Sahara Occidentale: Una buona notizia, anzi due
Domenica si è concluso lo sciopero della fame dei prigionieri saharawi all'interno della Carcel Negra. È durato quasi quaranta giorni e da parte mia c'è la soddisfazione che nessuno è morto, ma resta una forte affermazione politica.
Nella dichiarazione in cui i prigionieri comunicano la loro scelta c'è una presa di coscienza che non sono soli e che la loro lotta, in cui loro sono la prima linea che paga continuamente i prezzi più alti, è sostenuta da tante persone ed organizzazioni all'estero. Credo che nel buio di una prigione simile a volte possano venire i dubbi di essere soli.
Infatti il primo pensiero è rivolto ai molti amici all'esterno, fra i quali ci siamo anche noi:
Abbiamo preso questa decisione come risposta alle richieste, delle organizzazioni e delle persone, che abbiamo ricevuto per conservare le nostre vite in pericolo.
Da parte delle autorità marocchine c'è stato un leggero dietrofront con la restituzione di tutti i beni confiscati e una corsa nascosta per evitare la morte, evento molto scomodo per loro, degli scioperanti. Molti di loro ogni tanto sparivano dal carcere, questa volta in senso positivo, venendo ricoverati in ospedale. Come una partita a scacchi.
Sempre nel documento chiedono che venga fatta luce sugli eventi che hanno portato allo sciopero della fame e che vengano identificati i colpevoli.
È stata fatta anche l'affermazione che gli unici rappresentanti legittimi dei Saharawi sono gli esponenti del Fronte Polisario. È una affermazione forte per cittadini residenti nel Sahara Occidentale. Hanno affermato il diritto alla loro autodeterminazione e hanno concluso il documento col ringraziamento all'esterno. Quell'esterno in cui ci siamo noi, tutti gli amici persone ed organizzazioni, e i Saharawi della diaspora.
BALTAZAR GARZON
Baltazar Garzon investigherà sui crimini commessi dal Marocco nel Sahara Occidentale dal 1975.
La notizia dell'indagine del giudice spagnolo è data dal quotidiano El Mundo.
Riguarderà 32 personalità ed ufficiali marocchini.
L'indagine è iniziata in seguito alla denuncia di un gruppo di associazioni spagnole per i diritti umani. Il giudice cercherà di identificare le colpe individuali degli indagati.
In una conferenza stampa fatta dal presidente dell'APDHE, Asociación Pro Derechos Humanos de España, è stato comunicato che i reati indagati sono relativi a genicidio, torture, sparizioni, rapimenti e omicidi.
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