Un anniversario tra dolore e polemiche
Migliaia di musulmani bosniaci si sono recati nella città orientale di Srebrenica per commemorare gli ottomila connazionali uccisi dalle milizie serbo bosniache nel luglio del 1995. Finora però sono «solo» 2500 le vittime identificate. I resti delle ultime 465 vittime sono stati interrati ieri nel sacrario di Potocari. La Corte di Giustizia dell'Aja ha stabilito a febbraio che le milizie serbo bosniache hanno commesso un genocidio a Srebrenica, ma anche che il responsabile non fu Slobodan Milosevic. La sentenza giudicata tropppo blanda, il mancato arresto finora dei super-ricercati Ratko Mladic e Radovan Karadzic, l'ammissione da parte della Repubblika Srpska di una lista di 104 persone che hanno partecipato al massacro, ha spinto i leader politici bosniaco musulmani e lo stesso gran muftì Mustafa Ceric a chiedere la secessione di Srbrenica dalla Repubblika Srpska, insieme all'abolizione dell'Entità serbo bosniaca, che a loro dire è stata «creata su un genocidio». Un'affermazione pericolosa, che non può non richiamare alla memoria i crimini delle milizie musulmane, comprese quelle dei mujahidin. Come emerge anche dall'ultima conta definitiva dei morti della guerra in Bosnia: 97.207 - non 200.000 come si è sempre scritto e detto - secondo il Centro studi e ricerche di Sarajevo, con più della metà di vittime musulmane, ma l'altra buona metà di serbi e croati.
Inoltre il nuovo governo serbobosniaco di Banja Luka guidato dal democratico Milorad Dodik, acerrimo nemico di Radovan Karadzic, non ha smesso di perseguire i criminali serbi con processi e arresti. Martedì poi il nuovo Alto rappresentante per la Bosnia, Miroslav Lajcak, ha deciso la destituzione di un alto funzionario della polizia serbo bosniaca e il ritiro del passaporto e della carta d'identità per 93 persone, di cui 35 agenti della polizia serbo bosniaca, sospettate di legami con il massacro di Drbrenica. I serbobosniaci da parte loro lamentano la scarsa attenzione per le stragi da loro subite. C'è una lista di più di 4.000 nomi di uccisi nell'area intorno Srbrenica, la zona di Vranica-Bratunac dove nella settimana precedente alla strage di migliaia e migliaia di musulmani, le milizie musulmane di Srbrenica guidate da Naser Oric - incriminato e poi rilasciato dal Tribunale dell'Aja - fecero terribili stragi con centinaia di civili uccisi. Anche per questo oggi a Vranica si terrà una commemorazione delle vittime serbo-bosniache.
I riti religiosi per il dodicesimo anniversario sono stati celebrati dal gran muftì Mustafa Ceric. Presente il rappresentante musulmano della presidenza tripartita, Haris Silajdzic e il procuratore dell'Aja Carla Del Ponte. A Belgrado, il presidente serbo Boris Tadic ha ricordato le vittime di Srebrenica con un messaggio scritto in cui si chiede di non dimenticare anche «tutte le altre vittime innocenti» della guerra.
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