Iraq: solidarietà con i volontari del "Christian peacemaker team" rapiti a Baghdad
amici dei "Christian Peacemeaker Teams" e per la fine dell'occupazione
dell'Iraq
Il 28 novembre scorso Tom, James, Norman e Harmeet, volontari
dell'associazione nonviolenta "Christian Peacemaker Team", sono stati rapiti
da un gruppo armato iracheno che ha minacciato di ucciderli se entro l'8
dicembre non verranno rilasciati i prigionieri iracheni.
Da piu' di un anno nei Territori occupati palestinesi i volontari di
Operazione Colomba e dei Christian Peacemeaker Teams accompagnano assieme i
pastori e i contadini di At Tuwani ed i loro bambini per proteggerli dalle
violenze di alcuni coloni estremisti. Il 29 settembre del 2004 durante un
accompagnamento nonviolento dei bambini di Tuba, Chris e Kim, due nostri
amici dei Christian Peacemeaker Teams, sono stati picchiati da coloni
dell'outpost di Havat Maon. Il 9 ottobre del 2004 Adriano di Operazione
Colomba, e Diane dei Christian Peacemeaker Teams, sono stati aggreditti e
picchiati dagli stessi coloni. Il 16 febbraio di quest'anno, accompagnando i
pastori, Johannes, Monica e Piergiorgio di Operazione Colomba e Diana e
Sally dei Christian Peacemeaker Teams sono stati aggrediti dai coloni,
minacciati e picchiati.
Prima di andare in Iraq, Tom e' stato con noi ad At-Tuwani nel gennaio di
quest'anno. Assieme a noi ha scortato i bambini a scuola e i pastori al
lavoro, assieme a noi ha mangiato, scherzato, camminato. James doveva
arrivare in questi giorni per darci una mano.
I quattro sequestrati sono nostri amici, sono nostri fratelli, sono noi
stessi.
Sono noi alle manifestazioni nonviolente contro il Muro in Palestina, sono
noi che accompagniamo i bambini a scuola, sono noi che lavoriamo a fianco di
palestinesi e israeliani per un pace giusta in questa terra. E noi siamo
loro sotto sequestro e minaccia di morte in Iraq, siamo loro nel lavoro di
denuncia delle violazioni dei diritti umani e nella condivisione della
quotidianita' della popolazione irachena oppressa dalla guerra e
dall'occupazione. Siamo loro nel contestare una guerra voluta per tutelare
gli interessi di pochi, decisa contro il parere della maggioranza dei
cittadini, tenuta in piedi da un sistema di bugie e silenzi che scava solchi
fra culture e popoli.
Loro sono noi, noi siamo loro, insieme crediamo nella presenza nonviolenta
delle persone semplici in zona di guerra, crediamo che alla guerra ci sia
sempre un'alternativa, crediamo che come cristiani siamo chiamati a spendere
il nostro tempo e, se necessario, la nostra vita, per aprire strade di
dialogo e abbattere le ingiustizie e le bugie che le tengono in piedi.
Chiediamo a tutti gli esseri umani di buona volonta', a coloro che hanno
sete di giustizia, a coloro che sono contro l'occupazione dell'Iraq, di
mobilitarsi.
Noi, cittadini del mondo e della pace possibile, noi che crediamo nella
condivisione della vita con le persone semplici vittime delle guerre e delle
ingiustizie, chiediamo a tutti i cittadini italiani ed europei di scendere
in strada, manifestare davanti alle ambasciate, vegliare, accendere candele,
rimettere fuori la bandiera della pace, prendere posizione pubblica e
chiedere a qualcuno che conosciamo di farlo, di fare qualsiasi cosa in
nostro potere per la liberazione dei nostri fratelli sequestrati e per la
fine dell'occupazione anche italiana dell'Iraq.
In attesa di sapere dal coordinamento italiano il giorno e l'ora
dell'iniziativa nazionale vi chiediamo di informare delle iniziative locali
Lisa Clark (Beati i Costruttori di Pace), tel. 3483323254, e-mail:
lisa.clark@libero.it
Concludiamo con le parole dei nostri fratelli dei Christian Peacemeaker
Teams: "Siamo molto preoccupati per i nostri amici: sono in Iraq unicamente
per la pace, si oppongono all'occupazione".
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