Conflitti

Come John Locke ha ucciso Juan Carlos de Menezes

Ecco il terrorismo liberale!


Qualcosa di simile è accaduto nel caso di Juan Carlos de Menezes: gli agenti di Scotland Yard non sapevano se fosse un “irrazionale” fondamentalista, ma il fatto che Menezes non fosse del tutto bianco o ricco li ha indotti a pensare che potevano sorvolare sui suoi diritti nell’interesse della sicurezza nazionale. Juan Carlos aveva l’onere della prova e non ha avuto il tempo di provare che, benché fosse nero, straniero e povero, non era un “irrazionale” terrorista.
22 agosto 2005
Ezequiel Adamovsky
Fonte: Znet


Il Regno Unito è la culla del liberalismo, uno dei luoghi in cui è nata la civiltà occidentale. I Britannici spesso si vantano del fatto che nel Regno Unito la protezione dei diritti e delle libertà individuali non ha mai avuto bisogno di una Costituzione: tale è la forza della cultura e dei valori liberali nelle Isole Britanniche. Inoltre, diversamente da quella che è la situazione degli USA, la società britannica ha la reputazione di essere del tutto tollerante e multiculturale.

Ma poi Scotland Yard giustizia Juan Carlos de Menezes - un immigrato brasiliano erroneamente preso per un terrorista - sulla base si un precetto poliziesco nuovo di zecca: prima uccidi, poi chiedi. La logica di questo precetto è ineccepibile: se un fondamentalista islamico è pronto a diventare una bomba umana e a uccidere se stesso insieme a migliaia di persone, si può ucciderlo prima che possa innestare la bomba, che porta. Ma, naturalmente, siccome non c’è tempo per arrestare quella persona, per verificare se sia veramente un terrorista - e non un lavoratore brasiliano, che si sta recando al lavoro -, bisogna essere pronti a accettare qualche “danno collaterale”.

Jack Straw l’ha detto molto chiaramente, quando si è scusato con la famiglia Menezes, giustificando il comportamento dei poliziotti coinvolti; la linea di condotta prima-uccidi-poi-chiedi, ha annunciato, può essere applicata nuovamente. Ciò vuol dire che noi tutti dobbiamo accettare il fatto che la polizia ora ha il diritto di uccidere senza alcun motivo o prova (per non parlare di giusto processo).

Si sa, siamo in guerra contro il terrorismo. Senza saperlo, quella mattina Juan Carlos de Menezes aveva perso il diritto alla protezione della sua vita da parte dello stato. Pare che dozzine di leggi, la divisione dei poteri, il sistema tradizionale dell’equilibrio dei poteri, la responsabilità dei funzionari statali e altri dispositivi liberali non siano così utili, quando si deve difendere la vita dei deboli, come quando si deve difendere la proprietà privata. In effetti, Juan Carlos non aveva alcun diritto alla sua vita, ma, ironicamente, pare che la famiglia Menezes abbia mantenuto il diritto all’indennizzo finanziario per il “tragico errore”, come se si trattasse di un incidente automobilistico o di qualche altro danno alla loro “proprietà”.

Si tratta della fine del liberalismo, come ha sostenuto qualche analista? siamo sul punto di abbandonare i valori della società occidentale e di affondare nuovamente nella barbarie, come teme qualche giornalista? Come lo si è visto nella periferia del mondo, nella rapida estinzione del diritto alla vita in Gran Bretagna non c’è nulla di realmente nuovo. Nelle instabili e violente periferie del mondo, che ha creato l’espansione capitalista, i diritti individuali sono più spesso l’eccezione che la regola. Forse, l’unica novità in queste faccende consiste nel fatto che la globalizzazione in realtà attenua alcune (e solo alcune) delle distinzioni fra il centro e le periferie del sistema-mondo capitalistico. Come nella tremenda profezia di Franz Fanon, la violenza dell’espansione capitalista, inizialmente imposta ai “dannati della terra”, alla fine raggiunge l’intero genere umano. Sì, parliamo di terrorismo di stato, ma ora riguarda il centro dell’Impero.

Ciò, di cui siamo testimoni nell’omicidio di Scotland Yard e nelle torture nelle prigioni di Abu Ghraib e di Guantanamo, non è la fine del liberalismo, ma piuttosto la rivelazione del suo lato oscuro. Ai margini della “civiltà” occidentali, le politiche liberiste e il terrorismo liberale si sono sempre mostrate insieme come due fratelli gemelli.

Secoli fa, nella fase di formazione del liberalismo, John Locke sosteneva che gli esseri umani diventano parte di una società civile/politica solo dopo essere stati appropriatamente educati. I bambini, gli idioti e coloro, che non mostrano di essere dotati di “ragione”, in generale non possono dare il loro assenso “razionale” a un’autorità politica. Pertanto, è necessario che siano esclusi dalla vita sociale/politica e che vivano sottoposti a qualche altra autorità (cioè, godono di meno diritti o di nessun diritto). Sorge il problema: chi è a decidere che qualcuno non è abbastanza “razionale”?

Nella mancanza di definizione di questo problema sta il perno ideologico del liberalismo: dove non decide la teoria, governano le convenzioni sociali (liberali). La storia dell’idea di civiltà tradisce questa “seconda vita” ideologica del liberalismo. Nell’ideologia liberale e nella storia della civiltà, la chiave per la collocazione di ciascuna persona lungo la scala inclusione-esclusione consiste precisamente nel suo grado di “civiltà”. Come abbiamo appreso a scuola, il processo di civilizzazione si è propagato dalla città alla campagna, dalle classe superiori a quelle inferiori e dall’Europa occidentale alla periferia. In effetti, il termine “civiltà” si riferisce alle usanze e alle abitudini delle classi superiori - come sosteneva Norbert Elias - a un comportamento “razionale” e politicamente accettabile (“civile”) e, nello stesso tempo, a un alto grado di “progresso” economico e culturale.

Nell’inconfessata logica dell’ideologia, in mancanza di specificazione, si suppone che tutti e tre i significati coincidano. Se tutti e tre gli elementi - abitudini da occidentale/bianco/borghese, razionalità politica e ricchezza - non sono chiaramente presenti in misura appropriata, il nostro posto lungo la scala inclusione-esclusione dipenderanno dal grado dal grado di civiltà che siamo in grado di dimostrare. E il carico della prova è sempre su quelli che non sembrano civilizzati agli occhi di quelli, che invece chiaramente lo sono. L’impossibilità di dimostrare un “minimum antropologico” agli occhi dei civilizzati può concludersi con la totale o parziale esclusione sociale/politica.

Tradotta nella pratica sociale, la “qualifica” di civile, implicita nel pensiero politico liberale, dà il diritto a reclamare il controllo su alcuni o su tutti gli aspetti della vita di quelli, che questa qualifica non hanno “conseguito”, ivi comprese la loro autonomia, la sovranità politica, le modalità di vita economica e la libertà. La guerra in Iraq ne è un bell’esempio: siccome gli Irakeni non erano in grado di vivere secondo le aspettative capitaliste occidentali, sono stati aiutati (e/o bombardati se frapponevano un ostacolo qualsiasi). Prima che la guerra iniziasse, gli onesti lavoratori - in Europa o negli USA - in realtà non sapevano se gli Irakeni fossero abbastanza “razionali” oppure no; ma, siccome il loro paese era “povero e arretrato” e le loro abitudini non erano del tutto da “bianchi”, molti accettarono il presupposto che un certo grado di “aiuto” (forzato) era accettabile. E se qualcuno di loro avesse rifiutato di essere aiutato, bene, questa sarebbe stata un’altra prova di “irrazionalità”. Si cominci a bombardare!

Qualcosa di simile è accaduto nel caso di Juan Carlos de Menezes: gli agenti di Scotland Yard non sapevano se fosse un “irrazionale” fondamentalista, ma il fatto che Menezes non fosse del tutto bianco o ricco li ha indotti a pensare che potevano sorvolare sui suoi diritti nell’interesse della sicurezza nazionale. Juan Carlos aveva l’onere della prova e non ha avuto il tempo di provare che, benché fosse nero, straniero e povero, non era un “irrazionale” terrorista.

Il problema non consiste affatto in un reazionario texano o a un traditore del New Labor al potere: il capitalismo (e la sua ideologia, il liberalismo) ci priva dei nostri diritti, compreso anche il diritto a non essere ucciso dallo stato per nessuna ragione. In tempi di guerra permanente globale, ecco il terrorismo liberale (di stato). Come latino americano c’è una sola cosa che posso dirvi: dovremmo temere il terrorismo di stato più di qualsiasi cosa possa fare un gruppo di attentatori fondamentalisti.

Note: Traduzione di Giancarlo Giovine

http://www.zmag.org/Italy/adamovsky-terrorismoliberale.htm
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