Benazir Bhutto: un'utile martire?
Voci “che contano” condannano l’assassinio di Benazir Bhutto, leader che a tutti gli effetti lottava contro Al Qaeda, dunque contro il terrorismo islamico, lavorando perciò a sconfiggere Musharraf alle prossime elezioni di gennaio pachistane. Tutto cominciò nel luglio del 1977 quando il generale Zia-ul-Haq con un colpo di stato spodestò e impiccò suo padre Zulfikar Ali Bhutto, mentre suoi due fratelli morivano misteriosamente. Zia,-ul-Haq, musulmano integralista, impose al Paese una società islamica basata sulla sharia, islam integralmente “puro”. Istituì l’Isi (Inter Services Intelligence) divenuto negli anni ‘80 braccio operativo della CIA statunitense che coi finanziamenti, reclutò, addestrò e armò gli afgani nella guerra tra sovietici e mujaheddin che ben presto si trasformarono in agglomerato di estremisti (il cui nucleo oggi è chiamato Al Qaeda, talebani compresi). Chi ridimensionò il potere di costoro fu proprio Benazir Bhutto che in qualche modo cercò di riportare una sorta di democrazia nel Paese dal 1988 al 1996, anno in cui le succedette Nazaw Sharif fino al 1999 quando altro colpo di stato portò al potere il generale Pervez Musharraf, personaggio di facciata per l’Isi, indotto a riprendere i rapporti con tutti i protagonisti della jihad antisovietica (Bin Laden fu ricoverato nell’ospedale di Peshawar prima e dopo l’11 settembre 2001), ripristinando in Pakistan la dittatura jidaista. La “facciata” di Musharraf si duplicò quando gli Usa lo costrinsero, post 11 settembre, ad allearsi nella “guerra contro il terrorismo”. L’Isi, stratega antioccidentale, intanto proseguiva indisturbata nel suo operato sostenendo l’integralismo, dando riparo ai talebani e ai capi di Al Qaeda fuggitivi dall’Afghanistan: tutto regolare per l’area pashtun (Afghanistan orientale e meridionale e Pakistan occidentale). Musharraf (che già sappiamo incompetente nel prendere decisioni in proprio) ovviamente non aveva credenziali per opporsi all’Isi ( e come avrebbe potuto, dato che proprio l’Isi lo piazzò su quella sedia?) e dunque sottostò ripiegando alla pantomima statunitense. Lui evidentemente continuava a non porsi domande, ma altri (esclusi evidentemente i capi di stato alleati degli States) cominciavano a porsele…Anni di massacri in Afghanistan e Iraq, dei quali s’è imparato abbastanza, nonostante l’embedded, “stancamente” procedono (con corollari libanesi che non guastano strategicamente).
La verità, ampiamente dimostrata, è che gli Usa in medio oriente hanno fatto tutto e continuano a fare il contrario di tutto... Ricordiamo: da vecchissime storie (di pace?!) israelo-palestinese e favoritismi all’instaurazione dello scià di Persia (oggi Iran, vittorioso sullo scià, accusato di preparare atomiche e dunque catalogato come la miccia per scatenare la terza guerra mondiale, secondo gli States. Il recente paradosso è proprio la Cia che ha risolutamente negato che l’Iran stia procurandosi armi nucleari…) passando per i finanziamenti a Saddam usato a suo tempo quale antiayatollah iraniani e perciò i conseguenti massacri colà, giungendo ad armare mujaidin afgani (oggi talebani) contro i russi, appoggiandosi poi a curdi e sciiti iracheni, questa volta anti Saddam…e dunque si arriva all’oggi di Benazir Bhutto. Rientrata recentemente in Pakistan dopo l’esilio forzato, a seguito di accuse per reati di aggiotaggio e riciclaggio di denaro, grazie all’amnistia per questi reati concessa da Musharraf (perorata fortissimamente dalla Rice), ecco che ella si pone di nuovo come avversaria a Musharraf per le prossime elezioni. E’ un periodo storico privo di credibili possibilità per dichiarazioni di guerra/ missioni di pace contro l’Iran (di fatto labili perchè non stanno più in piedi come invece stettero quando si trattò di dichiarare guerra all’Iraq, ed è proprio la CIA “amica” che l’ha statuito). Benazir impersona(va) l’“inviata speciale” del desiderio statunitense perchè contrapponendosi all’integralismo islamico, propone(va) e si batte(va) per i diritti umani “protetti” dalla democrazia occidentale. Il suo assassinio, ad opera dei soliti terroristi, ha (ancora una volta) colpito i difensori di libertà, di diritti umani e di democrazia. Una domanda sorge spontanea: com’è che in tempo utile gli Usa non hanno lottato semplicemente contro l’Isi, anziché preventivare e mettere in atto la distruzione del medio oriente?!
In questo momento il Pakistan (detentore di atomica, non scordiamolo) è teatro di eterogenea carneficina ossia un insieme di centinaia di morti e feriti appartenenti a miscugli di pensieri ideologici e passanti per caso nelle strade: messaggio di kaos. Da qui, ad esempio, il direttore del TG1 Riotta, nell’informazione di share maggiore, ha parlato perciò di terza guerra mondiale? Di nuovo (vista quella fallita, perché improbabile, a causa dell’Iran)? La Bhutto ha sempre dichiarato che gli attentati alla sua vita erano (ora sono, giacché questa volta è riuscito) opera del governo. Il governo è Musharraf e di lui ne abbiamo descritto la personalità: ci pare superfluo entrare nella sua buona o mala fede, ma oggi abbiamo una (vitale) ragione in più per chiederci il perché si sta perseguendo la terza guerra mondiale…
Articoli correlati
- Le “bombe intelligenti” di fabbricazione israeliana sono state impiegate dall’aviazione indiana
L’importante ruolo di Israele nell’escalation del conflitto tra India e Pakistan
Da mesi Israele è assiduamente impegnata in un allineamento con il governo nazionalista indiano18 marzo 2019 - Robert Fisk - PRESS RELEASE - February 27, 2019
Alle soglie del conflitto?
Il rischio di un’escalation nucleare nel confronto territoriale che si è riacceso tra India e Pakistan. Un appello da IPPNW, l’Internazionale Medici per la prevenzione della guerra nucleare. Un invito alla sua divulgazione da parte delle testate e i media italiani27 febbraio 2019 - Roberto Del Bianco - Educazione ai diritti umani
A scuola ricordiamo Iqbal Masih
PeaceLink ha tradotto in italiano un fumetto su di lui7 febbraio 2018 - Alessandro Marescotti Il Premio Nobel per la Pace Obama ammette l’utilizzo di droni in Pakistan
Il Presidente Obama ha detto che i bombardamenti con i droni erano "azioni mirate contro individui in una lista di terroristi attivi". Ma preoccupano i suoi silenzi.1 febbraio 2012 - Matteo Della Torre
Sociale.network