Campagna: Appoggio alla resistenza Iraniana
Campagna conclusa
APPELLO INTERNAZIONALE PER L’IRAN
Noi firmatari siamo fortemente preoccupati per le intenzioni del regime iraniano di colpire le basi dell’opposizione, situate alla frontiera tra Iran e Iraq, sfruttando l’attuale crisi bellica. Il regime iraniano ha radunato 50 divisioni di Pasdaran, armati di missili e di artiglieria pesante, a ridosso dei confini con l’Iraq, e inviato in territorio iracheno numerose unità d’informazione per spiare le basi dell’opposizione iraniana ivi stanziate. I rapporti della resistenza iraniana su tali attività sono assai preoccupanti. Il 10 febbraio scorso il Financial Times ha scritto che cinque mila mercenari del regime iraniano sono entrati in territorio iracheno per affrontare e colpire i Mojahedin e organizzare delle basi in Iraq. Parallelamente a questa offensiva il regime di Tehran ha orchestrato una campagna di false informazioni ai danni dei Mojahedin.
Nonostante le loro dichiarazioni ufficiali di non ingerenza negli affari iracheni, i leaders del regime di Tehran non nascondono che l’attuale crisi bellica è la migliore occasione per annientare la loro principale opposizione. Il regime iraniano dei mullah ambisce inoltre a realizzare un regime fondamentalista in Iraq.
L’ex comandante dei Pasdaran, Mohsen Rezaii, intervistato dall’agenzia stampa iraniana nell’agosto del 2002 dichiarò: “In caso di attacco all’Iraq, se gli americani non attaccheranno anche i Mojahedin dimostreranno di fare discriminazioni nella loro lotta al terrorismo (…) se attaccheranno anche i Mojahedin sarà per noi un segnale positivo”.
Il 1 aprile scorso la France Presse ha riportato una dichiarazione del ministro degli Esteri iraniano che affermava che il regime di Tehran spera che le basi dei Mojahedin vengano colpite.
In risposta alla campagna diffamatoria condotta da Tehran contro i Mojahedin, il leader della resistenza iraniana, Massud Rajavi, ha dichiarato: “Fin dal primo giorno combattiamo contro il regime disumano dei mullah e nessun altro. Non siamo e non saremo in guerra contro nessuno se non contro il regime dei mullah di Tehran che ha fucilato 120 mila prigionieri politici ed usurpato la sovranità popolare degli iraniani”.
A tutt’oggi il regime di Tehran continua la sua spietata repressione, le impiccagioni in pubblico, gli arresti arbitrari, le fustigazioni, le lapidazioni e l’amputazioni degli arti. Sostiene il terrorismo e promuove l’integralismo e mira a dotarsi di armi di distruzione di massa. I Mojahedin e il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana hanno rivelato progetti segreti sulle armi nucleari del regime iraniano, informazioni la cui importanza e correttezza sono state riconosciute dalle autorità occidentali e dall’ONU.
Un portavoce della Casa Bianca confermò che “l’Iran ha ammesso i progetti nucleari dopo che un gruppo di opposizione l’aveva rivelati … se non era per loro nessuno ne avrebbe saputo nulla”.
Moralmente, umanamente e politicamente la Comunità internazionale deve esortare il regime iraniano a non ingerire negli affari iracheni e soprattutto a non aggredire i Mojahedin e chieda ai paesi belligeranti di non compiere azioni di guerra contro l’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano, la principale forza contro l’integralismo nella regione, altrimenti il regime iraniano si sentirà legittimato e istigato ad intervenire in territorio iracheno e a continuare a compiere la repressione in Iran.
Gli Iraniani stanno lottando contro il regime teocratico e dittatoriale per instaurare un governo democratico e laico e meritano dunque il sostegno della Comunità Internazionale.
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