Conflitti

Un Nuovo Governo?

9 gennaio 2008
Fr. Renato Kizito Sesana

Martedi’ 8 e mercoledi’ 9. Sembrava tornata la calma. Ma l’annuncio dato ieri pomeriggio dal Presidente Kibaki di aver nominato alcuni ministri del nuovo gabinetto ha riacceso gli animi e rialzato la tensione. Kalonzo Musyoka, terzo secondo i risultati ufficali delle elezioni presidenziali, e’ stato nominato vice-presidente.

Mentre questo annuncio preregistrato veniva trasmesso dalle stazioni radiotelevisive, Kibaki de’ andato all’ aereoporto a ricevere John Kufour, presidente del Ghana e in questo momento anche presidente dell’ Unione Africana, che dovrebbe condurre i negoziati fra Kibaki e Raila Odinga.

Le nomina affrettata di 17 ministri e’ stata vista dall’ opposizione come una provocazione. Infatti tutti ragionevolmente speravano che Kibaki non avrebbe fatto altre mosse fino al termine dei negoziati, invece la nomina seppur parziale di un nuovo gabinetto mette l’ opposizione di fronte a fatti compiuti che rendono i negoziati sempre piu’ difficili.

Dopo l ‘annuncio ci sono state proteste in piazza a Kisumu e a Nairobi, particolarmente a Kibera, con manifestanti che hanno bloccato le strade, ma senza incidenti gravi.

Stamattina Kufour ha avuto incontri separati con entrambe le parti, ma non si ahnno notizie di cosa si sono detti, se non che Kibaki ha affermato che il suo governo e’ ormai operativo che che e’ disposto ad incontrare l’opposizione. La distanza delle posizioni politiche pero’ e’ ancora grande.

Ma la cosa piu’ urgente e’ evitare il ritorno della violenza. E’ tremendamente frustrante leggere e vedere in televisione gli uomini politici di entrambe le parti che muoversi con grandi auto da un albergo di lusso all’ altro, fare conferenze stampa, il tutto un un’ apparenza di grande dignita’, mentre scatenano la povera gente degli slums l’ un contro l’ altro. E’inidcativo che nei quartieri ricchi kikuyu, kamba, luo luhya, maasai eccetera visono fianco a finaco senza nessun problema.

Stamattina non riuscivo a dormire e alle tre mi e’ capitato di vedere un’ intervista alla CNN. Un giornalista americano domandava a un “eminente” uomo politico keniano che cosa aveva fatto per fermare la violenza. L’ intervistato ha fatto una risatina ed ha risposto che queste violenze avvengono normalmente, e’ come quando i tifosi del calcio fanno gazzarra dopo una partita molto contesa. Il giornalista, a questo punto a muso duro, gli ha fatto notare che una cosa ben diversa sono le zuffe fra tifosi, e un’ altra cosa sono violenze che lasciano oltre 600 morti e 300 mila sfollati. Al che l’ intervistato si e’ fatto pure serio ed ha detto che “noi abbiamo sempre condannato gli episodi di violenza e bla bla bla”. Senza volere ha rivelato l’ atteggiamento di troppi dei nostri politici keniani: la gente e’ solo una pedina nelle loro mani, con l’ obiettivo di arrivare o di tenere il potere senza curarsi delle soffrenze degli ingenui che credono alla loro promesse.

Stamattina alla Shalom House abbiamo anche avuto un incontro di due ore molto positivo, con rappresentanti di una decina di associazioni di base, tra di loro quattro di Kibera, che vogliono contrastare il clima di violenza con azioni di pace. Ci sara’ un altro incontro venerdi, e si pensa di fare qualcosa martedi prossimo, quando e’ prevista l’ inaugurazione del nuovo parlamento.

Domani vado a Lusaka, in Zambia. Il progetto con 70 ex-bambini di strada in residenza e oltre cento altri bambini in situazione di grave disagio seguiti mentre sono ancora con la famiglia, ha bisogno di una mia presenza.

Anche da Lusaka saro’ in contatto con Nairobi e continuero’ a scrivere riflessioni sul ruolo giocato in questi giorni dalla Chiesa, dalle agenzie internazionali, dai mass media e dalle associazioni per la pace.

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