Gli antiterroristi Hollywoodiani
www.comedonchisciotte.org - 28 agosto 2006
"Nicole Kidman ha preso una posizione pubblica contro il terrorismo", riporta lo Herald Sun. "L'attrice, a cui si sono unite altre 84 figure di alto profilo tra star di Hollywood, registi, leader delle case di distribuzione e magnati dei media, ha acquistato una decisa inserzione a tutta pagina nel Los Angeles Times di oggi".
Se la prende specificamente con "organizzazioni terroriste" come Hezbollah in Libano e Hamas in Palestina.
"Noi i sottoscritti siamo addolorati e scioccati dalle vittime civili in Israele e Libano causate da azioni terroriste lanciate da organizzazioni terroriste come Hezbollah e Hamas", si legge nell'inserzione.
"Se non riusciamo a fermare il terrorismo in tutto il mondo, il caos regnerà e persone innocenti continueranno a morire.
"Abbiamo bisogno di sostenere società democratiche e fermare il terrorismo a tutti i costi".
In aggiunta alla Kidman, Michael Douglas, Dennis Hopper, Sylvester Stallone, Bruce Willis, Danny De Vito, Don Johnson, James Woods, Kelly Preston, Patricia Heaton e William Hurt hanno firmato la pagina, come lo hanno fatto i registi Ridley Scott, Tony Scott, Michael Mann, Dick Donner e Sam Raimi. "Tra gli altri Big di Hollywood che sostengono l'inserzione ci sono Sumner Redstone, direttore e principale azionista della Paramount Pictures, e il magnate miliardario Haim Saban".
Di certo, non possiamo aspettarci che curati attori, registi e magnati della distribuzione di Hollywood sappiano qualcosa della situazione in Libano o in Palestina, non più di quanto uno Stunitense medio, sintonizzato sulla FOX News e la CNN, sappia qualcosa dei fatti dietro l'invasione israeliana del Libano.
Come sappiamo, cioè se prestiamo attenzione, l'invasione israeliana era stata pianificata oltre un anno fa, come ha riportato il San Francisco Chronicle. "Oltre un anno fa, un alto funzionario dell'esercito israeliano iniziò a fare presentazioni in PowerPoint, su base ufficiosa, a diplomatici, giornalisti e think tank degli Stati Uniti e di altri paesi, stabilendo il piano per l'attuale operazione in sorprendente dettaglio".
Come scrive Seymour Hersh nell'ultimo numero del New Yorker, "[l'] amministrazione Bush... era strettamente coinvolta nella pianificazione degli attacchi di rappresaglia israeliani. Il presidente Bush e il vice presidente Cheney furono convinti, mi hanno detto funzionari della diplomazia e dello spionaggio attuali ed ex, che una vittoriosa campagna di bombardamenti
In altre parole, la brutale invasione di Israele è stata considerata un banco di prova per un futuro attacco contro l'Iran, senza contare che, sostanzialmente, Hezbollah ha sconfitto Israele e, ovviamente, l'Iran resisterà ad un tale campagna shock & awe con un certo successo e creerà grandi problemi all'occupazione statunitense in Iraq.
"Gli Israeliani ci hanno detto che sarebbe stata una guerra economica con molti benefici", ha detto ad Hersh un consulente governativo degli Stati Uniti con stretti legami ad Israele. "Perché opporsi? Saremo in grado di cercare e bombardare missili, tunnel, bunker dall'aria. Sarebbe una dimostrazione per l'Iran".
Non ci si può aspettare che la Kidman, Willis, Douglas, Hopper e gli altri capiscano la vera natura di Hezbollah, una natura diametralmente opposta alla versione del gruppo di resistenza che offrono i media aziendali. Per esempio, possiamo assumere con un ampio grado di precisione che Nicole Kidman non abbia idea che Israele ha ripetutamente attraversato la Linea Blu - ossia, ha violato la sovranità libanese centinaia, se non più di migliaia di volte. Come è ovvio dalla sua firma su questa inserzione, la Kidman non si preoccupa di leggere oltre i titoli dei media aziendali, ammesso che faccia almeno quello. D'altro canto, potrebbe essere un'ardente sostenitrice dei crimini contro l'umanità sionisti.
"A partire dal ritiro delle proprie forze di occupazione dal Libano Meridionale nel maggio 2000, Israele ha violato la 'linea blu' controllata dalle Nazioni Unite su base quasi quotidiana, secondo i rapporti dell'ONU", scrive Anders Strindberg sul Christian Science Monitor. "La dottrina militare di Hizbullah, articolata nei primi anni '90, dichiara che sparerà razzi Katyusha su Israele solo in risposta ad attacchi israeliani sui civili libanesi o alla leadership di Hizbullah; questo infatti è stato il caso".
Nel corso delle sue violazioni, Israele ha terrorizzato la popolazione comune, distrutto proprietà private, e ucciso numerosi civili. Lo scorso febbraio, per esempio, il pastore 15enne Yusuf Rahil è stato ucciso dal fuoco trans-frontaliero non provocato di Israele mentre badava al suo gregge nel Libano meridionale. Israele ha assassinato i suoi nemici nelle strade delle città libanesi e continua ad occupare l'area libanese delle fattorie di Shebaa, mentre si rifiuta di fornire le mappe dei campi di mine che continuano ad uccidere e mutilare civili nel Libano meridionale oltre sei anni dopo la presunta fine della guerra. Quale pace avrebbe mandato in frantumi Hizbullah?
E' incredibile che il Christian Science Monitor, in genere là con il peggio dei media aziendali, abbia pubblicato l'articolo di Strindberg. "Una volta che gli Arabi hanno rifiutato il diritto delle Nazioni Unite a cedere la propria terra e a forzali a pagare il prezzo per i pogrom europei o l'Olocausto, la creazione di Israele nel 1948 è stata resa possibile solo dalla pulizia etnica e dall'annessione", continua. "Questo è un fatto storico ed è stato documentato dagli storici israeliani, come Benny Morris. Ma Israele continua a sostenere che non aveva nulla a che fare con l'esodo palestinese, e di conseguenza non ha il dovere morale di offrire riparazione".
Ma la curata elite di Hollywood, fin troppo occupata ad esternare spazzatura gratuita per lo "entertainment" delle aziende multinazionali, non può essere disturbata con fatti storici. "Il dibattito occidentale non sembra in grado di adeguarsi ad una preoccupazione seria, opposta a quella superficiale, per i diritti e le libertà dei Palestinesi; i Palestinesi sono gli Indiani che rifiutano di vivere in riserve; i Negri che rifiutano di sedersi in fondo al bus", scrive Strindberg.
L'ostacolo fondamentale alla comprensione del conflitto arabo-israeliano è che abbiamo rinunciato a chiedere cosa è giusto e sbagliato, chiedendo invece cosa è "pratico" e "realistico". Ma la realtà è che Israele è uno stato profondamente razzista, l'esistenza del quale si sostiene su una successione apparentemente infinita di misure punitive, assassini e guerre contro le proprie vittime e i loro alleati.
Una comprensione realistica del conflitto, dunque, è una in grado di riconoscere che il punto cruciale non è in questo o in quell'incidente o in questa o quella politica, ma nel rifiuto fondativo e persistente di Israele di riconoscere l'umanità delle proprie vittime palestinesi. Né Hizbullah né Hamas sono guidate da un desiderio di "eliminare gli Ebrei", come è affermato così spesso, ma da un senso fondamentale di ingiustizia che non permetteranno venga dimenticato.
"Se non riusciamo a fermare il terrorismo in tutto il mondo, il caos regnerà e persone innocenti continueranno a morire. Abbiamo bisogno di sostenere società democratiche e fermare il terrorismo a tutti i costi", affermano la Kidman, DeVito, Don Johnson, e 81 altri.
Traduzione: se Israele e gli Stati Uniti non fanno tutto il possibile per smorzare la resistenza al loro diabolico piano di trasformare il Medio Oriente in una piantagione di schiavi e in un'enorme prigione all'aperto, dove milioni di Arabi e Musulmani saranno ridotti ad impoveriti "tagliatori di legna e trasportatori d'acqua", persone innocenti continueranno a morire per mano dell'uranio impoverito, del fosforo bianco, delle cluster bomb, e di altre armi illegali. Ovviamente, Kidman & Co. fanno quadrato sulla pulizia etnica di Israele e sulla pressione neo-conservatrice per uccidere migliaia, se non milioni, di Iraniani e Siriani.
Se questa non è una ragione per non visitare mai più un cinema multisala o noleggiare un DVD, non so quale sia.
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