Iraq, Lynndie England condannata a tre anni di carcere
NEW YORK - Lynndie England, la soldatessa fotografata mentre teneva al guinzaglio un prigioniero iracheno nel carcere di Abu Ghraib, è stata condannata a tre anni di carcere da un Corte marziale americana, a Fort Hood, in Texas, ed è stata radiata dall'esercito.
Prima che la giuria militare si riunisse e decidesse la pena in meno di due ore, la donna si era scusata davanti alla Corte Marziale per lo scandalo da lei provocato con alcuni commilitoni, e aveva detto che resta tuttora una cittadina americana piena di amor di patria.
Lynndie, scoppiata a piangere al momento della lettura della sentenza, ha testimoniato nella fase della definizione della sentenza dopo che una giuria militare l'aveva riconosciuta colpevole di maltrattamento su prigionieri e atti osceni. La giovane donna, che ha un bambino di 11 mesi concepito a Abu Ghraib, rischiava fino a dieci anni di carcere.
Quello che l'ha vista imputata in queste ore è stato l'ultimo processo per il gruppo di riservisti accusati degli abusi a Abu Ghraib, ai quali il Pentagono ha addossato tutta la colpa dei maltrattamenti le cui foto nell'aprile 2004 fecero il giro del mondo.
Solo due militari tra cui l'ex caporale Charles Graner, considerato il capo degli aguzzini, sono stati condannati a pene detentive. Graner è il padre del bimbo avuto da Lynndie: rientrato dall'Iraq ha sposato Meghan Anbuhl, un'altra secondina di Abu Ghraib, dietro le sbarre di una prigione: salvo sconti di pena tornerà a essere libero tra dieci anni.
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