Conflitti

Israele - Rapporto: continua l’espansione degli insediamenti

16 marzo 2005
Di Laila El-Haddad da Gaza
Fonte: AlJazeera

building up more on occupied territories La stampa Israeliana ha riportato che i lavori di costruzione negli insediamenti illegali della West Bank continuano senza sosta anche se il governo Israeliano si è impegnato alla loro evacuazione. Secondo quanto affermato Lunedì scorso dal quotidiano Israeliano Haaretz, nel corso degli ultimi mesi la Amministrazione Civile Israeliana nella West Bank e nella Striscia di Gaza ha aperto 65 nuovi file riguardanti la costruzione di avamposti illegali che sono adiacenti agli insediamenti.

Un portavoce della Amministrazione Civile ha espresso una certa sorpresa nei confronti dei reportage da parte dei media, ma non ha risposto alle chiamate telefoniche che chiedevano un suo commento riguardo a queste informazioni.

Voci di nuovi lavori di costruzione sono filtrate dopo che Domenica scorsa il governo Israeliano ha votato di adottare le raccomandazioni di un rapporto sugli avamposti illegali, che aveva commissionato secondo il mandato della “roadmap” per la pace sostenuta dagli Stati Uniti.

Il rapporto – intitolato Rapporto Sasson – ha scoperto che il governo è stato complice nella loro creazione, sia attraverso il sostegno economico che attraverso l’incoraggiamento dato alla loro crescita in violazione delle proprie leggi e dei mandati internazionali.

Il Rapporto Sasson ha anche notato che non esiste alcuna differenza legale fra gli avamposti costituiti prima e dopo il Marzo 2001.

L’impegno

La decisione che è stata presa afferma che il governo si è impegnato alla evacuazione di 24 avamposti costituiti a partire dal Marzo 2001, ma ha comunque ritardato qualunque azione contro di essi.

Non è stata fissata alcuna data o tabella di marcia per procedere all’evacuazione, e la questione è stata sottoposta all’attenzione di un’altra commissione ministeriale per un ulteriore studio. Inoltre il consiglio dei ministri non ha preso in considerazione gli altri 81 avamposti illegali che sono stati costituiti prima della data limite di Marzo.

“Il governo ha parlato con due voci diverse sulla questione degli avamposti. Il governo deve assumersi la responsabilità per quello che sta succedendo negli avamposti che sono presenti nei territori, e non starsene seduto in disparte a guardare i coloni che fanno quello che vogliono, senza che ci sia nessuno che li fermi” ha detto la magistrata Talia Sasson, commissaria del rapporto, nel riassunto da lei fatto al governo.

Il governo Israeliano ha ripetutamente dichiarato che avrebbe smantellato gli avamposti illegali che sono stati creati dal Marzo 2001, quando Ariel Sharon è stato eletto alla carica di Primo Ministro. Lo smantellamento degli avamposti è richiesto dalla “roadmap” sostenuta dagli Stati Uniti.

Il mezzo per scansare

L’ultima decisione presa dal consiglio dei ministri Israeliano si ritiene che sia il mezzo per schivare ancora una volta la questione, e aggirare il pesante Rapporto Sasson, questo secondo il gruppo pacifista Israeliano Peace Now.

“Hanno detto di aver nominato un comitato che avrebbe controllato come applicare le raccomandazioni del rapporto….non hanno neppure parlato dello smantellamento [degli avamposti],” ha detto Dror Etkes, coordinatore per il gruppo del progetto di monitoraggio degli insediamenti.

“E significativo solamente nel senso che ovviamente questo è un tentativo di seppellire il rapporto”, ha detto ad Aljazeera.net.

“In Israele, nominare una commissione è una delicata maniera diplomatica di dire ‘non siamo interessati a confrontarci con qualcosa’, quindi ficchiamo qualcuno in un ufficio, diamogli un salario, facciamogli scrivere un rapporto fino a quando succede qualcosa e se è troppo pesante per essere implementato, nomineremo un’altra commissione per controllare quanto questo sia valido”.

Un importante progetto

“Questa è la maniera in cui questo paese ha lavorato per più di 50 anni,” ha detto, aggiungendo di non credere che a breve termine i coloni dovranno mettersi a confronto con la questione degli insediamenti.

Secondo Peace Now, che afferma che il suo più importante progetto tuttora in corso è quello che riguarda il monitoraggio e la sua protesta nei confronti degli insediamenti illegali, sono circa 50 gli avamposti illegali che sono stati costituiti dopo il Marzo 2001 – e non 24.

Le scoperte del gruppo sono supportate da un’ampia ricerca sul campo e da dettagliate fotografie aeree.

Dal 1967, ogni singolo governo Israeliano ha investito risorse significative nello stabilire e nella espansione degli insediamenti Ebrei nei territori occupati, sia in termini di area che di popolazione.

Sono all’incirca 400.000 gli Israeliani che vivono negli insediamenti illegali nella West Bank, compresi quelli che si sono stabiliti a Gerusalemme Est.

Secondo il gruppo Israeliano per i diritti umani B’tselem, tutti gli insediamenti, compresi gli avamposti, rappresentano una violazione della quarta Convenzione di Ginevra.

Il gruppo afferma che gli insediamenti furono stabiliti su terra che era stata presa ai Palestinesi, e che hanno condotto alla costituzione di ‘un sistema razzista che opprime sistematicamente i Palestinesi e viola i suoi diritti”.

Note: Tradotto da Melektro per www.peacelink.it
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