Il 21 voto in Serbia, il 26 summit Ue
E’ un susseguirsi di date con all’ordine del giorno il Kosovo. Il 21 gennaio, domenica prossima, si svolgeranno le elezioni politiche in Serbia con al centro il rifiuto dell’indipendenza albanese del Kosovo e l’fferta invece di «ampia e nuova autonomia». Appare scontata la vittoria del fronte, abbastanza vasto, di chi dice no all’indipendenza, dagli ultranazionalisti Radicali al Partito democratico serbo del premier Vojslav Kostunica, fino al Partito democratico del presidente Boris Tadic che però si distingue, ricordando che non mobiliterà l’esercito anche di fronte alla scelta unilaterale della comunità internazionale di concedere l’indipendenza. Fatto singolare, l’Ue ha preteso di rimandare il riconoscimento avviato dal «mediatore» dell’Onu Martii Ahtisaari a dopo le elezioni proprio per non favorire la vittoria degli ultranazionalisti-radicali. Nonostante che la nuova Costituzione serba, votata dal parlamento a ottobre e ratificata da un referendum a novembre, sancisca già che «il Kosovo è parte irrinunciabile del territorio nazionale».
E oggi conferenza alla Farnesina
«La situazione è calma ma potrebbe essere la quiete prima della tempesta»: così il portavoce della Nato da Bruxelles che sul Kosovo - e sull’Afghanistan - ha convocato i ministri degli esteri Ue il 26 gennaio. Ieri l’Alto rappresentante Javier Solana, ha incontrato il «presidente» albanese del Kosovo, Fatmir Sejdiu. Sempre il 26 gennaio Ahtisaari - criticato da molti governi, tra cui Grecia, Spagna e Romania per essersi spinto in avanti a favore dell’indipendenza - consegnerà la sua proposta di «indipendenza provvisoria» a Vienna al Gruppo di contatto (Francia, Gran Bretagna, Germania, Italia, Russia e Stati uniti). Lì gli Usa proporranno un negoziato immediato per una proposta da portare al voto in Consiglio di sicurezza. Dove si annuncia il probabile veto di Russia e Cina.
Intanto si apre oggi alla Farnesina, il convegno «La prospettiva europea per i Balcani occidentali. Il ruolo dell’Italia». La conferenza, che sarà aperta dal sottosegretario agli esteri Famiano Crucianelli, è su: l’Italia e i Balcani, la prospettiva europea vista dai Balcani, la cooperazione e gli enti locali, la prospettiva europea vista da Bruxelles. L’iniziativa vedrà la partecipazione, tra gli altri, del ministro dell’interno Giuliano Amato, del presidente della commissione esteri della Camera Umberto Ranieri, della viceministra degli esteri Patrizia Sentinelli, del ministro degli esteri svedese Carl Bildt e del Commissario per l’allargamento Ue Olli Rehn. Conclude il ministro degli esteri Massimo D’Alema.
Articoli correlati
- Il Schweizerische Friedensbewegung (SFB), il movimento svizzero per la pace
Sì alla pace, No alla NATO: l’appello del movimento svizzero per la pace
Il SFB esorta alla resistenza contro l’avvicinamento della Svizzera alla NATO e lancia l’appello “No all’adesione alla NATO!”. L’alleanza militare, che ha già condotto diverse guerre di aggressione, rappresenta una grave minaccia per la pace nel mondo.8 gennaio 2025 - Pressenza Zürich - In provincia di Bari
Gioia del Colle e Putignano approvano ordini del giorno per la pace e il rafforzamento dell'ONU
Entrambi i comuni, riconoscendo il ruolo centrale delle Nazioni Unite, ribadiscono la necessità di un sistema internazionale fondato sulla legalità e il rispetto dei diritti umani. Con questi atti esprimono la volontà di aderire alla rete degli enti locali per la pace.26 dicembre 2024 - Redazione PeaceLink - La nuova cortina di ferro
La lunga frontiera dall'Ucraina a Trieste
Breve analisi delle prospettive che si aprono in Europa dopo la prevedibile, anche non certo imminente, fine del conflitto armato in Ucraina. Una guerra persa da Kiev sul campo e dai suoi sponsor occidentali.23 dicembre 2024 - Valeria Poletti - Cosa si nasconde dietro il suo falso "pacifismo" di facciata
Trump e l'aumento della spesa NATO al 5% del PIL
La proposta di aumentare la spesa dei membri NATO al 5% del PIL, superando l’attuale obiettivo del 2% fissato nel 2014, mostra chiaramente l'intento trumpiano di rafforzare l’industria bellica e la corsa agli armamenti, alimentando la militarizzazione globale dell'economia.23 dicembre 2024 - Redazione PeaceLink
Sociale.network