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      SanLibero in pillole

      • E' morto un prete

        27 gennaio 2008 - Riccardo Orioles

        E' morto un prete a Catania, che si chiamava padre Greco. Non è una notizia importante e fuori dal suo quartiere non l'ha saputo nessuno. Eppure, in giovinezza, era stato un uomo importante: uscito dal seminario (il migliore allievo) era “un giovane promettente” ed era rapidamente diventato coadiutore del vescovo. Io di carriere dei preti non me ne intendo ma dev'essere qualcosa del tipo segretario della Fgci, e poi segretario di federazione, comitato centrale, onorevole e infine, se tutto va bene, ministro. Comunque lui dopo un anno si ribellò. Che cazzo - disse a se stesso - io sono un prete. E il prete non sta in ufficio, sta fra la gente.

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        • Uccisa con la lupara offesa con la libertà dei mafiosi

          "Una scappatella! - dissero - sarà fuggita con qualcuno". E non aveva neanche l’innamorato. Davvero singolari, le indagini sull’assassinio di Graziella: depistaggi, silenzi, rimozioni, anche da parte delle forze dell’ordine; e documenti falsi. Esiste un buco nero nelle istituzioni, proprio in una delle provincie più esposte all’offensiva di Cosa Nostra? Da anni in Italia la Magistratura si batte coraggiosamente contro la mafia: ma a Messina?
        • Una ragazza felice: “Il mio ragazzo e la tv”

          Letizia Maniaci, di Tele Jato, è la reporter che l’anno scorso ha vinto il premio Cutuli. Una ragazza normale che però non esita ad arrampicarsi su una motopala in azione per riprendere immagini esclusive da lassù. Il suo sogno era di diventare hostess: ma le cose sono andate diversamente, grazie a una tv coraggiosa e a una famiglia che s’è trasformata in redazione professionale. "E’ stata una fortuna" dice lei. Pare proprio di sì
        • La guerra di Sonia

          Sonia Alfano, figlia di un giornalista assassinato dalla mafia, ha spezzato il gelo del potere in una città della provincia di Messina da sempre caposaldo delle cosche. Ha fatto rimettere in moto le indagini e soprattutto ha convinto i giovani della città a scendere apertamente in piazza contro i mafiosi. Non è un’eroina, non è una protagonista dei media, non è un personaggio famoso. E’ solo una ragazza come tante altre. Una Siciliana

        • Intervista esclusiva alla nonna più temuta da Cosa Nostra

          “Guardare la tv? No, meglio un libro o l’uncinetto...”. E: “Non buttate i volantini per terra”. La rivoluzione in Sicilia ha un modo di fare un po’ demodè. Riusciranno i nostri eroi a liberare i buoni e cacciare i cattivi? Io mi sono fatto un’idea...
        • Catania: agonia e rivolta della città tradita

          In cassa non c’è più un soldo. Spese pazze e soldi al vento. Raddoppiano le bollette, si vendono i palazzi antichi. "Si manciarunu tuttu!" fa la gente nei bar. Aria di Sudamerica, fra i bei palazzi barocchi. E’ l’otto settembre di Catania, col buffo Scapagnino al posto del duce e i gerarchi che si preparano a dire "Io? Non l’ho mai conosciuto!". Se Catania fosse solo questa, sarebbe la fine (ingloriosa) della città di Bellini. Ma restano ancora dei giovani, a credere in questa città
        • "Ci volete alla fame? E noi occupiamo!"

          "Ma la classe operaia esiste ancora?" si chiedono pensosamente politici e intervistatori. Noi non lo sappiamo: fatto sta che - ad esempio - a Catania centinaia di lavoratori, di aziende diverse, stanno occupando da quasi due mesi Provincia e Comune. Giornali e tv non li vedono: ma ci sono. Sono gli ex dipendenti della Conad, della Coem, della Cesame. La città intorno a loro, rincretinita dalla crisi e da Ciancio, tace. Ma loro gridano forte
        • Intervista a Giambattista Scidà: "La cultura, la giustizia e l’informazione" Catania senza

          L’ex presidente del Tribunale minorile è una delle figure più autorevoli del movimento antimafia a Catania. Chiede un Procuratore della Repubblica non catanese. Ecco perché
        • Comune di Catania bolletta Ma chi pagherà per la voragine? Mica i cittadini?

          Dal 2002 ad oggi l’indebitamento con le banche ha superato i settecento milioni di euro. Quasi duemilacinquecento euro a testa, bambini, disoccupati e pensionati compresi. Non se ne parla in giro (l’informazione a Catania è quella che è) ma nel palazzo tutti lo sanno perfettamente, e ne hanno paura. Ci sarà un miracolo? Ci sarà una catastrofe? Pagheranno gli amministratori? Pagherà la signora Maria? Vedremo come andrà a finire. Per intanto, ecco i numeri del dissesto. Meditate, gente, meditate...
        • Tutti al lido degli scecchi

          Il nuovo piano regolatore del porto getta cemento e butta fuori i pescatori. Ci vogliono spostare tutti a sud, dove una volta si lavavano i cavalli...". Almeno cento barche da pesca sono già state demolite: il mestiere, che già prima era difficile, è diventato impossibile, non rende più. Al posto della vecchia Catania marinara e barocca, tonnellate e tonnellate di cemento: e non bastano ancora. "Ai miei tempi, il mare arrivava qui...". Ma chi li ascolta più, i vecchi catanesi di quando questa città respirava?
        • Ora i mostri sono liberi di inquinare

          La Regione vuol cancellare i chimici dal controllo delle emissioni nell’atmosfera? Due dirigenti che avevano parere negativo agli inceneritori di Augusta e Casteltermini-Campofranco, Genchi e Pellerito, sono stati sospesi dall’incarico. Il dirigente del Dipartimento ambientale, Tolomeo, ha revocato il contratto al dottor Genchi, responsabile della Tutela dall’inquinamento atmosferico. Berlusconi regalò a Cuffaro il nulla-osta agli inceneritori. Non erano validi: ma è un business da tremila miliardi in vent’anni
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