Taranto: città laboratorio dell’ambientalismo basato sulla citizen science
La città di Taranto è da tempo al centro di una controversia ambientale senza precedenti. Caratterizzata dalla presenza di un esteso polo industriale, composto principalmente dallo stabilimento siderurgico ILVA e dallo stabilimento ENI per la raffinazione del petrolio, Taranto si trova a fronteggiare gravi problemi legati all'inquinamento e alla salute pubblica.
Il caso ILVA è emblematico di questa situazione. C’è stato un processo per il disastro ambientale con condanne durissime in primo grado (trecento anni di carcere). Recentemente, un'altra inchiesta si è aggiunta, a causa dei picchi di benzene.
In questa dura lotta, cominciata con la denuncia dei cittadini, si è formato un laboratorio di competenze ambientali unico in Italia di cui vorrei parlare qui.
La citizen science
Grazie alla tecnologia e alla disponibilità di dati ambientali, Taranto è diventata una delle città più monitorate d'Italia, e i cittadini hanno accesso a una vasta gamma di informazioni, tra cui i livelli di benzene, resi noti online ora per ora tramite le centraline di monitoraggio.
Ma ciò che rende veramente unica questa emergenza è l'iniziativa costante dei cittadini nel denunciare i problemi e nel comprenderli attraverso la citizen science e la democratizzazione dei dati ambientali attraverso l'uso di software dedicati. Questa democratizzazione dei dati non solo fornisce trasparenza, ma dà anche potere ai cittadini nel monitorare e affrontare le sfide ambientali che affliggono la loro comunità.
La pressione informativa
Questa nuova dinamica ha generato una notevole pressione sui mezzi di informazione affinché mettano in evidenza i picchi di inquinamento e le conseguenze per la salute pubblica. I cittadini di Taranto non si limitano a essere spettatori passivi di questa crisi ambientale; sono diventati attori attivi nel cercare soluzioni e responsabilizzare le autorità.
Tuttavia, nonostante i progressi compiuti nella trasparenza e nell'attivismo ambientale, resta ancora molto lavoro da fare. È fondamentale che le autorità competenti rispondano in modo tempestivo ed efficace alle preoccupazioni sollevate dai cittadini per ridurre l'inquinamento e proteggere la salute pubblica.
Il sito di PeaceLink
Nella lotta per la trasparenza e la giustizia ambientale a Taranto, si sta svolgendo un esperimento di controllo senza precedenti, alimentato dalla tecnologia e dall'attivismo cittadino. Sul sito di PeaceLink, all'indirizzo www.peacelink.it/ariataranto, è disponibile un potente strumento: la "dashboard" del software di business intelligence Omniscope.
Tale software rappresenta una svolta nel modo in cui i cittadini possono accedere e interpretare i dati ambientali. Con Omniscope, non è più necessario perdere tempo a scaricare i dati per impostare complicati fogli di calcolo per fare elaborazioni statistiche e visualizzare grafici. Il software elabora i dati in tempo reale, consentendo di confrontare rapidamente e facilmente le informazioni. Ciò significa che i cittadini possono ottenere risposte immediate a domande come la variazione dell'inquinamento nell'arco del tempo o la comparazione tra diverse aree della città.
La democratizzazione dei dati ambientali
Questo strumento non solo semplifica l'analisi statistica, ma rappresenta anche un vero e proprio esperimento di democratizzazione dei dati ambientali. Mette nelle mani dei cittadini il potere di monitorare l'inquinamento dell'aria in modo autonomo e informato. Inoltre, offre una piattaforma per l'azione e la partecipazione attiva della comunità.
Il software Omniscope è nato originariamente per l'elaborazione di dati economici, come quelli relativi alla borsa e alle finanze bancarie. Il suo ideatore, Antonio Poggi, ha sviluppato questo strumento con l'obiettivo di rendere più efficiente l'analisi e la gestione dei dati finanziari. Ma questo potente strumento nato per l’economia poteva essere applicato anche all’ecologia. Si è così aperta la porta a un'esperienza unica in Italia.
Antonio Poggi ha contattato PeaceLink ed è stato l'inizio di un esperimento senza precedenti di controllo dal basso dei dati ambientali. L'adattamento di Omniscope all'analisi dei dati ambientali ha rappresentato una svolta. I dati ambientali possono essere visualizzati in modo intuitivo e senza commettere errori. I cittadini attivi possono monitorare costantemente l'andamento dell’inquinamento. L’effetto “fiato sul collo” è stato determinante per avviare nuove indagini.
L'empowerment e il controllo dal basso
Questo esperimento di controllo dal basso dei dati ambientali ha dimostrato che è possibile promuovere la trasparenza, la partecipazione e l'azione diretta attraverso la digitalizzazione e la rete. I social hanno fatto da cassa da risonanza ai dati ambientali quando salivano in modo preoccupante. Sensibilizzare i cittadini e responsabilizzare i decisori politici in tempo reale è ciò che si può fare trasformando i dati in notizie e attivando una strategia di data story telling.
Taranto sta emergendo come una città in cui l'ambientalismo poggia su competenze scientifiche attraverso la "citizen science". Questo fenomeno può essere spiegato attraverso diversi fattori chiave:
- Conoscenza e consapevolezza. La popolazione di Taranto è sempre più consapevole grazie alla grande disponibilità di informazione. Ma la cittadinanza attiva è diventata sempre più esigente nel chiedere i dati.
- Digitalizzazione. La disponibilità di software come Omniscope e la presenza di dati ambientali accessibili online hanno reso più semplice per i cittadini monitorare l'inquinamento e comprendere le sue implicazioni sulla salute e sull'ambiente.
- Empowerment dei cittadini. Questa “fame di dati” ha alimentato la partecipazione attiva dei cittadini. La pratica della citizen science ha permesso ai cittadini di Taranto di diventare protagonisti nella raccolta e nell'interpretazione dei dati ambientali. Questo ha dato loro potere e credibilità.
In sintesi, Taranto sta diventando una città in cui l'ambientalismo sta crescendo con nuove competenze scientifiche grazie alla consapevolezza che la tecnologia e i dati sono potere.
L'empowerment dei cittadini e la pratica della citizen science ha permesso alla comunità di continuare a lottare guadagnando credibilità mentre i governi ne perdevano costruendo “scudi penali” per i gestori dell’ILVA e scrivendo decreti per continuare a inquinare.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
Questo articolo è stato pubblicato su www.ecofuturo.eu
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