di Rocco Rossitto
Corrono i cavalli di notte sulle strade. La cosa non mi piace proprio: chi è responsabile di questo? Perché non si può fare niente per fermare questa cosa, c’entra la mafia? Da noi non si mangia la carne di cavallo, anche questa tradizione non mi piace, scusa, adoro i cavalli troppo e non mi piace quando qualcuno gli fa male”. Ria è Ceca, della Repubblica Ceca. Di Praga. Studia agraria e a Catania c’è arrivata ai primi di ottobre e ripartirà a luglio. Le piace la notte a Catania: “Il centro la sera, quando c’è tanta gente fuori, a Praga non si vedono molte persone, tutti sono dentro i locali”. Poi continua, “la mia città, Praga, mi sembra più sviluppata per quello che riguarda la protezione dell’ambiente: si separa la spazzatura, non si trova la spazzatura buttata nelle strade, c`è più verde, ci sono molti parchi, ville, piccoli boschi. L’aria è più pulita, c’è una migliore organizzazione del traffico: non c’è tanta confusione, ci sono strade speciali dedicate ai ciclisti, i mezzi pubblici sono tanti e vanno spesso secondo l’orario, durante il giorno ogni 5-10 min, durante la notte ogni 20-40 min. Poi secondo me non ci sono posti pericolosi o brutti per stranieri come a Catania, ad esempio Plebiscito, Monte Po. Non c’è molta criminalità da noi, non ci sono tanti animali abbandonati, il nostro comportamento con gli animali è migliore.
La Mafia? E’ un discorso lungo, prima pensavo la stessa cosa di ora: sapevo di non poter riconoscere i mafiosi a prima vista, sapevo che sembrano gente normale. C’è la mafia anche in Repubblica Ceca, anche in Russia, ma non così organizzata e famosa. Secondo me la cosa brutta che la mafia c’è sempre e non si può fare niente, ha grandi radici in Sicilia. Mi dispiace per voi, ad esempio non vi permette di fare quello che volete, tipo fare nuove aziende, ristoranti senza pagare a loro soldi”.
Ria fa l’Erasmus e come lei centinaia di studenti scelgono Catania. Quest’anno il progetto Erasmus compie vent’anni e il presidente della Comunità Europea Barroso lo definisce un “fenomeno socioculturale ben radicato”. Dal quel lontano 1987 sono 1.370.183 gli studenti che fino all’anno accademico 2004-05 (fonte: commisione europea) si sono mossi per l’Europa. Gli italiani 156.910 gli italiani. La Spagna è il paese più scelto con 25.511 studenti accolti. Ultimo il Lussemburgo.
Solo 16 studenti che hanno scelto il minuscolo stato nel cuore dell’Europa. Ai tedeschi il primato della mobilità: oltre 22.427 studenti hanno deciso di trascorrere un periodo di studio all’estero.Julius, appunto, è tedesco e studia giurisprudenza alla “Johannes Gutenberg Univeritaet Mainz” di Mangoza. “A Catania - dice - sto bene. Ma è molto differente rispetto la mia cultura e città. Il traffico è un casino, certo; la città è molto sporca, ma il tempo qui è migliore.Catania poi è una delle mete preferite dagli studenti spagnoli. Sono la presenza più viva e caciarona, con i “bottellon” e le feste, con la voglia di stare in giro fino a tardi a far baldoria.
Ad esempio, di sabato li trovi spesso alla “scalinata Nievsky” a cantare e a divertirsi. “La città va benissimo – spiega Jorge, di Murcia - la gente è divertente e si può fare un gran casino. Qualche problema all’università, con i professori che non ci considerano molto, come se fossimo un po’ un problema. Un altro problema sono gli affitti, io pago 300 euro una stanza e mi hanno detto gli altri ragazzi che gli italiani non pagano questi prezzi”. Magda è polacca e trova Cracovia, la sua città, “tre volte piu grande di Catania ma meno pericolosa, specialmente per le ragazze. Come Catania la mia città e il centro della vita degli studenti. Mi sto trovando molto bene e conoscendo persone simpatiche e importanti, con cui spero di rimanere amica anche dopo questa esperienza”.
Anche Michele è polacco ma di Varsavia. Con un sorriso a 32 denti racconta di quando, qualche mese fa, è salito sull’Etna e dopo un lungo percorso è arrivato a vedere la lava: “ho fatto pure il video”. Racconta di come vive bene a Catania anche se “in Polonia gli autobus sono puntuali, e non abbiamo bisogno di aspettare un’ora come qui”.