manifestazione

Ogni guerra è follia

26 febbraio 2022
ore 15:30 (Durata: 2 ore)

MANIFESTAZIONE PER LA PACE Chi davvero vuole costruire la pace è, da sempre, per il superamento di ogni apparato militare, nazionale o internazionale, la cui sussistenza costituisce un assurdo spreco di risorse e una minaccia mortale per il Pianeta

Ancora una volta il mondo si trova al limite del baratro: il rischio di una distruzione nucleare è tornato a materializzarsi nella crisi ucraina. Tocca a noi, donne e uomini d’Europa, salvare la pace – e siamo ancora in tempo –, rifiutando il gioco arrogante delle parti sulla carta geografica europea. Ma per arrestare la corsa verso l’abisso è necessario prima di tutto liberarsi del falso mito del carattere difensivo dell’Alleanza Atlantica: la NATO è diventata un’organizzazione armata a servizio degli interessi economici dei suoi membri e, allargandosi sempre più verso Est, sta compromettendo la sicurezza internazionale. Fermo restando il diritto di autodeterminazione di ogni popolo, e quindi anche di quello ucraino, non possiamo dimenticare che l’attuale non belligeranza diretta tra le ‘superpotenze’ si regge su un precario equilibrio geostrategico, basato sull’incremento costante delle spese per gli armamenti, che ogni sensibile spostamento delle aree di influenza va pericolosamente a compromettere. Chi davvero vuole costruire la pace è, da sempre, per il superamento di ogni apparato militare, nazionale o internazionale, la cui sussistenza costituisce un assurdo spreco di risorse e una minaccia mortale per il Pianeta: nel 2020 la somma globale per gli armamenti è arrivata a 2.000 miliardi di dollari!, il 56% dei quali vengono spesi dagli Stati membri della NATO (fonte SIPRI di Stoccolma). I governi europei – compreso quello italiano – hanno concretamente in mano la possibilità di bloccare le macchine da guerra, non accettando alcuna invasione dell’Ucraina, ma neanche il suo ingresso nella NATO, semplicemente facendo appello all’Art. 10 del Patto Atlantico, ogni allargamento del quale deve considerare innanzi tutto la sicurezza degli alleati. Oggi la sola idea di una guerra – e delle autolesionistiche guerre economiche a colpi di reciproche sanzioni – è cinica follia, che colpisce soprattutto gli inermi, i più deboli, di qua e di là di anacronistici confini etnici o geopolitici. Guerra chiama guerra. Perché il cerchio si spezzi, va riaffermata con forza la centralità della Carta delle Nazioni Unite e dell’art. 11 della Costituzione italiana. A VITERBO MANIFESTIAMO CONTRO LA GUERRA

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