Cinema Senza Diritti
Con il documentario “Open Betlehem” di Leila Sansour si apre la quinta rassegna di cinema palestinese “Cinema senza diritti”, quest’anno proposta dall’associazione universitaria di Ca’ Foscari “NUR, universitari contro l’apartheid israeliana” nello spazio CFZ Zattere Venezia, dal 11.03.2019 al 12.04.2019.
Una rassegna di film diretti soprattutto da registi e registe palestinesi , quindi non un cinema sulla Palestina, ma della Palestina: una caratteristica a cui non si è voluto rinunciare in questi cinque anni per rafforzare la dimensione culturale di un popolo e di una terra che lottano per i propri diritti.
La rassegna è legata ad Al Ard Doc Film Festival di Cagliari ma l’interesse maturato a Venezia intorno ai suoi film da parte di un pubblico attento e sensibile ha portato alla collaborazione tra le ideatrici, Pina Fioretti e Maria Grazia Gagliardi , e altre realtà associazionistiche impegnate da sempre sulla questione palestinese come Assopace Palestina di Luisa Morgantini e gli universitari di NUR già molto attivi sul territorio e non solo in ambiente accademico.
L’attenzione intorno alla questione israelo-palestinese nell’ambiente universitario veneziano ha riscontrato ultimamente, oltre a quella di NUR, la partecipazione di altri studenti come i membri del Collettivo Briati. Insieme questi studenti hanno promosso nei mesi scorsi una serie di dibattiti sollecitando un confronto tra le parti sul piano dell’informazione che si è realizzato nella conferenza del 28 novembre 2018 promossa dal CESTUDIR e che ha visto come relatori il palestinese Jamil Hilal , l’israeliano Jeff Halper e il Professore Pietro Basso.
In questo contesto è maturata l’idea di un coinvolgimento degli studenti nell’organizzazione della rassegna che li ha visti attivi in tutte le sue fasi, dalla scelta dei film alla gestione degli spazi e delle date. Il loro interesse va oltre l’aspetto storico-culturale poiché i film in lingua araba con sottotitoli in italiano rappresentano un’occasione di approfondimento linguistico per molti di loro iscritti al DSAAM.
Nelle scorse edizioni ci si è già avvalsi delle competenze di alcuni docenti del Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea, come il Professore Simone Sibilio che sarà presente anche quest’anno per la proiezione di “Naila and the uprising”. La rassegna è diventata un appuntamento atteso sia dal mondo associazionistico cittadino sia da quello studentesco, senza dimenticare che essa rappresenta anche un’occasione di inclusione sociale per gli immigrati arabofoni presenti in città.
L’11 marzo la quinta edizione di “Cinema senza Diritti” si apre a Venezia in contemporanea con la XVI edizione di Al Ard Doc Film Festival di Cagliari, Festival Internazionale di documentari sulla Palestina e il mondo arabo. In questa rassegna ritroveremo registe palestinesi famose accanto a nuove promesse come Leila Sansour che firma “Open Bethlehem”, un documentario toccante e fiero sulla sua famiglia e sulla sua città natale, Bethlehem, soffocata dall’enorme e orribile muro che sta strangolando la vita sociale ed economica della città. Questo film ha dato origine ad una campagna di impegno globale per la città attraverso il Progetto Passaporto per Bethlehem.
Lana Shaheen è la regista di “War of antiquities” un documentario che mette in luce la millenaria storia di Gaza e e i suoi siti archeologici, depredati negli anni anche dalle autorità israeliane quando non distrutte dalle incursioni militari.
Con “Bloody Basil”, il regista Elia Ghorbiah, ci fa riflettere sulle esperienze delle lavoratrici palestinesi negli insediamenti israeliani e le violazioni subite.
Ritroviamo la regista Annemarie Jacir con “Il sale di questo mare” la cui protagonista è Soraya , una giovane di origine palestinese nata negli USA, alla ricerca delle proprie radici nella terra d’origine della propria famiglia dove si scontrerà con la durezza dell’occupazione.
Con il documentario di Mark Kaplan, “Il villaggio sotto la foresta” ci addentreremo nel dibattito collegato alla cancellazione e alla persistenza della memoria seguendo l’esplorazione dei resti del distrutto villaggio palestinese di Lubyia.
Anas Balkrami dirige il suo provocatorio “100 Balfour Road” , un cortometraggio in cui a una famiglia inglese viene richiesto di soccorrere alcuni senza tetto che presto però prenderanno possesso della loro abitazione.
La denuncia dell’uso di armi non convenzionali e di pratiche di repressione sono al centro del documentario “The killer tears” di Khaled Faqih.
Gli ultimi due film della rassegna “Omar” di Hany Abu Assad e “3000 Nights” di Mai Masri trattano della complessa situazione dei prigionieri politici e della detenzione amministrativa.
La rassegna è arricchita dal docufilm di Julia Bacha “Naila and the uprising” che sarà presentato da Luisa Morganini, ex-vicepresidente del Parlamento europeo , il 3 aprile alle 18 presso il Centro Culturale Candiani. Ospiti della serata la protagonista Naila Ayesh e Jamal Zakout.
Naila è un’attivista palestinese che all’inizio dell’Intifadha sceglie di entrare in una rete clandestina per partecipare alla lotta per i diritti del suo popolo e per la parità di genere.
La rassegna ancora una volta si rivela un mezzo importante per raccontare il conflitto e mettere al centro fatti storici, sociali e politici sollecitando ad un maggiore impegno nella ricerca di una risoluzione giusta per tutte le parti.
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