 16 Marzo dalle 18 alle 19,30 su piattaforma ZOOM e FACEBOOK e a diffondere l’invito.
Ci accompagneranno nell’approfondimento: Elena Pasquini; Pierre Kabeza, Suzanne Diku, Limba Nyakuru Nall, P. Joseph Mumbere.
L’incontro è promosso da Chiama l’Africa in collaborazione con: Solidarietà e Cooperazione CIPSI, Time for Africa, Nigrizia, AOI, Rete della Pace per il Congo, Tavola della Pace, Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, ForumSad, Club per l’Unesco di Udine.
Per informazioni: coordinatore@chiamafrica.org – info@timeforafrica.it
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