La guerra si sconfigge con la pace non con le armi
Manifestazione nella città di Bari da piazza Umberto alla Basilica di San Nicola Di seguito il documento di convocazione approvato nell'assemblea cittadina Comitato per la Pace del 4 marzo u.s. LA GUERRA SI SCONFIGGE CON LA PACE NON CON LE ARMI Siamo giunti al decimo giorno di guerra in Ucraina. L'esercito russo continua con cieca determinazione la sua avanzata. I missili e i colpi di cannone portano ovunque devastazione e morte. Ad essere colpita è soprattutto la popolazione inerme, in alcuni casi assediata con la strategia medievale del tagliare l'acqua, i rifornimenti di viveri e l'energia elettrica. Tra le vittime si contano anche molti bambini. La vita è sospesa. Ai giovani è stato rubato il futuro. Le famiglie sono state smembrate. Sono ormai centinaia di migliaia i profughi che si ammassano ai confini in cerca di salvezza. Si tratta perlopiù di donne e bambini ma non di rado anche di minori non accompagnati. È intollerabile che alcuni di questi profughi non vengano accolti in quanto non ucraini. A tale riguardo chiediamo al Governo italiano di organizzare immediatamente corridoi umanitari che consentano a tutti i profughi, a prescindere dalla nazionalità, di trovare rifugio nel nostro paese. Allo stesso tempo dissentiamo dalla decisione di inviare armi da parte dell'Italia, già oltremodo esposta perché ospita sul suo territorio 120 basi NATO ufficialmente dichiarate e alcune decine di testate nucleari, per la cui proibizione non ha ratificato il relativo trattato ONU. L'invio di armi, oltre ad essere pericoloso di fronte al potenziale scontro nucleare, secondo il diritto internazionale rischia di trasformare l'Italia in un paese co-belligerante ostacolandone la capacità diplomatica. Il popolo ucraino va invece aiutato intensificando l’iniziativa diplomatica, anche e soprattutto attraverso l'Unione europea, autonoma rispetto alla NATO; inasprendo e allargando ulteriormente le sanzioni economiche, anche se contrarie ai nostri immediati interessi; aiutando la popolazione civile ucraina anche con la raccolta e invio di aiuti umanitari (cibo, vestiario, medicinali, ecc.); destinando i fondi stanziati dall’Unione europea per la guerra in Ucraina alla cooperazione internazionale e alle organizzazioni umanitarie. Un'iniziativa di questo genere da parte del Governo non solo troverebbe un ampio consenso tra i cittadini italiani ma permetterebbe alla società civile organizzata, a cominciare dalle chiese e dal movimento per la pace, di svolgere un imprescindibile ruolo in favore del dialogo tra i due popoli e a sostegno delle rispettive voci contrarie alla guerra.
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