Afghanistan, più guerra che in Iraq
Anche questa settimana, facendo il "bollettino delle guerre", ci siamo accorti che il numero delle vittime della “guerra negata” in Afghanistan è stato di molto superiore a quello della “guerra riconosciuta” in Iraq. I 122 morti settimanali del carnaio iracheno sono stati ampiamente "superati" dai 232 morti di quello afgano. Molti dei quali civili: uomini, anziani, donne e bambini, vittime dei bombardamenti dell’aviazione Usa sui villaggi controllati dai talebani.
E proprio un importante dato riguardante i bombardamenti aerei statunitensi, diffuso nei giorni scorsi dal Pentagono, dà la conferma inoppugnabile del fatto che il fronte afgano è diventato ormai più “caldo” di quello iracheno: negli ultimi tre mesi, le forze aeree Usa hanno condotto 160 bombardamenti in Iraq e 340 in Afghanistan.
Un dato che non stupisce, dato che in Afghanistan le forze Usa e quelle della “missione di pace” Isaf-Nato sono impegnate nella più grande offensiva militare dal 2001 (le operazioni “Avanzata di Montagna” nel sud e “Leone di Montagna” nell’est) nel tentativo di riconquistare le province meridionali e orientali, attualmente controllate dai talebani e dai signori della guerra loro alleati.
E’ in questo teatro di guerra, una guerra più violenta e sanguinosa di quella irachena, che il governo italiano vuole inviare a Kabul 600 soldati (comprese forze speciali) e mezzi aerei (caccia bombardieri o forse elicotteri) facendo credere che andranno in missione di pace. In quello che qualcuno ha definito “il gioco dei quattro cantoni” che Roma ha concordato con Washington: fuori dall’Iraq, dentro in Afghanistan.
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