Perché l'emittente televisiva Al-Manar trasmette la messa della domenica
12/05/2006 BEIRUT: Un camion carico di bandiere gialle di Hezbollah attraversa il quartiere di Gemayzeh, nel centro di Beirut, di domenica mattina presto. C’è una foto di Hassan Nasrallah sul parabrezza, ma non è il suo nome quello che i ragazzi a bordo del camion ripetono ad alta voce. “Generale, Generale!” gridano questi giovani uomini sciiti. Inneggiano al più grande alleato cristiano, leader di Hezbollah, l’ex Generale Michel Aoun.
E il camion coglie un’importante dinamica che le coperture della stampa internazionale e libanese degli ultimi giorni hanno omesso: quasi un quarto della folla presente alle smisurate manifestazioni antigovernative era cristiano-libanese. Le dimensioni e l’impegno della partecipazione cristiana si sono mostrati distintamente domenica, quando migliaia di cristiani appartenenti al “Movimento Patriottico Libero” di Aoun hanno marciato da Beirut est per unirsi ai loro alleati sciiti nel chiedere le dimissioni del Primo Ministro. “Siamo tutti cristiani e tutti contro il governo”, mi dice Joseph, 45 anni di Beirut est, mentre continua a sfilare con accanto a suo figlio, “Vogliamo un nostro governo libanese, senza nessuna influenza siriana, americana o di qualsiasi altro paese arabo”.
Umm… ma non ci avevano detto che gli Hezbollah non sono che degli onesti rappresentanti siriani? Per quale motivo i cristiani nazionalisti anti-siriani dovrebbero voler entrare in coalizione con loro? “No, non mi preoccupa che Hezbollah lavori per i siriani”, esclama Joseph. “Magari gli Hezbollah apprezzano le parole della Siria contro Israele, in questo senso sostengono la Siria, ma in Libano sono libanesi!” Per Joseph, il fatto che i suoi alleati sciiti non abbiano mai partecipato alle molte guerre civili nel suo paese dimostra l’impegno del partito per il nazionalismo libanese. “Hezbollah non ha mai usato le sue armi in Libano contro i libanesi”, continua, “non come l’altro fronte; si uccidono gli uni con gli altri e guidano milizie”. Proseguendo nella loro marcia, incrociano una troupe televisiva che pensano appartenga alla televisione “Forze Libanesi”, un’emittente appartenente ad un partito cristiano filogovernativo, fermamente schierato contro Hezbollah e la Siria. “State dando un’immagine della popolazione cristiana in Libano totalmente diversa dalla realtà”, grida un ragazzo davanti ad una telecamera, mentre altri si uniscono alla sua protesta, “Piantatela con le vostre bugie!” “Gridiamo contro di loro perché non dicono la verità”, mi spiega Mona, 30 anni, mentre alcuni pubblici ufficiali del partito invitano la folla a proseguire. “Dicono che i musulmani sono i soli a manifestare qui. Dicono che tutti i cristiani appartengono alle Forze Libanesi.
Ma guarda, noi stiamo manifestando e non siamo sciiti!”, continua lei esasperata. Sharden, 28 anni, crede che i media li abbiano ignorati di proposito. “Sappiamo che i media internazionali, soprattutto quelli americani, stanno tentando di far credere che gli sciiti sono gli unici partecipanti alla manifestazione. Non vogliono che i libanesi appaiano uniti contro il governo”, dice. E’ difficile stabilire quanti sono esattamente i cristiani libanesi appartenenti ai partiti schierati con Hezbollah o con il governo. Entrambi sostengono di essere il 70% di tutti i cristiani presenti in Libano e quello che sembra veramente chiaro è che, in questo paese, nessuno conosce veramente la risposta. “Non si tratta della maggioranza dei cristiani”, sottolinea sdegnato Hammad, 26 anni, mentre osserva la manifestazione che scorre. “Forse un tempo stavano con Anoun, ma adesso lui sta con Hezbollah”.
Sostenitore filogovernativo, Hammad parla della coalizione tra il Movimento Patriottico Libero di Michel Aoun e Hezbollah come di un semplice “matrimonio di convenienza”. “L’unico scopo di Aoun è essere presidente e Hezbollah glielo ha promesso, quindi adesso farà di tutto per raggiungerlo”, accusa. “Si venderebbe l’anima al diavolo pur di diventare presidente!” aggiunge un amico di Hammad, Ziad. Per questi sostenitori del governo, “il diavolo” è la Siria. Ed è sicuramente una strana svolta della politica libanese il fatto che Michel Aoun abbia trascorso anni in esilio in Francia, dove ha esercitato pressioni sui siriani affinché si ritirassero dal Libano, per finire con l’entrare in coalizione con gli Hezbollah, sostenuti proprio dai siriani. E’ per questo che molti libanesi considerano questa coalizione falsa. “Penso che sia diventato filosiriano”, dice Hammad. “Credo che al momento stia addirittura lavorando per loro, i siriani intendo”.
L’intensità con cui Hezbollah mette in risalto i suoi alleati cristiani è emersa venerdì, durante la smisurata manifestazione di opposizione, con Aoun nel ruolo di speaker chiave, al posto del leader Hezbollah acclamato dalla folla Hassan Nasrallah. Sono molti quelli che vedono questo tipo di strategie con una vena di cinismo. “Lasciar parlare Aoun significa tentare di dimostrare alla gente che l’opposizione è unita. A Hezbollah in realtà non importa niente di Aoun. Gli serve per ora, lo usa per dichiarazioni del tipo “i cristiani sono con noi”, dice Hassan. Qualunque sia il motivo di questa coalizione tra il gruppo integralista sciita e i loro alleati cristiani, si sta senza dubbio creando un bizzarro mix culturale. Quando la manifestazione raggiunge la cattedrale di St George, nel centro di Beirut, si trova davanti le telecamere della televisione di Hezbollah che sta trasmettendo la messa della domenica dal vivo. “No, di solito non trasmettiamo la messa della domenica su Al-Manar”, mi dice uno dei Padri dentro la cattedrale, “ma si tratta di una semplice messa, nessun argomento politico viene toccato qui dentro”.
Mentre mi faccio strada per uscire dalla chiesa gremita, sulla scalinata incrocio un ragazzo dallo sguardo buffo. Indossa una T-shirt arancione e un polsino del colore rappresentativo del Movimento Patriottico Libero di Aoun, ma ha anche un berretto giallo di Hezbollah e una foto di Hassan Nasrallah appesa al collo. “Si, sono un cristiano, sono venuto ad assistere alla messa”, mi spiega Joseph, 19 anni… e um, perché hai appesa al collo la fotografia dell’uomo che l’Occidente considera un leader terrorista? “Perché mi piace”, dice Joseph, “è un brav’uomo, non come tutti gli altri”. Più tardi, quello stesso pomeriggio, i rappresentanti di tutti gli alleati di Hezbollah salgono sul palco, ma alla folla viene detto che i comizi non inizieranno fin quando non saranno messe via tutte le bandiere dei partiti. Dopo quindici minuti di ritardo, la scena è dominata da una rispettabile quantità di bandiere libanesi e alla televisione di Hezbollah viene permesso di riprendere. Ancora una volta, la richiesta universale è quella delle immediate dimissioni di Siniora, ma ascoltando i discorsi di questi speaker dell’opposizione, è chiaro che esistono dei temi unificanti che riuniscono questa coalizione apparentemente discrepante.
Gli alleati di Hezbollah cristiani e druidi si schierano con orgoglio con l’esercito del partito sciita e si uniscono alle accuse di Hezbollah, secondo cui il governo ha fallito nel sostenerli, in modo adeguato, a luglio, durante la guerra con Israele. “Durante l’invasione di Israele, il governo era schierato su entrambi i fronti, se non contro la resistenza!”, ha gridato il leader dell’opposizione druida, Talal Erslan. “Forse l’esecuzione della resistenza ad Israele è stata eseguita dagli sciiti, ma io Talal Erslan, sono uno di voi!” Eravamo alla fine di una lunga giornata e stava rinfrescando, ma la folla rispondeva con molto entusiasmo alle sue incitazioni. “Siamo pronti a dare la vita per questa resistenza”, ha dichiarato ad una folla in delirio. “E siamo fieri di non essere chiamati gli alleati di Israele, questo governo segue unicamente la regola americano o sionista!” I discorsi volgono al termine e la folla si disperde lentamente, mentre quelli che dormono qui, sprofondano in un’altra notte. “ Hezbollah è la cosa migliore che sia mai capitata al Libano”, mi dice Maurice, un cristiano di 24 anni. “Sono veri libanesi. Anche Israele è nostro nemico e noi siamo con Hezbollah contro Israele”.
Articoli correlati
- Albert, il bollettino quotidiano pacifista
I rischi del "Piano della Vittoria" di Zelensky
Il cancelliere tedesco Scholz si è sostanzialmente opposto a due punti del piano di Zelensky: l'adesione rapida alla Nato e il via libera ai missili a lunga gittata sulla Russia. Il rischio di escalation è elevato e potrebbe trascinare l'Europa in una nuova guerra mondiale.18 ottobre 2024 - Redazione PeaceLink - Albert, il bollettino quotidiano pacifista
PeaceLink scrive ai Caschi Blu dell'ONU in Libano
"Il vostro impegno per la pace, anche di fronte agli attacchi che avete subito, è un esempio di coraggio e dedizione. Siamo con voi". Invece il governo israeliano ha accusato l'UNIFIL di fungere da "scudo" per Hezbollah e ha chiesto il ritiro delle forze di pace dal Libano meridionale.14 ottobre 2024 - Redazione PeaceLink - Albert, il bollettino quotidiano pacifista
Attacco israeliano a UNIFIL anche oggi: feriti 15 caschi blu
I carri armati israeliani hanno sfondato il cancello di una base ONU, violando il diritto internazionale. Oltre cinquemila persone stanno seguendo questa vicenda tramite Albert, il nostro bollettino pacifista. Tanti messaggi di solidarietà e sostegno ai caschi blu continuano ad arrivare a PeaceLink.13 ottobre 2024 - Redazione PeaceLink - Albert, il bollettino quotidiano pacifista
Israele attacca i caschi blu italiani mentre Mattarella chiede deterrenza contro la Russia
A PeaceLink arrivano messaggi di solidarietà e sostegno per i caschi blu italiani, con la richiesta che il Presidente della Repubblica prenda posizione in difesa delle forze dell'ONU attaccate dall'esercito israeliano. Intanto è in preparazione la mobilitazione nazionale pacifista del 26 ottobre.12 ottobre 2024 - Redazione PeaceLink
Sociale.network