Conflitti

Il discorso del Presidente del Libano

Al sessantunesimo summit dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il presidente del Libano, Emile Lahoud, descrive la drammatica situazione in cui si trova il suo Paese
15 novembre 2006
Emile Lahoud (Presidente del Libano)
Tradotto da per PeaceLink
Fonte: http://www.presidency.gov.lb - 21 settembre 2006

Signora Presidente;

Oggi ho l’onore di congratularmi con lei per la sua elezione come prima
donna araba in assoluto a presiedere questo austero ente, nella speranza
che questo preannunci una nuova era di migliore comprensione delle
aspirazioni delle donne e delle cause arabe.

Vorrei inoltre ringraziare Sua Eccellenza il Segretario Generale Kofi Annan
per tutto quello che ha fatto per il Libano e per la causa della pace nella
regione e nel mondo nel suo complesso.

Signora Presidente;
Signore e Signori;

Sono qui davanti a voi a rappresentare un paese terribilmente SEGNATO
(ferito), un paese la cui sofferenza è ben nota a tutti voi, il mio
devastato paese, il Libano.

Dal 12 luglio al 14 agosto, il mio paese è stato sottoposto a una barbara
aggressione e ad una campagna di smembramento selvaggio di rara intensità,
quando centinaia di caccia hanno svuotato il loro carico di bombe pesanti e
PROIBITE, prendendo di mira soprattutto i civili, uccidendo e mutilando
migliaia di persone e distruggendo tutto ciò che rendeva il Libano uno
stato vivo. Ovviamente, quella israeliana è stata una "condanna a morte"
premeditata, che prevedeva la distruzione del mio Paese e di tutto ciò che
rappresentava; un paese benedetto e definito da Sua Santità Papa Giovanni
II "unico messaggio per l'Umanità," in cui persone di sette diverse
potevano coesistere e vivere insieme in pace. Questa aggressione è
diventata ancora più crudele quando si è conquistata la tacita approvazione
di alcune GRANDI POTENZE.

Purtroppo, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sembrava
impotente nei suoi tentativi di fermare il massacro dei Figli del Libano e
di proteggere la pace in Libano e in Medio Oriente. Ci sono voluti più di
un mese e numerosi appelli per un cessate il fuoco immediato perché tutti
gli interessati alla fine imponessero una semplice "cessazione delle
ostilità," che deve ancora diventare un formale e definitivo "cessate il
fuoco".

È chiaro quindi come per noi sia naturale mettere in DUBBIO la
"credibilità delle Nazioni Unite", alla luce di quanto ha riconosciuto lo
stesso Segretario Generale con la sua affermazione che i ritardi
nell'adozione della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza hanno
effettivamente leso questa credibilità. Inoltre non possiamo che avere seri
dubbi sulla capacità di questa organizzazione di salvaguardare la pace nel
mondo, quando le sue risoluzioni sono soggette ai capricci di pochi potenze
mondiali.

Oggi, qui davanti a voi, chiedo:

Quanti bambini ha dovuto uccidere questa macchina di distruzione malvagia
e vendicativa, prima che la comunità mondiale si decidesse a rispondere a
difesa di una "giusta" causa?

Consentiteci di porre QUESTA domanda con il cuore colmo di un profondo
dolore e mentre molti dei nostri cittadini sono ancora sotto le macerie.

Lasciatemi soltanto ribadire che questa ferocia non ha indebolito la
determinazione del nostro popolo, né ha fatto vacillare la sua capacità di
recupero, perché esso si è stretto attorno al proprio esercito e governo e
ha abbracciato la propria resistenza nazionale, i cui uomini hanno
affrontato le forze di occupazione con coraggio epico, impedendo loro di
avanzare e offrendo al Libano un altra vittoria, in nome della giustizia e
della dignità.

Signora Presidente;
Signore e Signori;

Mentre ci troviamo sotto la protezione delle Nazioni Unite per mettere in
guardia il mondo dalle terribili conseguenze che tutti dobbiamo sopportare
quando le fondamenta stesse di questo ente mondiale vengono scosse, non è
il momento di chiedere a Israele, che deve la SUA STESSA ESISTENZA a una
risoluzione delle Nazioni Unite, di attenersi finalmente alle risoluzioni
passate e recenti?

A partire dal 14 agosto di questo anno, il Libano ha di nuovo, e senza
ombra di dubbio, riaffermato il fatto di essere una nazione che rispetta i
suoi impegni mentre applica le risoluzioni internazionali e procede allo
spiegamento di 15.000 soldati dell'esercito libanese sul confine tra Libano
e Israele; mentre Israele continua a violare ogni giorno la Risoluzione
1701 del Consiglio di Sicurezza, con l’imposizione di un assedio umiliante
sul Libano e rifiutandosi di ritirarsi dal territorio libanese nel settore
delle Fattorie di Shebaa, la cui "Liberazione" rimane un diritto e dovere
sacro del Libano. A tutt’oggi, Israele continua a trattare la popolazione
del Libano come OSTAGGI, sequestrando a proprio piacimento molti cittadini,
in flagrante violazione della citata risoluzione.

Infine, Israele si rifiuta di consegnare alle Nazioni Unite le mappe
delle migliaia di mine che ha lasciato dietro di sé sul territorio
libanese, mentre il caso e il destino dei prigionieri del Libano in Israele
rimane molto ambiguo; da nessuna parte viene affrontata con chiarezza la
fine della loro sofferenza.

Oggi, e a difesa della Pace, facciamo appello alla comunità mondiale per
proteggere la Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dall'oblio, un
destino che ha caratterizzato molte risoluzioni precedenti.

Qui e per conto di un paese riconoscente, vorrei solennemente salutare i
“Soldati di Pace” caduti che quindi condivideranno il loro necrologio con
quello dei coraggiosi soldati del nostro esercito e quello dei valorosi
combattenti della resistenza, vittime di armi PROIBITE, provate per la
prima volta da Israele sul nostro suolo e oggetto di un’INCHIESTA
internazionale. Confidiamo nel fatto che questa volta la comunità mondiale
CONSENTIRÀ a questa inchiesta di giungere alla sua conclusione naturale.
Ciò costituirà un chiaro ATTO D'ACCUSA nei confronti di Israele per le sue
ricorrenti violazioni delle convenzioni internazionali e della Carta dei
Diritti Umani.

Speriamo anche che gli Stati Uniti NON pongano il loro “immancabile” VETO,
consentendo la formale accusa delle azioni di Israele, in solidarietà con
le migliaia di civili innocenti che sono stati uccisi e mutilati dalle
bombe “intelligenti”, a grappolo e al fosforo e da quelle con aggiunta di
uranio impoverito.

Signora Presidente;
Signore e Signori;
In base ai principi e trattati delle Nazioni Unite, il Libano detiene il
“diritto di proporre un’azione in giudizio” contro Israele davanti alle
autorità competenti, in modo particolare l'Assemblea autorevole qui
presente o quella del Tribunale Internazionale, e di richiedere gli
adeguati risarcimenti per tutte le catastrofi che ha inflitto al Libano.

Oggi vi chiedo di sostenere il mio paese, perché questo sarà registrato
come una presa di posizione giusta e legittima.

Inoltre vi invito a distinguere tra colui che difende il proprio paese
contro l'aggressione e l'occupazione israeliana, e lotta per liberare i
suoi compatrioti da decenni di prigionia illegale, E quegli elementi che
perpetrano atti di massacro gratuito contro i propri compatrioti e gli
altri in eguale misura. Vorrei ricordarvi che l'esperienza del Libano con
il flagello del terrore va molto indietro nel tempo, e ha minato
profondamente le sue Forze Armate.

Signora Presidente;
Signore e Signori;

L'ultima aggressione del Libano ha lasciato questo piccolo paese segnato,
terribilmente afflitto, con migliaia di persone innocenti uccise o
ferite. Il tributo di distruzione passa attraverso diverse migliaia di
case, centinaia di ponti, porti, aeroporti e fabbriche. Ma il mio
messaggio è il seguente: la VOLONTÀ del nostro popolo di VIVERE e ANDARE
AVANTI si è dimostrata molto più forte della sconfitta e della
disperazione. A tempo di record, il popolo del Libano ha lanciato una
campagna di ricostruzione, che ha avuto ancor più successo grazie a
istantanei e confortanti gesti di buona volontà di molti amici, in patria e
all'estero. È grazie a questo incredibile sostegno e aiuto che il Libano ce
la farà, malgrado tutto, a rinascere ancora splendente, segnando quindi un
altro punto a favore dell'Umanità.

Signora Presidente;
Signore e Signori;

Oggi si parla molto della necessità di raggiungere una pace PERMANENTE e di
vasta portata in Medio Oriente, un cosa su cui il Libano pone l’accento da
decenni. Tuttavia diremo subito che NON è possibile raggiungere una simile
pace in Medio Oriente senza affrontare la causa prima dell'instabilità
nella regione, vale a dire la controversia arabo-israeliana e il suo
problema centrale, la PALESTINA.

Nonostante gli spaventosi eventi in Libano, si è aperta una finestra di
opportunità che dovrebbe essere pienamente sfruttata per ridare vigore
all'iniziativa di pace in Medio Oriente che si fonda sull'iniziativa di
pace araba adottata durante il Vertice della Lega Araba di Beirut del 2002.

L'iniziativa di pace araba rimane la base migliore per raggiungere una pace
giusta, permanente e di vasta portata, perché richiama semplicemente alla
effettiva messa in atto delle risoluzioni delle Nazioni Unite riguardanti
il ritiro di Israele da tutti i territori arabi occupati e il ritorno dei
profughi palestinesi alle loro case.

Solo un simile accordo sarà in grado di fornire al Libano e ai paesi
confinanti la stabilità e la sicurezza cui anelano e darà a Israele un
senso di sicurezza, una cosa che non è riuscito a ottenere con la semplice
forza e aggressione. Questo inoltre dovrebbe porre fine all'emorragia nei
territori palestinesi e promuovere la moderazione là dove la disperazione
ha alimentato l'estremismo e la violenza, soprattutto in Iraq, dove diventa
vitale l’aiuto di tutti noi affinché quella nazione araba torturata
conservi la propria integrità territoriale e l'unità del suo popolo.

Oggi si parla continuamente di un “Nuovo Medio Oriente” come precursore di
un futuro migliore, e questo ci spinge a chiedere:

“Quello che abbiamo visto in Libano e continuiamo a vedere in Palestina e
in Iraq porta DAVVERO a un ambiente di Pace e Tranquillità?”

“Questo tanto proclamato “Nuovo Medio Oriente” è raggiungibile solo
attraverso un conflitto esteso, uno spargimento di sangue inimmaginabile,
la sedizione senza meta e l’oppressione?”

La nostra concezione, Signore e Signori, di un “Nuovo Medio Oriente” è
coerente con le risoluzioni delle Nazioni Unite, e che è in convergenza con
i principi di giustizia e di diritto stabiliti in queste risoluzioni. La
nostra idea di un nuovo Medio Oriente vede un accordo di pace di vasta
portata che diventa realtà garantendo i diritti di tutti, dove i profughi
palestinesi tornano a casa come sancito nella risoluzione ONU 194, e
proprio per questo, NON vengono reinsediati in paesi ospitanti, e dove i
prigionieri ritornano dai loro cari.

Questo è l'unico modo per avere un Medio Oriente stabile; qualsiasi altra
scelta farà sprofondare la nostra regione in ulteriori sollevamenti e
spargimento di sangue.

Signora Presidente;
Signore e Signori;

Se la nostra concezione di pace in Medio Oriente dovesse diventare realtà,
posso assicurarvi che molto probabilmente non ci sarà più bisogno di
conferenze, studi e dibattiti di terrorismo. Se questo dovesse accadere,
assieme a seri tentativi di combattere la povertà e sostenere livelli
accettabili di sviluppo nelle aree necessarie, sicuramente le fonti da cui
il terrorismo trae il suo supporto umano e finanziario si prosciugheranno.

Signora Presidente;

Ho letto di recente una delle sue dichiarazioni in cui sottolinea che una
delle sue principali priorità sarà ridare vigore alle Nazioni Unite.

Desidero lodarla per una simile posizione, perché nessuno apprezza la
necessità di una pace mondiale più del popolo del Medio Oriente, in quanto
riconosciamo che il mantenimento della pace mondiale richiede che le
Nazioni Unite sia IN GRADO di prendere decisioni e abbiano la COMPETENZA
per vederle realizzare.

In questa sede voglio ripetere ciò che avevo già detto da questo stesso
pulpito solo un anno fa; che “i valori fondamentali di un mondo democratico
e giusto ricevono il contributo maggiore con il miglioramento delle
capacità delle Nazioni Unite e dei suoi strumenti e con il rafforzamento
dei valori democratici “interni”. Questa istituzione dovrebbe restare un
santuario di una coscienza mondiale nonché il primo difensore di valori
umani quali libertà, giustizia e pace.”

Forse le riforme effettuate finora, come la costituzione di un Consiglio
dei Diritti Umani e della Commissione per la Costruzione della Pace,
costituiranno gli incentivi necessari per avere delle Nazioni Unite in
grado di salvaguardare il diritto e la giustizia.

Considerando le tendenze attuali negli affari mondiali, propongo
all'Assemblea Generale la creazione di un comitato che porti a porre le
basi di una Carta dei “Diritti delle Nazioni”, che avrà la stessa
importanza della Carta dei Diritti Umani, e che IMPORRÀ agli stati membri,
a TUTTI gli stati, un codice di comportamento basato sui principi della
giustizia e della legalità.

Signora Presidente;
Signore e Signori;

Sono giunto qui da un paese pieno di cicatrici, che si risolleva dalle
macerie e dalle ceneri di un’aggressione, per parlare di Giustizia. La mia
intenzione non è quella di pontificare dalla torretta di un carro armato.

Il Libano rimane una nazione amante della pace e tende la mano a tutti
quelli che condividono la sua visione pacifica, fondata su un accordo
giusto e che come tale estirpa i semi dell'oppressione e della violenza.

Confidiamo nel fatto che le forze del Bene alla fine prevarranno, perché la
loro fiamma arde nel cuore dei giusti, perché i canti di giubilo
indubbiamente prevarranno sui tamburi di guerra e sul sibilo dell'odio e
della violenza.

Grazie.

Note: Link al testo originale in inglese:
http://www.presidency.gov.lb/president/presidspeech/speech21-9-06e/frametop.htm

Tradotto da Gassia Manoukian per www.peacelink.it
Il testo e' liberamente utilizzabile, per scopi non commerciali, citando la fonte (Associazione PeaceLink), l'autore ed il traduttore.

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