Newsletter numero 14
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INDICE
I fatti
Darfur, 1 / Trenta condanne a morte per l'assalto di Omdurman
Darfur, 2 / Bashir contro la Francia
Darfur, 3 / Il viaggio di Bashir nella regione
Darfur, 4 / L'Egitto chiede una conferenza internazionale, la Lega araba
critica la Cpi
Darfur, 5 / La Cpi indagherà sui ribelli
Incriminazione Bashir, 1 / Sudafrica e Ue: basta impunità
Incriminazione Bashir, 2 / L'Ua alla Cpi: sospendete l'accusa
Sudan, 1 / Salva Kiir si candida ufficialmente per le presidenziali del
2009
Sudan, 2 / Nuovo ambasciatore in Italia
I documenti
Small Arms Survey / Il Ciad «darfurizzato»
La Campagna
Il nuovo sito
Chi siamo
I fatti (Fonti: Ansa, Afp, Al Jazeera, Ansa, Ap, Bbc, Misna)
Darfur, 1 / Trenta condanne a morte per l'assalto di Omdurman
I tribunali sudanesi hanno condannato tra il 29 e il 31 luglio alla pena capitale per impiccagione
trenta uomini riconosciuti colpevoli di far parte di un gruppo di ribelli del Darfur, il Movimento per la
giustizia e l'uguaglianza (Jem) e di aver partecipato all’attacco dello Jem del 10 maggio a
Omdurman e Khartoum che causò combattimenti strada per strada tra soldati e ribelli, con
centinaia di morti. Per diventare effettivo, il verdetto deve essere confermato da una corte di
appello, quindi dalla massima autorità giudiziaria del Paese, prima di essere firmato dal presidente
sudanese Omar el Bashir. Il tribunale che ha emesso la sentenza è solo uno dei cinque istituiti dal
governo sudanese per processare i 52 imputati dell’attacco a Omdurman (tra cui figura Abdel Aziz
Acher, uno dei dirigenti del Jem, cognato del leader del movimento, Khalil Ibrahim) ed è il primo a
emettere una sentenza. L'Splm, partito del governo di unità nazionali, ha chiesto al presidente di
graziarli.
Nello stesso giorno, 29 luglio, Bashir ha ordinato la liberazione di circa 400 ragazzi di età fino ai
15 anni che erano stati arrestati per l’attacco a Omdurman.
Darfur, 2 / Bashir contro la Francia
Il presidente Bashir, durante un discorso del 23 luglio ai suoi concittadini del Darfur del sud, nella
capitale Nyala, ha accusato il governo francese di ostacolare il processo di pace in Darfur dando
ospitalità ad uno dei principali capi ribelli, Abdel Wahid Mohamed Nur. «La Francia parla di pace
in Sudan e cita genocidi e crimini di guerra» ha detto Bashir «ma è quella che incita alla
prosecuzione della guerra. È quella che non vuole la pace in Darfur, perché vuole impossessarsi
delle sue ricchezze».
Darfur, 3 / Il viaggio di Bashir nella regione
Una settimana dopo l'incriminazione per genocidio da parte della Corte penale internazionale, il 23
luglio il presidente sudanese Omar el Bashir ha compiuto un viaggio di alcuni giorni in Darfur a El
Fasher, Nyala e Jenina. Nei discorsi pronunciati davanti ai suoi sostenitori ha definito «menzogne»
e «bugie strumentali» le accuse contro di lui e ha invitato alla ripresa delle trattative di pace.
Negli stessi giorni l'Sla di Minni Minawi, l'unico gruppo ribelle in Darfur ad aver firmato il trattato di
pace a maggio 2006 con Khartoum, ha denunciato che mentre Bashir visitava il Darfur facendo un
appello per la pace a tutte le parti in conflitto, gli aerei delle forze armate sudanesi hanno
bombardato villaggi in Darfur e ucciso tre persone.
Darfur, 4 / L'Egitto chiede una conferenza internazionale, la Lega araba critica la Cpi
L'Egitto vuole lo svolgimento di una conferenza internazionale per una soluzione politica in Darfur.
Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri del Cairo, Ahmed Aboul Gheit. L'Egitto ha presentato
questa proposta ai capi della diplomazia della Lega araba riuniti d'urgenza al Cairo su richiesta di
Khartoum. Il 19 luglio, nel discorso
di apertura della riunione straordinaria del Consiglio
ministeriale della Lega Araba, il ministro degli esteri di Gibuti, Mussa Mohamed, aveva definito la
richiesta di incriminazione per genocidio del presidente sudanese Bashir da parte del procuratore
generale della Corte penale internazionale (Cpi) «un passo grave, senza precedenti contro uno
stato sovrano» e una vicenda che «non mette a rischio solo la stabilità del Sudan ma quella di tutta
la regione, nel caso che la Cpi decida la prosecuzione del giudizio».
Darfur, 5 / La Cpi indagherà sui ribelli
Il 17 luglio il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), Louis Moreno-Ocampo, si è
impegnato, durante una visita al Palazzo di Vetro a New York, ad avviare un'azione giudiziaria
contro i ribelli della regione sudanese del Darfur considerati responsabili della morte di dieci soldati
dell’Unione africana (Ua), uccisi nel settembre scorso in quello che era stato definito il massacro di
Haskanita. «Abbiamo informazioni sull’identità dei responsabili, ma dobbiamo portare più prove»
ha dichiarato Moreno-Ocampo durante una conferenza stampa «e voglio approfittare di questa
occasione per chiedere ai ribelli di fornire elementi di prova e cessare le ostilità: devono controllare
i loro uomini e aiutare la Corte».
Incriminazione Bashir, 1 / Sudafrica e Ue: basta impunità
Il Sudafrica e l'Unione europea hanno sollecitato il 25 luglio il presidente sudanese Bashir a «fare
dei gesti» per dimostrare «di aver ricevuto il messaggio» inviato dalla Corte penale internazionale
(Cpi). Lo ha dichiarato il presidente francese Nicolas Sarkozy, nella conferenza stampa di chiusura
del vertice Ue-Sudafrica che si è tenuto a Bordeaux tra Thabo Mbeki (presidente del Sudafrica), lo
stesso Sarkozy (presidente di turno dell'Ue) e José-Manuel Barroso (presidente della
Commissione europea). In una dichiarazione comune essi «hanno sottolineato che occorre
mettere fine allo stato di impunità in Darfur».
Incriminazione Bashir, 2 / L'Ua alla Cpi: sospendete l'accusa
L’Unione africana (Ua) il 21 luglio ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di sospendere la
procedura della Corte penale internazionale (Cpi) contro il presidente del Sudan, Bashir, accusato
di genocidio, per non «compromettere il processo di pace». Lo ha detto il ministro degli Esteri
nigeriano, Ojo Maduekwe. «L’Unione africana chiede al Consiglio di sicurezza dell’Onu di
interrompere il procedimento portato avanti dalla Cpi, tenuto conto della necessità di assicurare che il processo di pace in Sudan non sia compromesso», ha dichiarato Maduekwe, il quale ha poi
aggiunto: «Esortiamo il governo del Sudan a investigare immediatamente sulle violazioni dei diritti
umani nel Paese».
Sudan, 1 / Salva Kiir si candida ufficialmente per le presidenziali del 2009
Il 26 luglio Salva Kiir, il leader dell'Spla che è presidente del Sud Sudan e vicepresidente del
Sudan, ha annunciato di aver preso ufficialmente la decisione di candidarsi per le elezioni
presidenziali previste per il 2009.
Sudan, 2 / Nuovo ambasciatore in Italia
Il nuovo ambasciatore del Sudan in Italia è Alier Deng Ruai Deng. La Farnesina e la Presidenza
della repubblica italiana hanno comunicato ufficialmente la notizia.
La Campagna Italiana per il Sudan gli augura buon lavoro, e ringrazia il suo predecessore per
l'attenzione e la disponibilità al confronto sempre dimostrata.
I documenti
Small Arms Survey / Il Ciad «darfurizzato»
Small Arms Survey, un gruppo di ricerca dell’istituto di studi internazionali di Ginevra, in aprile ha
pubblicato un rapporto che analizza l’influenza delle scelte politiche del governo Ciad sul conflitto
in Darfur e le ricadute di questo sull’intera regione. Il documento intitolato The Chad-Sudan proxy
war and the “Darfurization” of Chad: Myths and Reality può essere consultato sul sito
www.smallarmsurvey.org
. L’autore del testo (Jerome Tubiana) cerca di dimostrare che la
convinzione secondo cui il conflitto in Darfur si stia estendendo al Ciad a causa delle milizie
janjawid sia un'eccessiva e pericolosa semplificazione della realtà che non tiene in considerazione
né le dinamiche politiche ed etniche della zone né la rilevanza di un'eventuale crisi politica in Ciad.
Nei primi capitoli il documento fornisce una sintesi del contesto storico e sociale del conflitto tra
Sudan e Ciad. Viene dedicata particolare attenzione al contesto ciadiano e alle dinamiche interne
alle fazioni dei ribelli. Si afferma che «il governo del Sudan ha più volte provato, senza successo, a
unificare i gruppi ribelli del Ciad per destabilizzare il regime di Deby». A conclusione del lavoro
l’autore argomenta che «gli attuali sforzi internazionali di peacekeeping non sono correttamente
indirizzati e non avranno il successo sperato se non vengono sostenuti da azioni diplomatiche
volte a portare l’opposizione armata e non e il governo di Deby allo stesso tavolo di negoziati». (a
cura di Mauro Plate)
La Campagna Sudan
Il nuovo sito
Vi invitiamo a visitare il nuovo sito della Campagna Sudan –
www.campagnasudan.it
- che è on line dal 16 luglio. Il nuovo sito rispecchia i nuovi obiettivi della Campagna e illustra molteplici
attività sia in Sudan sia in Italia: vi terrà aggiornati anche sulle notizie dal paese, attraverso questa
newsletter, pubblicata ogni 2 settimane, cui è possibile iscriversi dalla home page del sito.
Inoltre saranno scaricabili: documenti per approfondire processi di pace, diritti umani, storia,
politica ed economia del Sudan; materiali e kit informativi realizzati dalla Campagna anche a scopo
didattico; foto e dettagli dei progetti realizzati e in corso. Inviateci commenti suggerimenti e
segnalazioni; ci piacerebbe che il sito potesse crescere e migliorare con il contributo di tutti coloro
che si occupano di Sudan in Italia.
Chi siamo
La Campagna italiana per il Sudan è una campagna nazionale di informazione, sensibilizzazione
ed advocacy che opera dal 1994. Raggruppa organizzazioni della società civile italiana (Acli
Milano e Cremona, Amani, Arci, Caritas ambrosiana, Caritas italiana, Mani Tese, Ipsia Milano,
Missionari e missionarie comboniane, Nexus, Pax Christi) e lavora in stretta collaborazione con
enti pubblici e privati italiani e con varie organizzazioni della società civile sudanese. In Italia la
Campagna ha fatto conoscere la situazione del Sudan e ha sostenuto i processi volti al
raggiungimento di una pace rispettosa delle diversità sociali, etniche, culturali, religiose della sua
popolazione. Il sito che illustra l'attività della Campagna è in via di rifacimento; per informazioni
sulle sue attività passate
www.campagnasudan.it
Cristina
Sossan,
segreteria
Campagna
Sudan,
telefono
02-7723285,
segreteria@campagnasudan.it .
Questa Newsletter, aggiornata al 31 luglio 2008, è a cura di Diego Marani. Si ringraziano le Acli di
Cremona per la collaborazione.
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