Cecenia, sparizioni e silenzi
Zainap Gashaeva, presidente del Comitato delle Donne del Caucaso e nota attivista per i diritti umani, si è rivolta con un appello urgente all'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) e alle altre associazioni e persone sensibili sulla questione cecena.
Sabato 17 giugno un suo parente, Timur Gaev di 27 anni, padre di due bambini, è stato rapito a Urus-Martan da forze di sicurezza russe mentre aspettava l'autobus. Gashaeva racconta che l'uomo, accusato di essere "l'emiro della comunità di Grozny", è stato picchiato e torturato, e per paura che morisse subito, è stato portato in ospedale dagli stessi aguzzini, dove ora è piantonato 24 ore su 24. Gashaeva teme che il suo parente venga ucciso.
Sparizioni in aumento
In tutto il paese, nei giorni precedenti e subito dopo l'assassinio del leader ceceno Abdul Chalim Sadulaev, si è registrato un aumento delle cosiddette azioni di "pulizia etnica". L'attivista per i diritti umani Imran Esciev ha denunciato nei giorni scorsi la sparizione di cinque giovani di Serscen Jurt della regione di Shali: si tratta dei fratelli Ilias (23) e Islam (21) Chartsuev, del cugino Abdul Chartsuev (20), di Asciada Dedigov (20) e di Islam Suleimanov (20).
Zainap Gashaeva
Esciev, presidente della associazione di amicizia russo cecena, negli ultimi anni ha già perso sei tra i suoi parenti e compagni di lavoro, tutti assassinati a causa del loro impegno a favore dei diritti umani. In marzo era stato rapito Artur Eschiev, anch’egli attivista per i diritti umani e nipote di Imran1.
"Coca", la colomba
Nel novembre 2005 le è stato conferito a Colonia il premio Lev-Kopelev, dedicato al dissidente russo, poeta e traduttore, emigrato in Germania. L'attivista è stata premiata in particolare per il lavoro di documentazione video e fotografico sugli abusi dei diritti umani perpetrati in Cecenia.
A Strasburgo
Nel frattempo a Strasburgo si prova con tenacia a risvegliare le istituzioni. Said-Emin Ibragimov, che aveva fatto parlare di sé qualche mese fa con un lungo sciopero della fame 2 torna ad elevare la sua voce rivolgendosi al Consiglio d’Europa e in particolare stavolta all’organo esecutivo, il Consiglio dei Ministri con una lettera aperta.
Mercoledì 28 giugno è in programma un meeting di protesta, che partirà dalla piazza dell’Università alle 14.30 per raggiungere poi l’edificio del Consiglio d’Europa. Lo scopo principale della mobilitazione è protestare contro l’inosservanza da parte del Comitato dei Ministri della risoluzione dell'Assemblea Parlamentare del 26 gennaio 2006, della raccomandazione nr. 1733 (2006) e contro l’inazione delle Nazioni Unite riguardo alla questione cecena. Dal 19 maggio la Federazione Russa ha assunto, per 6 mesi, la presidenza del Comitato. Inoltre dal 15 al 17 luglio si terrà a San Pietroburgo la riunione del G8.
In occasione di questi appuntamenti attivisti russi di molte ONG, nonostante il duro colpo portato a queste ultime da una nuova legge federale, esprimeranno la loro forte preoccupazione per l'involuzione autoritaria nel Paese, puntando l'indice contro i governi dell'UE, e soprattutto la Francia, per le mancate critiche a Mosca. La direttrice del centro di informazione e ricerca Demos di Mosca, Tania Lokchina, denuncia: "Non abbiamo più stampa, partiti politici, sistema giudiziario indipendenti".
"Servono posizioni critiche chiare verso Mosca. I valori democratici devono venire prima degli interessi economici", aggiunge Svetlana Gannouchkina, presidente del Comitato assistenza civica.
Di fronte alla disinformazione e al disinteresse dei media e della politica verso la Cecenia, in questi giorni torna l'urgenza dell’azione per attivare tutti i possibili canali affinché le voci politico-istituzionali internazionali si facciano sentire. La speranza è che l’attenzione dall’esterno riesca a salvare la vita di Timur Gaev e quella di molti altri giovani ceceni.
Per informazioni e contatti:
Comitato per la Pace nel Caucaso, cpc_italia@yahoo.it
Associazione per i Popoli Minacciati http://www.gfbv.it/
2. Dopo uno sciopero della fame durato oltre un mese (vedi articolo) Ibragimov, sessantenne presidente dell'associazione Per la pace e i diritti umani ed ex ministro delle comunicazioni nel governo della Repubblica Cecena, aveva sospeso la protesta di fronte agli impegni assunti dal Presidente dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa.
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