L’ultimo discorso pubblico di Anna Politkovskaya – Radio “Svoboda”, 5 ottobre 2006.
Giovedi’ scorso, Anna Politkovskaya ha preso parte, al programma di Elena Rykovzeva “L’ora della Stampa” su “Radio Svoboda”. Il dibattito era nato da un articolo di Julija Latynina, pubblicato su “Kommersant”, in occasione del compleanno di Ramzan Kadirov (che era proprio quel giovedi’ 5 ottobre).
Rykovzeva: “Ecco alcune sue affermazioni [della Latynina – n. “Novaja Gazeta”]: “Ramzan Kadyrov e’ l’unico modo per vincere la guerra partigiana”, “non c’e’ alternativa a Kadyrov”, “buono o cattivo che sia Kadyrov, oramai e’ chiaro che quelli che ha ripulito non sono meglio”.
Mentre lo speaker di Radio Svoboda citava piu’ in dettaglio l’articolo della Latynina, la presentatrice Rykovzeva andava avanti con il programma dicendo: “La Latynina conclude tutto questo passo, così: “E i diritti umani? Ed ecco che sui diritti umani, signori, non ci resta altro che piangere...” Bene, effettivamente, dove li vedete questi diritti umani? Allora, non resta altro che mettersi a piangere non solo per la Cecenia. Di conseguenza, il giudizio principale su Kadyrov consiste quindi nel fatto che era cattivo ed e’ diventato buono, era un distruttore ed e’ diventato un edificatore. Ecco allora, in proposito, sarebbe gradito un commento dei colleghi”.
Elena ha presentato quindi i colleghi: il commentatore della “Moskovskaja Komsomoltsa” Vadim Rechkalov, il giornalista della Nezavisimaja Gazeta Sanobar Shermatova, il commentatore del Vremeni Novostej Ivan Sukhov e Anna Politkovskaya, che era in collegamento telefonico. Vi proponiamo un estratto di questa trasmissione.
Anna Politkovskaya: Che significa “piangere sui diritti umani”? Ma non occorre piangere sui diritti umani. Bisogna semplicemente incontrarsi, non solo con Kadyrov, ma anche con le persone che hanno sofferto per le azioni militari di Kadyrov. Non sto esagerando, ma hanno sofferto veramente, in modi diversi: i loro familiari sono stati uccisi, torturati costretti a scappare. La maggioranza di queste persone erano rispettabilissime. Io ne ho conosciuti molti.
E adesso, sul mio tavolo da lavoro, ci sono due fotografie. Sto conducendo un’inchiesta. Riguarda le torture effettuate nelle prigioni segrete di Kadyrov oggi e in passato. Persone che sono state sequestrate dagli uomini di Kadyrov per un motivo del tutto incomprensibile. Sono sparite semplicemente perche’ organizzavano public relations [...]
Voglio dire che, queste persone rapite, le cui fotografie si trovano sul mio tavolo di lavoro (uno di loro e’ russo e l’altro e’ ceceno) sono state presentate, come se fossero guerriglieri, con i quali gli uomini di Kadyrov avrebbero condotto una battaglia nel villaggio di Aleroj. Questa e’ una storia conosciuta, che è circolata sui nostri teleschermi, alla radio e sulle pagine dei giornali. Mentre Kadyrov rilasciava un’intervista, di fronte alle telecamere dei canali governativi e non, sullo sfondo comparivano i presunti guerriglieri sconfitti; invece, in realta’, tutte quelle persone erano state radunate, sequestrate e uccise.
E.Rykovtseva: Anja, ma non le sembra che, ecco, queste persone, sullo sfondo degli avvenimenti attuali, possano essere ricondotte nella categoria dei “casi eccezionali”? Si’, ci sono casi eccezionali nella condizione dei sequestrati, pero’, a quanti invece ha fatto del bene. Che ricostruzione ha intrapreso. Purtroppo c’e’ una modesta percentuale di vittime. A chi non capita.
Anna Politkovskaya: Una modesta percentuale di vittime?
Е.Rykovtseva: Modesta. E’ stata presentata come modesta.
Anna Politkovskaya: Voglio dire, che nella prima meta’ di quest’anno ci sono stati piu’ rapimenti che nella prima meta’ dell’anno precedente, se il dato puo’ essere in qualche modo rappresentativo. E si tratta soltanto di casi denunciati, persone che non sono stati ritrovate. Vorrei richiamare l’attenzione sul fatto che possiamo parlare di casi eccezionali soltanto perche’ non si tratta dei nostri cari; non e’ mio figlio, mio fratello, mio marito. Le fotografie di cui vi parlo mostrano corpi completamente straziati dalle torture. Non si puo’ ridurre questo ad una piccola percentuale. E’ una percentuale enorme. [...]
I giornalisti, che non conoscono questa regione, dicono che Kadyrov faccia rinascere le tradizioni cecene. Sono tutte fesserie. Lui le distrugge. Non sono certo sostenitrice dell’istituto della vendetta trasversale, ma fatto sta che per lunghi anni tale tradizione aveva mantenuto una certa stabilità nella regione. Ma Ramzan è intervenuto anche in questo campo distruggendola.
E’ armato fino ai denti, circondato da guardie del corpo. Penso che non diventera’ presidente. Ho una profonda convinzione, interiore, e forse intuitiva – non certo razionale e non confermata da Alu Alkhanov [l’attuale presidente n. d. t]. Alu Alkhanov e’ una persona molto debole. Questo è il problema di Alkhanov, e la crescita del draconismo di Kadyrov junior vi è collegata. Il mio sogno personale nel giorno del compleanno di Kadyrov riguarda soltanto un fatto. Parlo di questo in modo assolutamente serio. Sogno che lui sieda sul banco degli imputati. E che l’indagine su tutti i suoi delitti segua la procedura giuridica piu’ severa, con un’elencazione di tutti i reati.
A tal proposito, in ben tre edizioni del nostro giornale – naturalmente, su queste cose gli altri non scrivono – sono state presentate cause penali verso gli uomini di Kadyrov e contro Kadyrov in persona. Io per esempio portero’ un testimone per ciascuna di queste cause. Sono cause relative a rapimenti. In particolare, una causa penale e’ proprio per sequestro – la complicita’ di Kadyrov Ramzan Akhmatovich nel sequestro di due persone. Per questo il mio sogno e’ di questo tipo.
E. Rykovtseva: Grazie Anja.
Traduzione di Antonella Serio per Peacelink
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