Il Libano infestato da bombe a grappolo israeliane
Dal termine della guerra tra Israele ed Hezbollah, lo scorso agosto, quasi tre persone sono state ferite o uccise ogni giorno dalle bombe a grappolo che Israele ha lanciato durante gli ultimi giorni dei combattimenti. Le autorità dichiarano, adesso, che ci vorrà più di un anno per ripulire il territorio.
Secondo le stime di funzionari ONU, sarebbero un milione le bomblets (o submunizioni, piccoli ordigni esplosivi contenuti all' interno delle bombe a grappolo, ndt) inesplose disseminate nel territorio del Libano meridionale, superando così di gran lunga il numero dei 650.000 abitanti della regione. Sono rimaste incastrate tra i rami degli olivi, tra le grandi foglie dei banani. Sono sui tetti, mischiate alle macerie e sparse nei campi, nelle fattorie, lungo le strade, i sentieri e nei cortili delle scuole.
Come hanno dichiarato le autorità il 28 settembre scorso, 109 persone sono state gravemente ferite e 18 uccise dalle bombe a grappolo.
Muhammad Hassan Sultan, un dodicenne magrolino dai capelli scuri, è diventato una vittima del dopoguerra, dopo che una scheggia di una bomba a grappolo gli ha trapassato la testa ed il collo. Veniva da Sawane, un villaggio sul fianco di una collina, con vista panoramica sui terrazzamenti di olivi. Muhammad era seduto su muretto mentre guardava un bulldozer che ripuliva il terreno dalle macerie, quando la macchina è andata a sbattere contro un albero.
Una frazione di secondo dopo era ferito mortalmente da una bomblet caduta dai rami. "Ho portato Muhammad all' ospedale con la mia macchina, ma era già morto", ha detto Yousef Ftouni, un abitante del posto.
L' intero villaggio era ricoperto di bombe e, mentre Ftouni raccontava della morte di Muhammad, l' esercito libanese si faceva strada tra i rami di un boschetto di olivi, disinnescando ordigni inesplosi in un lento e doloroso tentativo di bonifica.
Le bombe a grappolo sono legali se usate contro obiettivi militari e, dicono gli esperti, molto efficaci. Nonostante ciò, per l' uso che ne ha fatto, Israele è stato fortemente criticato sia dai funzionari ONU, che da Amnesty International e dall' Human Rights Watch, a causa dell' estrema difficoltà di focalizzare il bersaglio esclusivamente su obiettivi militari. Molte delle critiche verso Israele sono state provocate anche dal fatto che la maggior parte delle bombe a grappolo sarebbero state sparate negli ultimi giorni di guerra, quando il Consiglio di Sicurezza dell' ONU stava negoziando la fine del conflitto.
Le autorità hanno affermato che, se saranno fortunati e se i fondi dei sostenitori internazionali non si esauriranno prima, ci vorranno 15 mesi per ripulire l' area. Al momento 200 militari libanesi e 30 squadre di bonifica, composte di circa una trentina di esperti ciascuna, stanno lavorando alla soluzione del problema delle bomblets rimaste sul terreno.
Il Centro di Coordinamento delle Nazioni Unite per lo Sminamento, ha registrato 745 località nel Libano meridionale, dove sono state localizzate bombe inesplose.
Secondo il Centro, del milione inizialmente stimato, solo 4.500 sarebbero state individuate e fatte esplodere fino ad ora.
"Al momento la nostra priorità è di bonificare le case, le strade principali ed i giardini, in modo che chi è stato costretto ad allontanarsi possa ritornare a casa", ha detto il Col. Mohammad Fahmy, capo dell' Ufficio Nazionale per lo Sminamento "Il prossimo obiettivo è quello di ripulire i terreni agricoli".
In Libano danno due diverse spiegazioni del perchè Israele abbia fatto un uso così spropositato di bombe a grappolo proprio alla fine della guerra: per provocare il maggior numero di danni possibile ad Hezbollah prima del ritiro, oppure per impedire alla gente di ritornare da subito nelle proprie terre.
In passato gli Stati Uniti hanno venduto bombe a grappolo ad Israele e adesso affermano di voler chiarire se l' uso delle bombe fatto da Israele nella guerra con Hezbollah non abbia violato un accordo segreto che regolava tempi e modi del loro impiego.
Gli ultimi giorni di questa guerra (un conflitto iniziato quando Hezbollah ha lanciato dei missili sull' Israele del nord, dal Libano, ed ha inviato dei miliziani oltre il confine per sequestrare dei militari israeliani), sono stati segnati da una fortissima offensiva da parte israeliana. Israele sperava che la sua spinta finale potesse, almeno in parte, servire a forzare la mano al Consiglio di Sicurezza, per ottenere una risoluzione contro Hezbollah, più dura di quella che stava prendendo forma in quei giorni.
Israele ha dichiarato di aver lanciato volantini, prima dei bombardamenti, e di aver consegnato ai libanesi mappe di potenziali aree obiettivo di bombe a grappolo, per essere d' aiuto al processo di sminamento. I funzionari ONU in Libano hanno dichiarato che le mappe sono praticamente inutili.
Il 12 settembre scorso, il quotidiano israeliano Haaretz, ha pubblicato un articolo, nel quale veniva citato un anonimo capo di un' unità missilistica in Libano che si diceva molto critico sull' uso delle bombe a grappolo: "Quello che abbiamo fatto è una cosa assurda e mostruosa. Abbiamo ricoperto di bombe intere città", avrebbe dichiarato il comandante ad Haaretz.
I ripetuti sforzi, da parte delle autorità israeliane, di dare una spiegazione razionale all' uso delle bombe, si sono dimostrati inefficaci. Abbiamo visto i portavoce rispondere con brevi comunicati ufficiali: tutto era stato fatto secondo le regole del diritto internazionale.
In Libano il problema delle bombe inesplose è reso ancor più drammatico dal desiderio di ritornare ai propri villaggi ed alla propria vita, in una regione che è effettivamente disseminata di trappole. La gente vuole cominciare a ricostruire ed a raccogliere i frutti della propria terra. In alcuni casi hanno provato da soli a ripulire il terreno, a volte facendosi pagare una piccola somma. Una pratica che le autorità hanno cercato di scoraggiare in quanto pericolosa.
Ma la gente è disperata davvero.
"Se perdo la stagione del grano e delle olive, non avrò più soldi per l' inverno", dice Rida Noureddine, 54 anni, che coltiva un piccolo appezzamento di terra lungo la strada principale, nel villaggio di Kherbet Salem. All' ingresso della sua casa ha notato un piccolo oggetto nero ed ha pensato si trattasse di una bomba a grappolo.
"Mi sento come se qualcuno mi tenesse le mani legate, o mi stringesse il collo e mi stesse soffocando. Questa terra è la mia anima", ha detto.
Le bomblets, piccole come una batteria a torcia, vengono infilate all' interno delle ogive delle bombe, missili o proiettili d' artiglieria. Quando il congegno esplode, le bomblets vengono sparate come pallettoni su un' area molto ampia, il che rende molto difficile colpire gli obiettivi in modo accurato. Secondo un documento ufficiale del Centro di Coordinamento, la percentuale di errore delle bombe a grappolo sarebbe del 15 %.
Questo significa che il 15% delle bombe costituisce ancora un pericolo. Secondo il documento la percentuale di errore in questa guerra sarebbe stimata intorno al 40%. "Secondo le nostre valutazioni ce ne sarebbero ancora un milione in giro" , ha dichiarato Dalya Farran, ufficiale di collegamento della comunità del Centro di Coordinamento.
La Farran lavora al Centro da quasi tre anni. Fu costituito nel 2000, con lo scopo di occuparsi delle mine e degli ordigni inesplosi rimasti sul terreno dopo l' occupazione israeliana del Libano meridionale ed altre guerre.
Dopo questa guerra, la Farran ha dichiarato che ci sono due tipi di frammenti di bombe a grappolo nel sud del Libano. Il tipo più comune viene chiamato M42, un piccolo congegno le cui dimensioni possono trarre in inganno, simile ad una presa di corrente.
Ha dichiarato anche che gran parte delle bomblets inesplose sono state fabbricate in America e solo alcune in Israele. Ognuno di queste ha una specie di cordina bianca, come la coda di un aquilone. Quando cadono a terra, la cordina comincia a ruotare, svitando il percussore. Quando questo entra in funzione, dalla parte anteriore viene sparata una carica potente e l' ogiva della munizione esplode, schizzando intorno una pioggia mortale di frammenti metallici. Quando non riescono ad esplodere, rimangono conficcate nel terreno e con le loro cordine possono facilmente dare l' impressione di essere dei giocattoli. E' per questo motivo che ad essere colpiti più di frequente sono i bambini.
"E' con questo che devono vivere giorno dopo giorno", dice Simon Lovell, supervisore di una delle squadre di bonifica, mentre osserva cinque bomblets inesplose che spuntano dalla terra soffice e pietrosa della fattoria degli Hussein.
Dall' altro alto della strada, Hussein Muhammad, 48 anni, a casa con la moglie ed i figli, aspetta la squadra di bonifica. I suoi olivi erano carichi di frutti, ma non ha potuto raccoglierli.
"E' come se la terra fosse diventata mia nemica", ha detto. "Adesso è un pericolo per la vita mia e dei miei figli".
Scritto con il contributo di Nada Bakri.
Tradotto da Patrizia Messinese per www.peacelink.it
Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la
fonte (Associazione PeaceLink) e l'autore.
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