Tutti gli uomini del presidente
Varato il nuo governo, ma sara’ davvero indipendente?
Il neo presidente nigeriano Umaru Yar’Adua ha presentato il nuovo governo, tre mesi dopo le contestate elezioni. Nella cerimonia, tenutasi nella capitale Abuja, era tuttavia forte la sensazione che questo nuovo governo risenta della presenza del presidente uscente Olusegun Obasanjo.
L’ex presidente continua infatti a guidare il People’s Democratic Party, il partito di maggioranza, e alcuni segnali dimostrano che la volonta’ di Yar’Adua sia comunque quella di continuare la politica di riforme intrapresa dal suo predecessore.
Quattro sono infatti i membri del precedente esecutivo confermati in posizioni chiave, come quella del Dr. Shamsudeen Usman, ex governatore della banca centrale nigeriana, a ministro delle finanze.
Lo stesso Yar’Adua, come Obasanjo, oltre ad essere presidente sara’ anche ministro per l’energia, settore strategico in profonda crisi e nel quale si annidano molti dei malesseri dell’economia e della politica del paese. Lo stesso Obasanjo, durante la sua presidenza, non e’ riuscito a riportare l’ordine, e il compito di Yar’Adua non sara’ facile. Dovra’ assicurare il fabbisogno al paese, attualmente la Nigeria genera solo 2.500 megawatts, ma ne occorrerebbero almeno 20.000 per una stabile fornitura; il settore petrolifero resta la punta di diamante del paese, ma resta il problema della forte dipendenza, e ad esso si lega l’insurgenza nel Niger Delta.
La composizione del nuovo esecutivo rispecchia, secondo la costituzione, l’intricato mosaico etnico-religioso del paese, con un ministro per almeno ogni stato federale. E’ composto da 32 uomini e 7 donne, piu’ una che affianchera’ il presidente come sottoministro nel settore energetico. Le donne sono una delle conferme del nuovo trend nigeriano: erano in posizione chiave gia’ durante la presidenza di Obasanjo in settori quale educazione e finanze, oggi guidano educazione, sviluppo dell’industria mineraria e sanita’.
Nel varare il nuovo esecutivo Yar’Adua non ha voluto imporre la legge dei vincitori, affidando incarichi anche a membri provenienti dall’opposizione. Una sorta di governo nazionale, ma anche un’abile mossa strategica per rimuovere il malcontento dopo le elezioni farsa di tre mesi fa. Del resto, nonostante i partiti di opposizione abbiano contestato le elezioni, e giurato di procedere fino in fondo in tribunale, molti membri e candidate hanno finito per accettare incarichi nel nuovo governo e nella pubblica amministrazione. Solo Atiku Abubakar e Muhammadu Buhari, i grandi sconfitti, continuano la battaglia legale.
Una delle nomine forse piu’ controverse e’ infine quella tra il PDP di Chief Ojo Maduekwe a ministro degli esteri, un tempo guido’ la campagna politica volta a trasformare l’ex dittatore Sani Abacha in un rispettabile civile.
Lotta alla corruzione nel segno della continuita’
Tra i compiti a cui e’chiamato il nuovo presidente spiccano la lotta alla corruzione, la sicurezza, garantire l’efficienza economica, la riforma del sistema elettorale.
Sicuramente il settore nel quale tutti puntano gli occhi e’ la lotta alla corruzione. Il presidente Obasanjo durante i suoi otto anni di governo ha piu’ volte posto l’enfasi su questa, riuscendo anche a raggiungere qualche risultato: oggi la Nigeria e’ otto posti sopra Haiti nella classifica di Transparency International per la corruzione, dopo che era stata all’ultimo posto; molti governatori sono stati incriminati o attualmente sotto processo per corruzione e concussione. Ma questa crociata anti corruzione e’ stata anche usata per fini politici, e gli esempi non mancano. All’approssimarsi della campagna elettorale e’ parso che Obasanjo abbia usato questa lotta per eliminare avversari politici, specie quando e’ apparso impossibile per lui candidarsi per un terzo mandato. Si dice inoltre che Obasanjo abbia minacciato di avviare inchieste su almeno dieci influenti governatori del PDP se non avessero ritirato la propria candidatura e appoggiato Yar’Adua. Nomina questa non prevista, dato che Yar’Adua non era tra i favoriti nel partito, e non aveva alcuna notorieta’ a livello nazionale.
Il nuovo presidente, da parte sua, ha fatto chiaramente capire che continuera’ la lotta intrapresa dal suo predecessore, per eliminare una piaga che come sostiene Yar’Adua e’ essa stessa causa del dilagare della poverta’.
La sua figura ha tuttavia generato contrastanti opinioni sull’effettiva capacita’ di garantire questo risultato. A suo favore va citata la decisione di licenziare nel 2003 il suo vice, Ahmed Jikamsghi, accusato di concussione quando era governatore dello Stato di Katsina; fu tra i pochi a dichiarare pubblicamente i suoi beni quando venne eletto governatore per la seconda volta nel 2003, e uno dei pochi governatori in carica a non essere stato sotto inchiesta. Ma altri sostengono che la sua integrita’ sia venuta meno quando proprio era governatore dello stato di Katsina, stipulando contratti millionari con compagnie legate alla sua famiglia compagnie.
Questo nuovo presidente, descritto come taciturno e poco tollerante all’opposizione, spesso sottostimato, si trova di fronte un compito enorme, come il paese che governa, ma molti assicurano che sara’ in grado di stupire grazie alla sua volonta’ di ferro.
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