Newsletter n. 23
Indice
I fatti
Sudan, 1 / Aumenta la tensione in attesa della decisione della Cpi
Sudan, 2 / Le proposte dell'inviato speciale Usa al presidente Bush
Sudan, 3 / Sempre più Russia e Cina
Darfur, 1 / Minnawi accusa il governo di non rispettare gli accordi
Darfur, 2 / Ucciso un casco blu
Darfur, 3 / Lo Jem minaccia attacchi su larga scala
Darfur, 4 / L'Unicef stima migliaia di soldati minorenni
Sud Sudan, 1 / Nhial Deng Nhial ministro della difesa
Il contesto regionale
Uganda / L'Onu approva l'attacco contro il Lra in Rd Congo
Somalia / Il presidente Yusuf si dimette
I documenti
Somalia: il rapporto dell'Icg
La Campagna
Chi siamo
I fatti (Fonti: Afp, Al Jazeera, Ansa, Ap, Bbc, Misna, Reuters)
Sudan, 1 / Aumenta la tensione in attesa della decisione della Cpi
(In evidenza)
Lo scontro tra Luis Moreno-Ocampo, procuratore della Corte penale internazionale (Cpi) e il presidente del Sudan Bashir diventa ogni settimana più intenso; dopo aver coinvolto le diplomazie di mezzo mondo si è allargato anche alle aule giudiziarie in Sudan. Il 22 dicembre è iniziato il processo, in un tribunale di Khartoum Nord, contro Mohamed Alsary Ibrahim, accusato di spionaggio in quanto avrebbe raccolto documenti sui crimini commessi in Darfur per consegnarli alla Cpi, che ha accusato il presidente Bashir (insieme ad altri esponenti del governo di Khartoum) di aver pianificato un genocidio e di aver commesso crimini di guerra e contro l'umanità in Darfur. Il Sudan non riconosce l'autorità della Cpi.
Mohamed Alsary Ibrahim è il primo sudanese ad essere accusato per aver collaborato con la Cpi, in particolare per quanto riguarda l'incriminazione di Ahmed Haroun, attuale sottosegretario per gli affari umanitari. Qualora venisse giudicato colpevole, Mohamed Alsary Ibrahim rischierebbe la pena di morte.
Il 28 dicembre i servizi di sicurezza sudanesi hanno arrestato e dopo alcune ore rilasciato anche Ali Mahmoud Hassanein, vicepresidente del Democratic Unionist Party (Dup), storico partito dell'opposizione sudanese. Ali Mahmoud Hassanein, che ha 74 anni ed è un conosciuto avvocato di Khartoum, ha più volte dichiarato di condividere l'idea che sottende l'istituzione della Cpi.
Il 27 novembre anche Osman Hummida, un attivista per i diritti umani, era stato rilasciato dopo cinque giorni di prigione con l'accusa di «spionaggio» a favore della Cpi. Hummida, tra i fondatori di una organizzazione sudanese contro la tortura, era stato arrestato insieme ad altri due attivisti, Moniem El-Gak e Amir Suleiman, poi rilasciati. [vedi Newsletter 21 del 1 dicembre 2008]
Nel fascicolo contro Bashir a novembre sono state aggiunte oltre 700 pagine di quelle che, secondo il procuratore Ocampo, sono le prove della colpevolezza del presidente del Sudan.
Sudan, 2 / Le proposte dell'inviato speciale Usa al presidente Bush
Il New York Times il 28 dicembre ha pubblicato un articolo (che si può leggere, in inglese, anche nella edizione online del quotidiano statunitense) sulle proposte presentate da Richard Williamson, inviato speciale americano in Sudan, al presidente degli Stati Uniti George W. Bush, a partire dal 2004.
L'obiettivo era quello di fermare il massacro in Darfur. Nel memorandum inviato da Williamson a Bush si ipotizzavano pressioni crescenti nei confronti del governo di Khartoum: bloccare telefonini e accessi internet della capitale, interrompere le esportazioni di petrolio nel Mar Rosso, fino a un attacco militare per distruggere a terra l'aviazione sudanese. Williamson avrebbe anche suggerito di fornire missili terra-aria al governo del Sud Sudan.
Sudan, 3 / Sempre più Russia e Cina
Una delegazione di alto livello del Partito comunista cinese ha compiuto dal 21 al 24 dicembre una visita in Sudan, invitata dal National Congress Party, partito del presidente Bashir. Lo scopo era quello di stabilire una relazione economica tra il Sudan e la regione di Guangxi, in particolare nel settore dell'agricoltura e nell'industria di produzione dello zucchero. La Cina è il principale partner commerciale ed economico del Sudan.
Negli stessi giorni il governo di Khartoum ha comunicato ufficialmente il proprio apprezzamento per la decisione della Russia, all'inizio di dicembre, di inviare un proprio rappresentante speciale in Sudan, Mikhail Margelov. In novembre il ministro sudanese della difesa era andato a Mosca per concludere un importante accordo militare. [vedi Newsletter 21 del 1 dicembre 2008]. Il ministro sudanese degli esteri Mustafa Osman Ismail ha dichiarato di auspicare un forte incremento delle relazioni bilaterali tra i due paesi, in particolare nel settore petrolifero.
Darfur, 1 / Minnawi accusa il governo di non rispettare gli accordi
Minni Minnawi a fine dicembre ha accusato il governo sudanese di non implementare l'accordo firmato ad Abuja nel 2006. Minnawi, consigliere per il Darfur del presidente sudanese Omar el Bashir, è stato l'unico leader dei ribelli del Darfur ad aver accettato gli accordi. Abdel-Gabar Dosa, il principale negoziatore di Minnawi, ha inviato una mail al quotidiano online Sudan Tribune sottolineando che finora il governo di Khartoum ha messo in pratica solo l'8% di quanto promesso. Se non ci saranno cambiamenti immediati, secondo Abdel-Gabar Dosa la fazione dell'Slm guidata da Minnawi è «pronta a bruciare quel pezzo di carta».
Il 25 dicembre Minnawi è andato ad Asmara per incontrare il presidente eritreo Isaias Afewerki e discutere del conflitto in Darfur. Durante la visita Minnawi ha avuto contatti con le delegazioni di gruppi ribelli del Darfur ospitate dall'Eritrea.
Darfur, 2 / Ucciso un casco blu
Il 29 dicembre un ufficiale dei caschi blu africani stanziati in Darfur è morto in seguito alle ferite riportate in un scontro a fuoco a El Fasher. Alcuni banditi non identificati gli hanno sparato mentre cercavano di rubare il veicolo su cui viaggiava. Nel 2008 undici caschi blu sono stati assassinati in Darfur.
Darfur, 3 / Lo Jem minaccia attacchi su larga scala
Il 22 dicembre il movimento per la giustizia e l’uguaglianza (Jem), uno dei principali gruppi ribelli del Darfur, ha minacciato un attacco contro tutte le principali posizioni dell’esercito sudanese intorno ad alcune delle principali città del Sudan. Il vice-comandante militare del movimento, Suleiman Sandal, ha definito l’attacco imminente. In un comunicato ha invitato «le missioni diplomatiche e le ambasciate a prendere tutte le misure di sicurezza opportune». Nel maggio 2008 lo Jem aveva attaccato a sorpresa la capitale Khartoum e la vicina Omdurman, per la prima volta nella storia del Sudan indipendente trasformate in un campo di battaglia.
Darfur, 4 / L'Unicef stima migliaia di soldati minorenni
Un rapporto dell'Unicef, l'agenzia delle Nazioni Unite per l'infanzia, diffuso nella seconda metà di dicembre dal responsabile dell’ufficio sudanese, Ted Chaiban, stima che fino a 6.000 minorenni sarebbero arruolati nelle file dei movimenti che si combattono in Darfur. Secondo il rapporto anche tra le fila dell’esercito e della polizia governativa vi sarebbero minori di 18 anni. Il capo dell’Unicef in Sudan ha precisato che oltre a svolgere compiti logistici, i minori, soprattutto nei gruppi antigovernativi, vengono utilizzati come combattenti. La maggior parte dei minori soldati identificati dall’Unicef ha un’età compresa tra i 15 e i 17 anni.
Sud Sudan, 1 / Nhial Deng Nhial ministro della difesa
Dal 22 dicembre Nhial Deng Nhial è il nuovo ministro della difesa del Sud Sudan. Nhial Deng Nhial, laureato in legge a Khartoum, è originario del Bahr el Ghazal ed è tornato ad avere una posizione di rilievo nel governo del Sud Sudan dopo due anni di assenza.
Il contesto regionale
Uganda / L'Onu approva l'attacco contro il Lra in Rd Congo
Il 23 dicembre il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato l'azione degli eserciti di Sud Sudan, Rd Congo e Uganda che hanno condotto un attacco contro l’Esercito di resistenza del Signore (Lra, la milizia che combatte da vent'anni il governo di Kampala e che viene ritenuta responsabile di innumerevoli crimini contro i civili) nell’estremo nordest della Repubblica democratica del Congo al confine con Uganda e Sud Sudan. [Vedi Newsletter 22 del 15 dicembre 2008]. I quindici paesi membri del Consiglio di sicurezza hanno espresso soddisfazione per l’azione congiunta contro la minaccia posta dal Lra.
Somalia / Il presidente Yusuf si dimette
Abdallahi Yusuf, presidente del governo federale di transizione della Somalia, il 26 dicembre ha annunciato le proprie dimissioni di fronte al parlamento, nella città di Baidoa. Yusuf, per anni sostenuto dalla comunità internazionale e dall'esercito etiopico, ha riconosciuto di non essere stato capace di riportare «pace, stabilità e democrazia» in Somalia: il paese resta in preda all'anarchia, con il sud controllato da milizie islamiste, Mogadiscio insanguinata dalla guerra civile e nel nord due regioni – Somaliland e Puntland – di fatto autonome.
Nel frattempo procede a rilento il ritiro dei soldati etiopici da Mogadiscio e dalla Somalia, annunciato da Addis Abeba [vedi Newsletter 22 del 15 dicembre]. Le truppe di Addis Abeba sono ancora impegnate in rastrellamenti e operazioni di polizia, mentre proseguono le sparatorie contro i caschi verdi dell'Unione africana e contro gli stessi soldati etiopici in ritirata; nei combattimenti spesso vengono causate vittime civili.
I documenti
Somalia: il rapporto dell'Icg
Il 23 dicembre l'International Crisis Group ha pubblicato un rapporto di 45 pagine dal titolo Somalia: To Move Beyond the Failed State, confermandosi ancora una volta come uno tra i più autorevoli e puntuali centri di studio internazionale sul tema del monitoraggio e della prevenzione dei conflitti.
Il rapporto analizza l'azione dei soldati etiopici in Somalia (2006-08), il fallimento del governo federale somalo di transizione, il percorso politico e le divisioni interne che hanno spinto il presidente Yusuf alle dimissioni, il ruolo dell'opposizione islamica, la campagna militare delle milizie che combattono il governo e i soldati etiopici, senza dimenticare le dinamiche claniche e gli innumerevoli contrasti interni che rendono così complesso il quadro politico somalo. Un capitolo analizza la crisi economica e quella umanitaria con molte e interessanti visioni dall'interno.
La Somalia è in preda all'anarchia dal 1991; l'attuale fase del conflitto coinvolge fortemente Etiopia ed Eritrea. Il rapporto dell'Icg è uno strumento indispensabile per iniziare a capire la complessità di ciò che accade a Mogadiscio e in Somalia. Si può leggere in versione integrale in inglese sul sito www.crisisgroup.org.
Chi siamo
La Campagna italiana per il Sudan è una campagna nazionale di informazione, sensibilizzazione ed advocacy che opera dal 1994. Raggruppa organizzazioni della società civile italiana (Acli Milano e Cremona, Amani, Arci, Caritas ambrosiana, Caritas italiana, Mani Tese, Ipsia Milano, Missionari e missionarie comboniane, Nexus, Pax Christi) e lavora in stretta collaborazione con enti pubblici e privati italiani e con varie organizzazioni della società civile sudanese. In Italia la Campagna ha fatto conoscere la situazione del Sudan e ha sostenuto i processi volti al raggiungimento di una pace rispettosa delle diversità sociali, etniche, culturali, religiose della sua popolazione. Per informazioni: www.campagnasudan.it .
Questa Newsletter, aggiornata al 31 dicembre 2008, è a cura di Diego Marani. Si ringraziano le Acli di Cremona per la collaborazione.
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