E` morto anche Ryszard Kapuscinski. Anche, come tutti quei miti che avresti voluto incontrare una volta nella tua vita, e invece ritornano alla terra. Qualcuno che la terra l'ha vissuta, questa volta.
Ho letto Ebano nel 2001, regalato da un amico che mi ha detto "secondo me ti piace". Immediatamente dopo ho divorato Shah in shah, La guerra del football e altre guerre di poveri, Negus, Imperium, Autoritratto di un reporter. L'anno scorso la prima volta che non l'ho trovato all'altezza di se stesso, con In viaggio con Erodoto, comunque un capolavoro.
Kapuscinski non era di sinistra, di destra, comunista o controrivoluzionario. Era contro il potere. La sua analisi della rivoluzione Iraniana e` meglio di qualsiasi saggio storico o sociologico o antropologico. Il popolo che non ce la fa piu`, con la polizia segreta dello Shah, la Savak, che tortura al primo starnuto, fa la rivoluzione. Scende per strada, chiede libertà di parola, di pensiero... ma per qualche motivo strano, assurdo, inconcepibile si ritrova Khomeini. Chiedete ad un Iraniano come sia possibile che un popolo cosi` evoluto si ritrovi un governo cosi`. Un mio amico 37enne: "Neanche i miei genitori lo hanno mai capito. Nessuno e` sceso in piazza a rischiare la pelle per ritrovarsi una dittatura religiosa... e invece." Le rivoluzioni, tutte, iniziano per una necessita`, ma poi sono i centri di potere ad averla vinta. Quello che parla meglio, che ha dalla sua la massa (e potere) del popolo ignorante --non del popolo non istruito, che' le dittature sono appoggiate da straccioni e nobiltà. Khomeini: "Un uomo che non ha mai sorriso."
Ebano, l'Africa. Un continente, dice, a cui l'Europa si e` attaccato come una sanguisuga dalle mille teste succhiando carne umana, non per uno ma per quattro secoli. I ribelli che pieni di alcol e marijuana lo picchiano, decidono di ammazzarlo e poi se ne dimenticano perché trovano qualcosa di più interessante. Non un minimo di rancore. O l'incontro tra due Africani: si incontrano, ridono. Grandi risate, a crepapelle. Poi, tra uno scroscio di risate e l'altro, cercano di capire se hanno qualche parente in comune. Il dittatore che occupa il palazzo e tutta la famiglia allargata, centinaia di persone, che piano piano lo raggiungono. La debolezza fisica dell'uomo bianco che al primo giorno di fornace si sente morire. L'impossibilita` di muoversi nelle ore più roventi della fornace. Il suo appartamento nella zona povera continuamente visitato dai ladri --e lui che chiaramente non trasloca. La malaria celebrale e lui che si sente morire quando gliela diagnosticano, senza soldi e col terrore di essere richiamato in patria. Lo scorpione che lo punge in faccia. Lui e la sua enorme guida che buttano un bidone su un cobra, loro due sul bidone, e il bidone che sembra un cavallo imbizzarrito.
In Imperium il terrore che sale piano nella Polonia sovietica. I genitori dei compagni di classe (scuola elementare) che spariscono uno a uno, poi anche il maestro, che lo chiama dal carro merci con cui lo deporteranno in Siberia. L'URSS che liberata la Polonia dai nazisti diventa mostro a sua volta.
La guerra del football non me l'aspettavo, ma anche il Sudamerica? non può lasciare una regione agli altri? Pero`... i due popoli che entrano in guerra dopo una partita di calcio. A causa del calcio! Sempre il furore della massa cieca, manzoniana e canettiana. La massa che osannava mascellone a piazza Venezia o i nuovi leader nei pala-tendoni.
Negus, alla faccia di chi, rastafari o radical-chic, parla dell'ultimo imperatore di Etiopia come di un capo illuminato. Ma davvero pensate che si possa tenere il potere in mano per decenni e restare puri, se mai lo si e` stati? Come dicevaElleKappa: "Andreotti, ma lei come fa ad avere la coscienza ancora pulita? Semplice, non la uso".
E il viaggiatore di In viaggio con Erodoto, chi l'ha letto senza sperare, un giorno, di identificarsi con uno dei due? Smettetela di viaggiare all'interno di cartoline illustrate. Non e` il tramonto nel deserto che riempie il cuore, e` lo sconosciuto che nel deserto ti offre l'ultimo litro d'acqua perché hai sete, che ti apre una finestra sul mondo.
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