Una Pasqua al contrario
Addì 8 aprile dell’anno di grazia 2007 d.C.
Uomini di buona volontà divisi tra consuetudini, usi, costumi e profonde riflessioni sulla resurrezione del Cristo hanno partecipato all’esecuzione dell’uomo Adjmal e nel contempo hanno preso atto che l’altro uomo, Hanefi è stato riconosciuto colpevole di aver organizzato il rapimento di Daniele: unico superstite (nel corpo). Pasqua di resurrezione? NO, di morte. Morte nel corpo, morte nell’anima. [Pasqua al contrario]
I popoli pasquali che si ostinano a credere che oggi sia giorno di resurrezione e luce (cristiani) di passaggio (ebrei) hanno aggiunto qualche paletto in più sui confini del proprio pensiero, pensiero di popolo libero perché dimorante su terra NON occupata dalle missioni di pace. Paletti costruiti per demarcare sempre più la scissione tra uomini che sostengono, condividono, patiscono pensieri uguali all’uomo italiano che vive (e lascia vivere) tra gli afghani di tutte le tribù e uomini che sostengono che l’uomo italiano è meramente un trafficone (ciarlatano) che trae profitti dagli assassini taliban. I missionari di pace hanno bisogno di nette divisioni tra gli uomini e stanno facendo di tutto perché alla resa dei conti risulti chiaro il totale: chi è contro i missionari di pace è connivente del terrore. Ci stanno riuscendo. “Amatevi tutti come io ho amato voi” disse l’Uomo risorto. [Pasqua al contrario]
Se l’uomo Adjmal fosse stato liberato (per ora, il suo corpo decapitato è ancora introvabile ) sarebbe stato un duro colpo per i ragionieri dei calcoli: gli assassini terroristi hanno un’anima?! Se Hanefi fosse risultato innocente: i missionari di pace arrestano un uomo che ha salvato la vita a un altro, lo torturano e poi si accorgono che è innocente?!
Resurrezione, luce, passaggio? Solo Cristo può risorgere, accontentatevi di quello.
Sono stati condannati molti uomini in questa Pasqua, Daniele compreso.
L’unica resurrezione l’hanno avuta l’odio e la cecità. Ma che Pasqua è?
Una Pasqua al contrario. Perché no?
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