Conflitti

La guerra aerea segreta degli USA distrugge l’Afghanistan e l’Iraq

3 ottobre 2007
Conn Hallinan (Curatore di articoli di politica estera per Focus)
Tradotto da per PeaceLink
Fonte: http://www.zmag.org - 16 settembre 2007

Secondo le testimonianze dei residenti di Datta Khel, una città del Waziristan settentrionale pakistano, tre missili sono stati lanciati dalla provincia afgana Pakitka e gettati su una Madrassa, o scuola islamica, lo scorso giugno. Quando il fumo si è dissolto erano morte 30 persone, come riporta l’Asia Times.

I killer erano robot, General Atomics MQ-1 Predator. I missili AGM-114 Hellfire usati nell’attacco erano diretti da una base collocata nel deserto meridionale del Nevada.
Non è la prima volta che i Predator colpiscono. L’anno scorso un Predator della CIA ha tirato all’uomo numero due di al-Qaeda, Ayaman al-Zawahiri, ma l’ha mancato. Il missile però ha ucciso 18 persone. Secondo il rapporto dell’Asia Times, almeno un altro sospettato d’essere membro di al-Qaeda è stato assassinato da un Predator nell’area di frontiera con il Pakistan settentrionale, e nel 2002 un Predator ha ucciso altri 6 sospettati nello Yemen.

Questi assalti sono parte di quel che è meglio tenere segreto dei conflitti in Iraq e Afghanistan: l’enorme intensificazione dei bombardamenti statunitensi in questi e altri paesi dell’area, il crescente numero di vittime civili accidentali che tale strategia coinvolge, e il crescente ruolo dei killer privi di piloti umani nel conflitto.
Secondo l’ Associated Press, il numero di bombe lanciate in Iraq negli ultimi 6 mesi del 2007 è quintuplicato rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente. Più di 30 tonnellate delle quali armi a grappolo, che hanno un impatto distruttivo maggiore sui civili.

La marina statunitense ha aggiunto una portaerei alle forze sul golfo Persico e l’Air Force ha portato gli F-16 nella base aerea Balad, a nord di Baghdad.

Balad, che attualmente gestisce 10.000 operazioni aeree a settimana, rinforza le piste per gestire l’aumento dell’attività aerea. Il colonnello David Reynolds ha detto ad AP “vogliamo realizzare un campo come Langley” il campo Langley, in Virginia è uno dei più grandi e sofisticati campi d’aviazione dell’Air Force, che indubbiamente appare prepararsi per una guerra lunga. “finché potremo determinare che gli iracheni abbiano una forza militare aerea di una qualche significativa capacità” ha detto il luogotenente generale Gary North, il comandante regionale delle forze aeree, “penso che la coalizione sarà qui a sostenere lo sforzo”.

La forza aerea irachena è virtualmente inesistente. Non ha aerei da combattimento, e solo una manciata di aerei da trasporto.
Migliorare le piste ha dato la possibilità all’Air Force di portare i bombardieri B1-B da Diego Garcia nell’Oceano Indiano a Balad, dove i grandi aerei hanno effettuato attacchi quotidiani. Un B1-B può portare 24 tonnellate di bombe.
La scelta di rafforzare gli attacchi aerei è parte di una riflessione di quanto abbattute e sovrautilizzate siano le truppe di terra statunitensi. Mentre le unità dell’esercito hanno turni di 15 mesi, quelli dell’Air Force sono solo di 4, e talvolta della metà del tempo. E gli insorti in Iraq e Afghanistan non hanno possibilità di interferire sul volo di aerei che si muovono a 20000 piedi e usano laser e armi satellitari, in contrasto ai seri danni che hanno potuto infliggere alle truppe di terra statunitensi.
Oltre a far crescere gli attacchi aerei degli F-16, dei B1-B e degli A-10, le ore di volo dei Predator su entrambi i paesi sono raddoppiate dal 2005. “il Predator si sta dimostrando un’arma seria e non solo una di riconoscimento della piattaforma”, vanta il maggiore Jon Dagley, comandante del 46° Expeditionary Reconnaissance Squadron.
L’Air Force sta inoltre impiegando una versione più grande, veloce e forte del Predator, l’MQ-9, il “Reaper” (mietitore) – piuttosto macabro – un robot capace di portare quattro missili Hellfire, oltre le 500 libre di bombe.

I Predator e i Reaper hanno diverse caratteristiche vantaggiose, la più ovvia delle quali è che non necessitano dei piloti. “Con più Reaper posso mandare i veicoli pilotati da esseri umani a casa” afferma North.

Al costo di 8,5 milioni di dollari ad aereo –il più piccolo Predator costava 4,5 milioni di dollari al pezzo – sono anche considerevolmente economici rispetto agli F-16 (19 milioni di dollari), dei B1-B (200 miliioni di dollari) e persino degli A-10 (9,8 milioni di dollari).

Secondo i piani dell’Air Force saranno approntati 170 Predator e 70 Reaper nei prossimi tre anni. “È possibile che nel corso della nostra vita saremo in grado di combattere una guerra senza lasciare gli USA” afferma il luogotenente colonnello David Branham, intervistato dal New York Times. Il risultato dell’accresciuta guerra aerea, secondo l’organizzazione Iraq Body Count, che ha sede a Londra, è un aumento delle vittime civili. Uno studio Lancet delle "morti in eccesso", causate dalla guerra contro l’Iraq ha stabilito che gli attacchi aerei siano stati responsabili del 13% delle morti – 76000 al giugno del 2006 – e del 50% delle morti dei bambini al di sotto dei 15 anni.
Il numero dei civili morti in Afghanistan a causa degli attacchi aerei ha determinato una riduzione delle forze tra il North Atlantic Treaty Organization e gli Stati Uniti. “ Un comandante britannico” secondo il New York Times, ha pressato le Special Forces (SF) statunitensi a lasciare l’Afghanistan meridionale perché il loro uso della potenza aerea stava alienando la popolazione locale. Le SF lavorano in piccoli gruppi e dipendono dalla forza aerea. Le stesse hanno effettuato un attacco nello scorso Novembre che ha ucciso 32 nomadi, vicino a Kandahar. In Aprile, un simile attacco nell’Afghanistan occidentale ha ucciso 57 abitanti di un villaggio, la metà dei quali composta da donne e bambini. Le forze di coalizione stanno uccidendo più civili che talebani in Afghanistan. La crescita delle vittime ha portato il governo di Hamid Karzai alla crisi e i governi della NATO al turbamento. “Dobbiamo capire che prevenire le morti dei civili è di cruciale importanza nel sostegno alla popolazione,” afferma Des Browne, il ministro della difesa britannico al Financial Times.

Gli alleati sono anche stati esposti all’accusa di crimini di guerra. In un recente attacco aereo nel sud dell’Afghanistan sono stati uccisi 25 civili e il portavoce della NATO, il luogotenente colonnello Mike Smith ha detto che i talebani fossero i responsabili di queste morti, perché nascosti tra la popolazione civile.
Ma l’articolo 48 della convenzione di Ginevra afferma chiaramente: “le parti in conflitto devono distinguere in qualsiasi momento tra la popolazione civile e i combattenti”. L’articolo 50 impone che “la presenza di individui, tra la popolazione civile, che non possano essere definiti civili, non muta la definizione della stessa.”
La crescita della guerra aerea in entrambi i paesi ha meno a che fare con una decisione strategica militare che il fatto reale che le occupazioni si stanno rivelando fragili.
Tutti gli intenti e i propositi dell’esercito statunitense in Iraq sono falliti, le vittime dei turni, le forze inadeguate e il tipo di guerra che si è rivelato l’attacco all’Iraq: un conflitto di ombre, di bombe a tecnologia insufficiente ma con un alto impatto collaterale, in cui la popolazione è ostile all’occupazione o almeno simpatizza per la resistenza.

La situazione è simile in Afghanistan. Lord Inge, l’ex capo dello staff britannico, ha detto recentemente: “La situazione in Afghanistan è decisamente peggiore di quanto molti vogliano riconoscere.. è molto più seria di quanto si voglia riconoscere”. Una fonte militare di alto grado ha rivelato all’Observer “Se si parla ufficiosamente ai generali si scopre che sono molto preoccupati”. Dovendo affrontare la sconfitta o sanguinosi punti di stallo, gli alleati si sono rivolti alle forze aeree, come principalmente gli USA in Vietnam. Ma, come in Vietnam, il terribile prezzo inflitto ai civili dalle bombe non garantisce nulla se non il fallimento sul lungo termine.
”Lungi dall’alleggerire l’opposizione” ha detto all’Asia Times Phillip Gordon, del Brookings Institute, “i bombardamenti tendono a far radunare la gente dietro i propri leader e causano il loro barricarsi contro gli stranieri, che, qualsiasi sia la giustificazione del proprio agire, distruggono il loro paese”.

Note: Traduzione a cura di Irene Barbera per www.peacelink.it
Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte, l'autore e il traduttore.

Link al testo originale in inglese:
http://www.zmag.org/content/print_article.cfm?itemID=13790§ionID=15

Articoli correlati

  • David McBride, un nuovo caso Assange
    MediaWatch
    Cosa possiamo fare per lui

    David McBride, un nuovo caso Assange

    In questa pagina web puoi leggere la storia di questo coraggioso avvocato militare australiano che ha denunciato i crimini di guerra in Afghanistan. E' stato condannato per aver obbedito alla sua coscienza e rivelato la verità.
    22 maggio 2024 - Alessandro Marescotti
  • Nuova condanna al carcere militare per tre obiettori di coscienza israeliani
    Pace
    Oryan, Itamar e Yuval

    Nuova condanna al carcere militare per tre obiettori di coscienza israeliani

    Nonostante il clima di guerra nel paese, Mesarvot, la Rete israeliana di obiettori di coscienza israeliani, continua a sostenere chi rifiuta di servire nell'IDF, l'esercito israeliano. Itamar Greenberg si è detto convinto di appartenere a una generazione che porrà fine all’occupazione dei territori
    9 settembre 2024 - Mesarvot
  • Disarmare la Rheinmetall: affondare l'industria bellica!
    Disarmo
    L'alleanza antimilitarista Disarm Rheinmetall

    Disarmare la Rheinmetall: affondare l'industria bellica!

    Appello per un campo d’azione antimilitarista dal 3 all’8 settembre 2024 a Kiel nella Germania settentrionale
    5 agosto 2024 - Rossana De Simone
  • Contro la logica della vendetta: perché la guerra non è la risposta
    Editoriale
    Israele ha annunciato un nuovo attacco contro l'Iran

    Contro la logica della vendetta: perché la guerra non è la risposta

    Come pacifisti chiediamo che l'intera comunità internazionale, in sede ONU, prenda le distanze dal ciclo infinito di ritorsioni, superando le divisioni e mettendo da parte i calcoli geopolitici in nome di un solo obiettivo: allontanare il più possibile lo spettro di una terza guerra mondiale
    16 aprile 2024 - Alessandro Marescotti
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.21 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)