Conflitti

Crimini di guerra degli USA in Iraq: Dissenso preconfezionato

Critica al rapporto di Amnesty International dal titolo: Iraq a sangue
freddo: abusi da parte di gruppi armati.
9 agosto 2005
Ghali Hassan ( vive a Perth, Australia occidentale)
Fonte: GlobalResearch.ca

L'attuale guerra degli USA contro l'Iraq non ha aiutato a porre una netta
distinzione tra quelli che sostengono "i diritti umani" e quelli che
agevolano la potenza imperialista, e tra quelli che si oppongono alla guerra
e quelli che sostengono la guerra e l'occupazione dell'Iraq.

Data l'importanza diffusa dei "diritti umani" e della "democrazia" in
Occidente, è importante osservare con occhio critico il gruppo occidentale
per i "diritti umani" più conosciuto .

Nel suo recente rapporto sull'Iraq, Amnesty International (AI), il lume
occidentale dei "diritti umani", rivela che:

"gruppi armati opposti alla forza multinazionale guidata dagli USA e al
governo iracheno stanno mostrando un totale disprezzo delle vite di civili
iracheni e non, seguendo un modello di crimini di guerra e crimini contro
l'umanità".

Se si considera il titolo del rapporto: Iraq a sangue freddo: abusi da parte
di gruppi armati, si nota che AI non usa la stessa terminologia quando
critica la forze statunitensi in Iraq e Israele riguardo i trattamenti
brutali inflitti al popolo palestinese. In effetti, AI non ha pubblicato un
rapporto o un'affermazione simile riguardo alle atrocità, molto più gravi,
della violenza statunitense in Iraq.

Come ha scritto giustamente Francis Boyle, docente di diritto internazionale
presso l'università dell'Illinois e membro di AI " [AI] è motivata
primariamente non dai diritti umani ma dalla pubblicità. Al secondo posto
c'è
il denaro. Al terzo l'avere sempre più membri, al quarto ci sono i conflitti
interni e solo alla fine vengono i diritti umani, nel vero senso della
parola". E ha aggiunto: " AI deve rendere conto ai suoi fondatori
filo-israeliani sionisti di AI negli Stati Uniti, che finanziano le
operazioni di AI a Londra", e non le persone che dovrebbe difendere.

L'uccisione di civili iracheni, le torture inflitte a uomini, donne e
bambini iracheni da parte delle forze anglo-americane non sono importanti
quanto le azioni di questi "gruppi armati": esse possono essere addirittura
accettabili. In altre parole, solo gli Stati Uniti hanno il potere di
uccidere gli altri, solo gli Stati Uniti hanno il diritto di distruggere in
tempo di guerra. Lo scopo di AI è quello di portare l'attenzione della gente
sulla violenza degli occupati e degli oppressi, e di distoglierla dalla
violenza degli occupanti e oppressori.

Bisogna anche considerare il fatto che la guerra in Iraq è stato un atto
illegale di aggressione in palese violazione della Carta delle Nazioni
Unite, della Convenzione di Ginevra e del Diritto internazionale. Come i
media occidentali, anche AI sembra essere complice dell'inganno e della
propaganda delle potenze occidentali.

Dal marzo 2003 le forze guidate dagli Stati Uniti hanno ucciso e ferito un
largo numero di civili iracheni innocenti. Secondo uno studio pubblicato nel
novembre del 2004 sulla stimata e prestigiosa rivista medica britannica ¢
The Lancet¢ , le forze statunitensi avrebbero ucciso più di 100.000 civili
tra marzo del 2003 a ottobre 2004, molti dei quali erano donne e bambini.

Questa stima è considerata "cauta": il numero reale è probabilmente molto
più alto. Lo studio non include i dati su Fallujah dato che l'atrocità era
troppo grave per essere inclusa. A Falluja le forze USA hanno commesso
crimini di guerra e crimini contro l'umanità; in effetti, secondo i dati
utilizzati da ¢ The Lancet¢ , per l'intero periodo dell'occupazione, il
numero delle morti tra i civili era molto più alto.

Ignorato da AI e dai media occidentali, lo studio di ¢ The Lancet¢ rivelò
anche che il 14% dei soldati americani e il 28% dei marines americani
avevano ucciso dei civili: crimini di guerra autorizzati dagli USA. Il 25
luglio del 2005 ¢ Los Angeles Times¢ ha riferito che "le forze statunitensi
hanno ucciso 33 civili armati e ne hanno ferito altri 45 nella capitale
[nella sola Bagdad] tra il 1° maggio e il 12 luglio, in media quasi un morto
ogni due giorni". In una pratica deliberata e criminale chiamata "colpisci a
morte" centinaia di civili iracheni innocenti sono stati uccisi ogni
settimana.

L'organizzazione umanitaria irachena (IHO) a Bagdad ha calcolato che almeno
128.000 iracheni sono stati uccisi a partire dall'invasione americana
iniziata nel marzo del 2003. Il dott. Hatim al-'Alwani, capo della IHO,
disse che il 55% di quelle persone che sono state uccise erano donne e
bambini di età non superiore ai dodici anni. La IHO ha raccolto i dati dai
parenti e famiglie delle vittime e dagli ospedali iracheni sparsi in tutto
l'Iraq.
La cifra di 128.000 include solo quei casi in cui i parenti sono stati
informati dei decessi ed esclude tutti quelli che sono stati rapiti,
assassinati, o semplicemente scomparsi, dalle forze statunitensi e dai loro
alleati. La cifra comprende il numero degli iracheni uccisi dalle forze
statunitensi durante l'attacco a Fallujah e alla città di Qa'im nell'Iraq
occidentale. Ora è di dominio pubblico il fatto che in Occidente le vite non
occidentali non contano nulla.

Durante l'assedio USA a Falluja , è stato impedito l'acceso ad acqua, cibo e
elettricità ai 300.000 abitanti della città, in violazione alla Convenzione
di Ginevra. In aperta violazione al Diritto di Guerra, le forze USA hanno
impedito ai ragazzi di sana costituzione (di età compresa tra i 16 e i 60
anni) di lasciare la città assediata. Le forze di occupazione hanno adottato
poi il bombardamento usato dalla Germania nazista per terrorizzare la città
spagnola di Guernica. Secondo la Croce Rosa, più di 6000 civili sono stati
trucidati a sangue freddo. Ora Fallujah è un'enorme prigione gestita da
soldati americani "dalla pistola facile" e isolati dal mondo esterno. Qui a
Fallujah, dove il lavoro di AI potrebbe fare la differenza se non è
insistente.

AI è un'organizzazione contro la guerra, come molte altre organizzazioni
"umanitarie" occidentali. AI prospera grazie alle guerre e ai conflitti.
Proprio prima la guerra degli USA contro l'Iraq del 1991, AI era la fonte
della storia falsificata e malvagia secondo la quale i soldati iracheni
tiravano fuori i bambini kuwaitiani dalle incubatrici. La storia era una
menzogna che permise al congresso statunitense di autorizzare una guerra
criminale contro l'Iraq. La guerra fu seguita da 13 anni di sanzioni da
genocidio che uccisero circa 2 milioni di iracheni, un terzo dei quali
bambini sotto i 5 anni.

Nelle settimane e nei mesi eminenti alla guerra all'Iraq del 2003, gli Stati
Uniti e la Gran Bretagna stavano preparando le loro ONG e le organizzazioni
"umanitarie" a destreggiarsi con le atrocità, controllare le vittime e
calmare le popolazioni. Nonostante l'illegalità della guerra, AI non si
oppose alla guerra né la condannò. AI avvisò gli USA di il suo "Crimine
internazionale supremo" con "prudenza". Questi crimini di guerra, crimini
contro l'umanità da parte di potenze occidentali non sono considerate come
violazioni di "diritti umani", e non sono di loro pertinenza.

Dato l'interesse di AI sul trattamento dei prigionieri e delle condizioni di
prigionia, ci si aspetterebbe che fosse AI a controllare le prigioni gestite
dagli USA in Iraq e altrove. Decine di migliaia di uomini, donne e bambini
iracheni innocenti sono stati arrestati senza motivo. Sono state vittime di
abusi, torturati e sono stati negati i loro diritti dalle forze di
occupazione, in violazione alla Convenzione di Ginevra che proibisce gli
abusi e le torture a prigionieri. Molti prigionieri e detenuti iracheni sono
stati ammazzati a sangue freddo e vigliaccamente da assassini
anglo-americani.

Fu il veterano reporter investigativo Seymour Hersch de ¢ The New Yorker¢ ,
non AI, a fiutare e mostrare i crimini americani nella prigione di Abu
Ghraib, dove i prigionieri e detenuti iracheni erano oggetto di un
trattamento enormemente sadico, crudele e inumano da parte delle forze
statunitensi. Come l'ONU e la Croce Rossa (CICR), AI ha collaborato con le
forze americane e rimane in silenzio quando si scoprono le torture e le
uccisioni di prigionieri e civili iracheni. Come il ruolo dei media di
parte, anche AI ha il ruolo di normalizzare le atrocità, non di condannarle.

Nel maggio 2005, venne riportato il fatto che ad Abu Ghraib c'erano 3.190
iracheni, 660 in più del numero consentito (2.500 prigionieri). La prigione
americana più grande, Camp Bucca nel sud, ha almeno 5.600 detenuti e ci sono
centinaia di altre prigioni sparse per tutto l'Iraq.

Le forze di occupazione inglesi hanno costruito le proprie prigioni e stanno
compiendo i loro abusi e torture sadiche sui prigionieri iracheni. Una fonte
irachena ha calcolato il numero di prigionieri in più di 60.000 (vedi Dahr
Jamail su BreakForNews.com http://www.breakfornews.com/). Molti prigionieri
sono stati uccisi, e molti altri sono semplicemente scomparsi. AI non ha
avuto problemi nel declamare e condannare i presunti crimini del regime di
Saddam Hussein, ma non fa lo stesso con i crimini commessi dalle forze
americane. AI sembra non avere problemi neanche con gli ultimi ordini delle
forze americane "cerca e distruggi" che bersaglia tutti i civili iracheni e
"non fa prigionieri".

Secondo recenti rapporti dall'Iraq, sembra che le pratiche e i trattamenti
brutali ai prigionieri e civili iracheni siano passati di mano, in quanto
materia appartenente alla "sovranità" irachena, dalle forze di occupazione
al governo fantoccio . Peter Beaumont de ¢ The Observer¢ (3 luglio 2005)
riporta che:

1. " Un network "fantasma" di centri di detenzione segreti attraverso tutta
la nazione, inaccessibile alle organizzazioni per i diritti umani, dove
avvengono le torture;

2. Chiara evidenza di un uso diffuso dei metodi di interrogatori violenti
che includono appendere le persone alle mani, bruciature, percosse, uso di
elettroshock e abusi sessuali;

3. asserisce che sono avvenuti gravi abusi all'interno delle mura del
Ministero dell'Interno del governo iracheno;

4. Apparente cooperazione tra detenzioni agevolate ufficiali e non ufficiali
ed evidenti esecuzioni extragiudiziarie da parte della polizia".

Potete immaginare le reazioni di AI e dell'Occidente in generale se fosse
stato in carica il governo di Saddam Hussein?

In cima a tutti i crimini e a tutte le distruzioni, AI e i "progressisti"
occidentali ( la "Sinistra" e la "Destra") stanno intraprendendo una
campagna di disinformazione per normalizzare la guerra, distogliere
l'attenzione
da ciò che è realmente la resistenza irachena e negare al popolo iracheno il
diritto legittimo di resistere all'occupazione. E lo fanno rinvigorendo la
leggenda secondo la quale:

1. Il popolo iracheno è coinvolto nella resistenza "violenta" contro
l'occupazione
come se l'esercito americano fosse in missione di pace dagli ultimi cento
anni;

2. La resistenza irachena è guidata da "fondamentalisti religiosi".

Tutto ciò è totalmente ingannevole.

L'occupazione è una punizione collettiva per tutti gli iracheni; di
conseguenza la resistenza irachena è un movimento di resistenza eterogeneo
di tutto l'Iraq indipendentemente da affiliazioni religiose o politiche. Ne
vengono fuori una serie di tattiche: dalla resistenza armata alla resistenza
pacifica determinata dalle risorse e dalle opportunità che trova. Un unico
scopo: il ritiro completo delle forze americane dall'Iraq.

La creazione dello spettro di "Al-Zarqawi", arma di distruzione di massa
ambulante, è stata fatta attentamente per confondere il terrorismo con la
resistenza legittima. Lo scopo non è solo quello di delegittimare il
dissenso e di intimidire quelli che sostengono la resistenza irachena, ma
anche quello di distogliere dall'immagine della resistenza irachena stessa.
Nonostante le distorsioni dei media non c'è un'evidenza sostanziale che
sostenga le asserzioni contro la resistenza o l'esistenza di questo spettro.

Tutti gli iracheni, inclusi i capi della resistenza, hanno rifiutato gli
attacchi contro i civili e hanno incolpato le forze americane e i loro
alleati di orchestrare la violenza. In Iraq si è sempre fatta la distinzione
tra i crimini perpetuati dalle forze di occupazione e la legittima
resistenza irachena contro le forze americane e i loro collaboratori.

Quando ci si chiede: " Come si può fare distinzioni tra quelli che sposano
la violenza e quelli che appartengono alla Resistenza Nazionale Irachena?"
Il dott. Mohammad Al-Obaidi, membro del Movimento per la Lotta del Popolo
(PSM) disse: " Con le azioni. E' noto a tutto l'Iraq che ogni operazione
effettuata dalla resistenza colpisce l'occupazione e le forze di sicurezza.

Bisogna tenere a mente che arrivati a questo punto, con l'assenza di una
vera sovranità irachena, le forze di sicurezza sono soltanto un
prolungamento dell'occupazione stessa. Quelle operazioni che fanno
diversamente e colpiscono civili, non appartengono di certo alla Resistenza
Nazionale. Per esempio, in Iraq sono stati uccisi centinaia e centinaia di
docenti universitari, piloti militari, scienziati e medici. Che benefici
potrebbe avere la resistenza attaccando le persone più istruiti e capaci? E'
chiaro a tutti gli iracheni che c'è la mano straniera che porta a commettere
questi crimini e uccide le risorse umane dell'Iraq: un tentativo di rubare
le risorse naturali del Paese".

Ovunque gli iracheni hanno incolpato la presenza delle forze americane per
il deterioramento della sicurezza e la crescita del crimine. Lo scopo era
prevedibile: dopo la distruzione dello stato iracheno, segue la distruzione
della società irachena.

Dopo più di due anni di occupazione americana, la distruzione dell'Iraq e
della società irachena non si è fermata. Non c'è "libertà" in Iraq, non c'è
un governo indipendente: c'è solo l'occupazione americana. La cosiddetta
"sovranità" irachena è una farsa, le elezioni del Gennaio 2005 erano
fasulle, con lo scopo di creare una dittatura coloniale a servizio del
sionismo americano in Medio Oriente e di manipolare le masse ignoranti
occidentali, soprattutto americane, per sostenere le guerre degli Stati
Uniti.

Da un recente rapporto del World Food Programme dell'ONU (UNWFP) emerge che
la maggioranza della popolazione irachena non raggiunge il fabbisogno
quotidiano di calorie necessarie per sopravvivere e per rimanere sani. Le
condizioni di vita degli iracheni sono peggiorate e molti di loro ammettono
apertamente che la vita prima dell'occupazione era migliore e più sicura.
Agli iracheni rimane una sola cosa da fare: resistere ad ogni costo. "Il
diritto internazionale garantisce ai popoli che combattano contro
un'occupazione
illegale il diritto di usare "tutti i mezzi necessari a loro disposizione"
per terminare l'occupazione e gli occupati "hanno il diritto di cercare e
ricevere sostegno" per resistere agli occupanti.

Gli attacchi ai civili da parte delle forze alleate con l'occupazione
prolunga l'occupazione stessa, divide il popolo iracheno e crea divisioni
sociali. La tendenza più preoccupante che viene fuori dalla guerra all'Iraq
è la scomparsa delle "voci dissidenti" ed il fallimento morale degli
intellettuali occidentali.

La posizione dei "progressisti" occidentali in merito all'occupazione è come
minimo imperialista. Come ha scritto giustamente Stephen Gowans: " Da quando
l'occupazione e la resistenza si sono opposte reciprocamente, sono equamente
contro l'una e contro l'altra, è come essere equamente contro un'infezione
batterica e contro gli antibiotici, equamente contro l'impianto idraulico
centrale e contro le fogne aperte sulla strada". Perciò non ha senso opporsi
sia all'occupazione sia alla resistenza irachena. L'occupazione è la causa
delle violenza e del caos, dunque bisogna resistere e rimuoverla. Gli
outsider, dovunque essi siano, non hanno il diritto di impegnarsi a spiegare
agli iracheni come resistere e difendere se stessi e il loro Paese contro la
brutale occupazione imperialista. La recente petizione che ha raccolto un
milione di firme di iracheni che chiedono l'immediato ritiro dall'Iraq delle
forze di occupazione è una prova del "rifiuto degli iracheni per gli
stranieri in Iraq".

Quello che è certo è che senza il dissenso vero ed effettivo le persone
diventano comunque complici delle azioni criminali della potenza
imperialista senza freni. Il clichè di organizzazione, dato ad intendere,
"umanitaria" e "progressisti" occidentali secondo il quale" noi siamo contro
la violenza sia sottoforma di occupazione sia di resistenza" è semplicistica
e contraddittoria. Come si è già detto, l'occupazione è la causa della
violenza. Quelle stesse persone che si oppongono alla tattica usata dalla
resistenza contro le forze di occupazione garantiscono alle forze
imperialiste il diritto esclusivo di usare una violenza bruta contro persone
indifese. La lotta per la libertà di ogni essere umano è una causa
universale. La continua violenza bruta e la distruzione dell'Iraq ottenuta
grazie all'occupazione americana dimostra la vera natura e la complicità di
AI e del "dissenso" occidentale.

E' importante riconoscere che l'invasione e l'occupazione americana
dell'Iraq
può essere paragonata solo all'invasione della Polonia da parte
dell'esercito
del Terzo Reich. La distruzione delle città e paesi iracheni, le uccisioni
di massa di iracheni innocenti e l'arresto e la detenzione di uomini, donne
e bambini iracheni nei campi di prigionia controllati dagli americani sono
reminiscenze della grande ingiustizia e del sistema brutale creato
dall'esercito
hitleriano in Polonia. Opporsi alla resistenza irachena, che è contro
un'occupazione
illegale e criminale del loro stesso Paese, è criminoso.

Ricorda, si suppone che l'Iraq sia il trampolino di lancio per i programmi
imperialisti degli USA per dominare il mondo con la forza. Non sarà la
resistenza irachena contro l'occupazione americana ad essere attaccata d'ora
in poi, ma altre nazioni, la Siria in particolar modo. Non c'è nessun
pretesto di rimanere in Iraq per le forze americane ed è il diritto
legittimo del popolo iracheno costringerli ad andar via dall'Iraq.

Lontani dal portare "liberazione" e "democrazia" al popolo iracheno, la
guerra americana e l'occupazione hanno distrutto l'Iraq e danneggiato
fortemente la società irachena. Il costo della guerra americana in Iraq è
incommensurabile. E' immorale pensare ad altri soluzioni se non quella di un
ritiro immediato e totale delle forze straniere dall'Iraq. E' doveroso
restituire all'Iraq la piena sovranità. Il dissenso vero non ha paura e non
propone scorciatoie.

Note: tradotto da Federica Mei per www.peacelink.it

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