Medaglie d'oro e disonorevoli rovesci di medaglie
“12 novembre 2003. In un attacco alla base Maestrale di Nassiriya, sono morti 19 italiani (12 carabinieri, 5 soldati e due civili). La missione militare era iniziata pochi mesi prima, a giugno. A provocare la strage, due automezzi imbottiti di esplosivo lanciati a tutta velocità contro la palazzina di tre piani che ospitava i carabinieri della Msu (Multinational specialized unit). È un camion a forzare il posto di blocco all' entrata della base, situata nella vecchia sede della Camera di commercio locale: gli occupanti fanno fuoco contro i militari a guardia dell' ingresso, che rispondono al fuoco senza però riuscire a fermare il mezzo. Travolte anche le barriere passive (reti e fili spinati) poste a difesa della struttura. Dietro all' automezzo c' è un' altra auto che finisce la sua corsa esplodendo contro la base. Si è parlato di quattro kamikaze e di 150-300 chili di esplosivo usati nell' azione. L' esplosione sventra gran parte dell' edificio, posto sulle rive del fiume Eufrate e danneggia una seconda palazzina dove ha sede il comando. Nel cortile molti mezzi militari prendono fuoco. In fiamme anche il deposito delle munizioni. “
Più o meno con queste parole tre anni fa le testate di tutto il mondo annunciavano la tremenda notizia. Fu definita la più grande disgrazia per le forze armate italiane dalla fine della seconda guerra mondiale. Furono eroi e, in quanto tali, l’indomani in tanti annunciavano che sarebbero stati onorati di medaglia d’oro al valor militare. A parte le commemorazioni (merita ricordare anche quel briciolo di squallore nell’aver impedito alla vedova Rolla, perché non regolarmente sposata, l’ingresso agli onori con gli altri familiari dei defunti), le bandiere, le lacrime istituzionali, di medaglie d’oro non se ne videro mai , eccezion fatta per quella assegnata ai familiari del signor Fabrizio Quattrocchi. Medaglia d’oro al valor civile per aver dimostrato una grande esempio di amore di patria, ma questa è un’altra storia. Perché l’assenza di queste onorificenze ai nostri caduti?.
Grazie (ancora una volta) a Rainews24 forse riusciamo a risponderci. La testata satellitare, nel merito, ha intervistato l’on. La Russa e l’ex ministro Gasparri. Dall’intervista emerge chiaramente che il motivo per cui la medaglia d'oro non è stata assegnata alle vittime di Nassirya è perché la missione italiana è inquadrata nell'ambito di un “intervento umanitario”. “Se è questo il motivo - ha detto Morris Carrisi, fratello di Alessandro, una delle vittime - allora vuol dire che mio fratello l'hanno ucciso due volte, la prima con l'attentato, la seconda per l'ipocrisia della gente”. Nessuna medaglia al valor civile per intervento umanitario dunque, perché la maggior parte erano militari, militari che però non ne posseggono il “valore”, quel valore che si ottiene solo se si è in guerra e questa non è guerra: è pace? Per i due civili poi non se ne parla proprio. Morendo, non hanno fatto a tempo ad esprimersi con l’ “ecco come muore un italiano” ? Quel tricolore che ha già coperto troppe bare ci pare che assuma la veste di un velo pietoso, piuttosto che di un drappo d’onore…Ma la storia di Nassirya non finisce ancora qui. La Procura Militare sta indagando da tempo su queste vicende al fine di accertare eventuali carenze di sicurezza nella base Maestrale. Sul tavolo del Procuratore Antonino Intelisano ci sono due rapporti: quello del generale dell’Esercito Antonio Quintana, l’altro del generale dei Carabinieri Virgilio Chirieleison. In entrambi è sottolineato l’esemplare comportamento dei militari che hanno risposto al fuoco appena avuta la percezione del pericolo. Ma se nel rapporto dei carabinieri la base risulta adeguatamente protetta, in quello dell'esercito emergono rilievi sulla gestione della sicurezza. Nell’inchiesta di Rainews24 emerge che alcuni tra i militari italiani coinvolti nella strage di Nassirya, sono morti a causa dell’esplosione della riservetta munizioni (locale a prova di bomba, normalmente interrato, che, a seconda della tipologia e della quantità di munizionamento, deve essere posto a debita distanza di sicurezza dai luoghi abitati) situata alla Base Maestrale. Nei corpi di alcuni soldati sono stati trovati proiettili appartenenti ai reparti italiani esplosi in seguito all’attentato terroristico. Seconda le norme di sicurezza il deposito di armi, comprese le riservette, devono essere messi al riparo da qualunque tipo di attacco. Nel documento, realizzato dall'inviato Sigfrido Ranucci, viene mostrato un filmato inedito dove si vede la base attaccata e si odono chiaramente i colpi impazziti provenienti dalla riservetta che esplodono per una decina di minuti. Il legale della famiglia di Alessandro Carrisi, il caporale scelto dell'esercito morto a Nassirya, Francesca Conte, ha dichiarato che il suo assistito è morto proprio a causa dell'esplosione della riservetta e che probabilmente anche altri ragazzi potrebbero essere morti per lo stesso motivo. Al responsabile difesa dell’Osservatorio Militare, Domenico Leggiero abbiamo chiesto alcune informazioni in merito alla sicurezza dei depositi munizioni e in generale di tutti i materiali bellici esplosivi. La risposta è stata lapidaria: “tutti i materiali bellici, ossia i materiali d’appartenenza alle Forze Armate, devono possedere e rispecchiare i criteri di sicurezza previsti dalla Stato Maggiore della Difesa. La realtà degli ultimi tempi ci fa capire che evidentemente non sono rispettati. Nel caso della base Maestrale è chiaro che la scoperta di cadaveri imbottiti di proiettili provenienti dalla riservetta dimostra che questa non era stata collocata alla debita distanza di sicurezza.” “Ma chi controlla i controllori?” -incalziamo- “Non esistono controlli se non all’interno delle Forze Armate. Abbiamo avuto modo di verificare enormi lacune nel campo della sicurezza, ricordiamo ancora una volta il problema legato all’uranio depleto, pensiamo agli elicotteri vetusti che i nostri soldati rifiutarono di usare e che per questo vennero umiliati, tacciati di vigliaccheria, salvo poi aver vinto la causa intentata contro le Forze Armate, pensiamo ai veicoli multiruolo protetti e non. Sappiamo che l’Esercito ha acquistato dei veicoli ultra moderni, come i VTLM dotati di protezione antimina anche sotto lo scafo. I nostri soldati a Nassirya non li possiedono. I soldati di Nassirya non sono tutti morti per l’attentato. Probabilmente, se qualcuno non fosse stato colpito dalle munizioni della riservetta, avrebbe potuto salvarsi…” “Cosa si deve fare perché questo stato di cose abbia fine?” Leggiero “Non cambierà mai nulla fino a che il mondo militare avrà carta bianca nella sua operatività. Occorrerebbe un Governo forte, coraggioso. Un Governo che dicesse basta ad un potere così assoluto che, lo stiamo vedendo, ha potere di vita e di morte sui nostri militari.”
Eravamo fermi alla morte per fuoco nemico, poi abbiamo imparato che si muore anche per fuoco amico ed ora ci tocca essere spettatori di morte per fuoco figlicida. Ma, come dice il fratello di un eroe di Nassirya, questa morte ammazza due volte.
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