Conflitti

Sudan, una pace da costruire

Newsletter numero 11

15 giugno 2008
Fonte: Campagna Sudan
http://www.campagnasudan.it

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Indice
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I fatti
Abyei / Raggiunto un nuovo accordo
Darfur, 1 / Scontro tra Corte penale internazionale e governo di Khartoum
Darfur, 2 / Ong inglese: «Bambini soldato per i ribelli»
Sud Sudan e Uganda / I miliziani dell'Lra tornano a uccidere
Equatoria / 45 morti per dissenteria
Sudan / Il Pam taglia i propri voli umanitari per mancanza di fondi
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Il commento
Non c'è pace con l'Lra
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I documenti
Darfur / Il settimo rapporto del Corte penale internazionale
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La Campagna Sudan
Chi siamo

I fatti (Fonti: Afp, Al Jazeera, Ansa, Ap, Bbc, Misna)
Abyei / Raggiunto un nuovo accordo
Il 7 giugno il presidente sudanese Omar al-Bashir e il vice presidente Salva Kiir
Mayardit (il quale è anche presidente del Sud Sudan) hanno firmato a Khartoum un
accordo relativo alla regione petrolifera di Abyei. L'accordo garantisce piena libertà di
movimento alle truppe Onu e un’amministrazione temporanea del territorio affidata a
un rappresentante del Sud Sudan e un vice di Khartoum. Un ente internazionale di
arbitrato traccerà il confine che le parti hanno affermato di voler accettare. Dopo
l'accordo di pace tra governo di Khartoum e Spla nel 2005 una commissione
internazionale aveva collocato Abyei in Sud Sudan ma Khartoum non aveva accettato.
Da allora la regione è periodicamente funestata da scontri armati tra soldati dell'Spla e
soldati dell'esercito di Khartoum, oltre che da conflitti tra gruppi missirya e gruppi
dinka ngok. In maggio gli scontri avevano provocato la morte di almeno 22 soldati, la
quasi totale distruzione di Abyei e la fuga di circa 90.000 persone.
Un paio di giorni dopo l'accordo il Comitato di difesa congiunto (Jdb) Nord-Sud ha
cominciato il dispiegamento delle sue truppe nella regione di Abyei. Il portavoce del
Jdb, Bior Ajang, ha precisato che «in base agli accordi il battaglione sostituirà le forze
di sicurezza sudanesi (Saf) e le truppe dell'Spla».
Darfur, 1 / Scontro tra Corte penale internazionale e governo di Khartoum
Luis Moreno Ocampo, procuratore della Corte penale internazionale, ha dichiarato in
un rapporto presentato al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che «l'intero
apparato del Sudan» è implicato nei crimini contro l'umanità perpetrati in Darfur. La
Corte avrebbe le prove che «alti ufficiali» del governo sudanese sono collegati alle
milizie janjawid che hanno massacrato i civili in Darfur.
In un’intervista a una
televisione egiziana il presidente sudanese Omar al Bashir ha commentato le
dichiarazioni di Ocampo definendo la Corte penale internazionale un’organizzazione
«di stampo terroristico» alla quale «il Sudan non consegnerà alcun sospettato».
Darfur, 2 / Ong inglese: «Bambini soldato per i ribelli»
L'organizzazione non governativa Waging Peace il 6 giugno a Londra ha reso pubblico
un rapporto in cui dimostra che nelle regioni orientali del Ciad, al confine con il Darfur,
ci sarebbe una compravendita di bambini – tra i 9 e i 15 anni - i quali verrebbero
utilizzati come soldati dai gruppi ribelli in Ciad e anche dai gruppi ribelli del Darfur, in
particolare dallo Jem. I bambini sarebbero prelevati in particolare nei campi che
accolgono i profughi sudanesi. L'esercito del Ciad e quello del Sudan chiuderebbero un
occhio. Dopo l'attacco dello Jem a Khartoum del 10 e 11 maggio, il governo di
Khartoum ha dichiarato di aver catturato 89 bambini soldato dello Jem, di età
compresa tra i 10 e i 17 anni. I giornali sudanesi hanno pubblicato le loro foto
invitando le famiglie a riconoscerli. Una delegazione dell'Unicef ha visitato in prigione i
bambini soldati.
Sud Sudan e Uganda / I miliziani dell'Lra tornano a uccidere
Il 7 giugno i ribelli ugandesi dell'Lra hanno ucciso almeno 23 persone (14 soldati e 9
civili, tra cui 6 bambini) nei villaggi di Nabanga e Yamba nella regione del Sud Sudan
prossima ai confini con la Rd Congo. Il capo dell'Lra, Joseph Kony, e tre dei suoi
comandanti sono ricercati dalla Corte penale internazionali per crimini di guerra e
contro l'umanità. Il ministro dell'informazione del Sud Sudan,
Gabriel Changson
Chang, ha dichiarato: «L'Lra ha ricominciato la guerra», riferendosi alla mancata firma
di un accordo di pace tra Lra e governo di Kampala il 10 aprile nei colloqui di pace che
si svolgevano a Juba, la capitale del Sud Sudan. Il 9 giugno il governo del Sud Sudan
ha stabilito di inviare rinforzi ai circa tremila soldati che già sono dispiegati nello stato
dell'Equatoria occidentale, che confina con l'Uganda settentrionale.
Equatoria / 45 morti per dissenteria
Almeno 45 persone sono morte per un'epidemia di dissenteria acuta nella regione di
Equatoria. Circa 640 sono i casi di infezione registrati. Lo ha comunicato la Croce
rossa internazionale (Irc), citando dati del ministero della Salute sudanese aggiornati
alla fine del mese di maggio. La maggior parte dei casi sono stati segnalati nel solo
mese di maggio presso l’ospedale di Juba, dove sono morte 26 persone.
Sudan / Il Pam taglia i propri voli umanitari per mancanza di fondi
Il Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp) ha annunciato il 10 giugno che è
costretto a rinunciare a un elicottero e a due aerei per mancanza di fondi. In questo
modo verrà rallentata la frequenza e diminuito il numero totale dei viaggi aerei.
I voli del Pam verso il Darfur e verso altre regioni del Sudan trasportano non solo cibo
ma anche passeggeri, in modo particolare gli operatori umanitari. In molti caso l'aereo
è l'unico mezzo che permette di raggiungere alcune località sudanesi. Il Pam ha anche
annunciato di essere costretto ad aumentare il prezzo del contributo monetario (“il
costo del biglietto”) che gli operatori umanitari pagano per essere trasportati in Darfur.

Il commento
Non c'è pace con l'Lra
Quest'anno doveva essere la volta buona per firmare una pace tra i ribelli del Lord
Resistance Army e il governo di Kampala. La mediazione era portata avanti dal
governo del Sud Sudan e i colloqui di pace si erano svolti, fino a questa primavera, a
Juba. Andavano avanti da due anni, il mediatore era Riek Machar, vicepresidente del
Sud Sudan. L'Lra è accusata di aver ucciso circa 100mila persone e di aver rapito
25mila bambini nel corso della ventennale guerriglia contro il presidente Museveni. Nel
2005 la Corte penale internazionale dell'Aja aveva emesso un mandato di arresto per
crimini di guerra contro Joseph Kony – il leader dell'Lra - e tre comandanti ribelli.
Come tutti i conflitti a bassa intensità scoppiati nei paesi confinanti del Sudan, anche
la ribellione in Uganda contro Museveni ha avuto conseguenze internazionali, e per un
po' di anni il governo di Khartoum, islamico, ha appoggiato e finanziato i fanatici
cristiani dell'Lra chiedendo loro in cambio di combattere l'Spla (la quale veniva
sostenuta dal governo di Kampala) in territorio sudanese.
Ma dal 2005, con la firma dell'accordo di pace per il Sudan e la creazione del governo
di unità nazionale, i margini di manovra per l'Lra si sono stretti al punto che la
leadership ha iniziato a pensare di poter arrivare a un accordo con Museveni
(altrimenti avrebbe dovuto rifugiarsi in Rd Congo o in Repubblica centrafricana).
Però i comandanti dell'Lra non voglio rispondere dei crimini che hanno commesso, né
davanti alla Corte penale internazionale né davanti a un vero tribunale africano. Così il
tanto atteso accordo è saltato e i miliziani/banditi/criminali dell'Lra sono ancora in
libertà, da qualche parte in qualche foresta africana. (Diego Marani)
I documenti
Darfur / Il settimo rapporto del Corte penale internazionale
Il documento di 17 pagine è stato pubblicato il 29 maggio 2008.
Il procuratore Luis Moreno Ocampo definisce l’intera regione del Darfur come «la
scena di un crimine». Le indagini della Corte sullo stato di attuazione della risoluzione
1593 del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che prevedeva la piena
collaborazione da parte del governo sudanese per l’arresto dei colpevoli di crimini di
guerra, dimostrano invece la sua totale mancanza di cooperazione e in particolare la
decisione di non intervenire nei confronti di Ahmad Harun e Ali Kushayb, verso i quali
la stessa corte aveva emesso un ordine di arresto trasmesso alle autorità sudanesi il
27 giugno 2007. Secondo l'accusa Ahmad Harun, tuttora ministro di stato per gli
Affari umanitari, ha coordinato l’esercito governativo e le milizie janjawid

nell’attaccare la popolazione civile nei villaggi «violentando e torturando individui che
non avevano preso parte a nessun conflitto, causando esodi di massa»; Ali Kushayb,
leader dei janjawid, è considerato responsabile di numerosi attacchi.
Secondo la Cpi l’impunità sta alimentando la violenza nella regione: «I criminali, nel
loro obiettivo di distruggere le comunità del Darfur, stanno ostacolando i tentativi di
mantenere la sicurezza e i sostegni umanitari. Arrestare Harun disgregherebbe le
attività criminali e potrebbe contribuire alla realizzazione di vere condizioni di pace e
sicurezza». La seconda parte del rapporto è incentrata sul monitoraggio degli ultimi
mesi. «I civili sono uccisi, le case bruciate, donne e bambine di 5-6 anni violentate,
famiglie costrette ad assistere. Non si tratta di un prodotto incidentale della guerra. È
un crimine calcolato, finalizzato ad arrecare danni irreparabili alle comunità». Allo
stesso modo sono pianificati - per moltiplicare l'insicurezza e scoraggiare la
ricostruzione futura - gli esodi forzati dei civili, le incursioni aeree, gli attacchi alle
scuole, ai centri profughi, agli operatori umanitari, le incursioni nei campi oltre
confine. Il documento si può leggere sul sito della corte (www.iccnow.org). (a cura di
Cristiana Paladini)
La Campagna Sudan
Chi siamo
La Campagna italiana per il Sudan è una campagna nazionale di informazione,
sensibilizzazione ed advocacy che opera dal 1994. Raggruppa organizzazioni della
società civile italiana (Acli Milano e Cremona, Amani, Arci, Caritas ambrosiana, Caritas
italiana, Mani Tese, Ipsia Milano, Missionari e missionarie comboniane, Nexus, Pax
Christi) e lavora in stretta collaborazione con enti pubblici e privati italiani e con varie
organizzazioni della società civile sudanese. In Italia la Campagna ha fatto conoscere
la situazione del Sudan e ha sostenuto i processi volti al raggiungimento di una pace
rispettosa delle diversità sociali, etniche, culturali, religiose della sua popolazione. Il
sito che illustra l'attività della Campagna è in via di rifacimento; per informazioni sulle
sue attività passate www.campagnasudan.it.

Note: Contatti: Cristina Sossan, segreteria Campagna Sudan, telefono 02-7723285,
segreteria@campagnasudan.it .

Questa Newsletter, aggiornata al 15 giugno 2008, è a cura di Diego Marani. Si
ringraziano Cristiana Paladini e le Acli di Cremona per la collaborazione.

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