Taranto un esempio educativo virtuoso e virtuale
Cittadinanza globale a partire da Taranto
A Cortona nel 2008 l’esperienza fondante di un summit sulla cittadinanza attiva e globale
Le attuali riflessioni sull’educazione e sulla cittadinanza globale sono il frutto di un processo innescato da quattro ONG (Cidac, Inizjamed, Intermon Oxfam e Ucodep) di sviluppo europee le quali, nell’ambito di un processo coofinanziato dalla commissione europea, si sono poste l’obiettivo di promuovere il riconoscimento e l’inserimento dei contenuti dell’approccio dell’educazione per la cittadinanza attiva e globale nelle istanze educative ufficiali dei rispettivi Paesi, per rendere possibile l’inizio di processi di trasformazione negli atteggiamenti, nei valori, nelle convinzioni degli studenti e dei vari attori sociali nella scuola.
A partire dalle azioni cui queste quattro organizzazioni hanno dato vita, attraverso vari incontri e seminari svoltisi in Spagna, Italia, Portogallo e Malta, gruppi di educatori e educatrici hanno potuto confrontarsi, scambiarsi esperienze e riflettere sul ruolo dell’educazione alla pace rispetto alle sfide che ci impone il nostro tempo, le sfide del Terzo millennio. Durante questo percorso si è interiormente rafforzata la convinzione che i cambiamenti necessari nella scuola potranno vedere la luce solo se sorgeranno dalla base: dagli insegnanti, anche se tutti gli attori coinvolti devono assumere il proprio compito. Sono innanzitutto i docenti quelli che possono dare impulso ai processi di trasformazione, dalla ricerca, all’innovazione, ai cambiamenti politici, assumendo il ruolo di intellettuali-trasformatori e attori etici e sociali, diretti a conseguire un modello di cittadinanza responsabile rispetto all’umanità e al sistema planetario.
Sulla base di queste prime idee si è cominciato a dare un nome a queste aspirazioni: ciò che è richiesto è di lavorare in rete, la rete di educatori e educatrici per una cittadinanza globale. Queste riflessioni sono il frutto di tale esperienza che ha portato a ragionare e a far lavorare insieme insegnanti di vari Paesi e diversi gradi scolastici con attivisti e attiviste di organizzazioni non governative impegnati in ambito educativo, oltre che nella cooperazione allo sviluppo. L'intenzione è quella di raccogliere l’esperienza di tessitura di una rete che collega educatori e educatrici che si sono organizzati e si stanno organizzando in diversi paesi per formarsi, formare e contribuire alla trasformazione della società in direzione di equità e giustizia e pace a partire dalla scuola. In particolare è ricordata l'esperienza di un momento fondamentale che educatori e educatrici hanno vissuto nel luglio 2008 a Cortona in provincia di Arezzo: l’esperienza portata dal primo incontro internazionale degli educatori e delle educatrici per una cittadinanza globale.
Quella di Cortona è stata una delle tappe di un processo e di una relazione che si vogliono portare avanti a livelli regionali, nazionali e internazionali.
Possiamo trovare degli spunti teorici come sollecitazioni ai lavori di scambio e confronto di gruppi che hanno fatto seguito e caratterizzato tutto l’incontro. Giornate in cui si è sviluppato il confronto sul discorso pedagogico e didattico alla base delle varie esperienze intorno alle quali si sono strutturati diversi laboratori di scambio in cui si è discusso sulle strategie per lavorare in rete, favorendo lo sviluppo e la diffusione di un’educazione che contribuisca fortemente a creare cittadini globali coscienti, responsabili, attivi e solidali, impegnati nel nostro nuovo millennio e con lo sguardo rivolto a un orizzonte di dignità umana, di giustizia, equità e pace. Si introduce efficacemente il tema centrale con gli spunti di Antonio Nanni con l’esigenza di negoziazione che formi cittadini globali capaci di trasformazione.
Le riflessioni aprono la strada ai contributi teorici di Franco Cambi e di Oscar Jara: il primo sull’importanza di una ‘cultura interculturale’ come chiave formativa di un cittadino capace di vivere responsabilmente allo stesso tempo una cittadinanza locale, nazionale e mondiale; il secondo innanzitutto sull’educazione per il cambiamento sociale, sull’importanza di lavorare in rete per apprendere reciprocamente e per condividere la direzione in cui andare.
Si sintetizzano le varie prese di posizione sull’educazione per una cittadinanza attiva e globale a scuola, partendo dall’esperienza di Cortona che ha arricchito di stimoli, di riflessioni e di motivazioni e propone di continuare a lavorare insieme, confrontandosi e apprendendo reciprocamente, decidendo insieme quali strade intraprendere per promuovere un’educazione trasformatrice, in prima linea nella lotta all’ingiustizia e alla disuguaglianza sociale: in una parola, un’educazione per una cittadinanza globale che ha trovato una sua evoluzione per quanto riguarda la cittadinanza attiva, globale e digitale nella Rete di scuole in Puglia che vede come epicentro propulsore la città di Taranto con l’Istituto Righi.
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