Oltre 1200 i talebani uccisi dai soldati italiani in Afghanistan
E’ in tutto e per tutto, anche per i nostri contingenti a Kabul e dintorni, il bilancio di una vera guerra, di quelle che chiamano “nuove”, dove i morti di parte occidentale sono relativamente pochi – ma pure ci sono – e quelli dell’altra parte sono tanti, tantissimi. E di questi ovviamente non si parla o se ne parla tra le righe, soprattutto se fanno parte dell’indifferenziato mucchio degli insurgents, mescolati sempre e sempre ad arte confusi, nelle cronache dal fronte, con i terroristi di Al Qaeda. Così pesano meno sulla coscienza di tutti, dai generali, ai ministri, all’opinione pubblica.
Oltre 1200 i talebani uccisi dagli italiani in Afghanistan, da quanto il nostro Paese si è reso responsabile della partecipazione diretta all’impresa bellica degli Stati Uniti, fin dall’inizio, ai tempi di Bush, con l’invio nel 2003 di un piccolo contingente a Khost, sul confine col Pakistan. Ma è cifra approssimativa per difetto e non c’è da avere dubbi in proposito.
I segreti di guerra resistono, sono a prova di bomba. Il grosso degli uccisi da mano italiana risalirebbe alla primavera del 2009, nella famigerata e sanguinosissima campagna detta appunto di primavera, nella zona di confine, per quello che ci riguarda, con la regione di Kandhar. Quanti i morti della campagna di quest’anno, diretta fino a ieri dal rimosso generale McChrystal e nella quale, sotto comando ormai da tempo americano, si sono avvicendati l’italianissima Brigata Sassari e gli altrettanto italiani Alpini della Taurinense?
La notizia di questo mortifero bilancio, proveniente da attendibili fonti ufficiose, è stato fornito dal direttore di RID (Rivista italiana difesa) Andrea Nativi, esperto ed informatissimo analista di faccende militari. L’Espresso ne dà notizia questa settimana. Il ministro La Russa tace e tace il governo, che nemmeno si vergogna più di nascondere la sanguinosa violazione della Costituzione in atto da anni.
E anzi è sempre più disponibile ad aumentare uomini e mezzi per la guerra mentre taglia di tutto per quanto riguarda le spese sociali nel nostro Paese. Tacciono tutti e tace anche il presidente della Repubblica, che ha convocato in questi giorni il Consiglio Supremo di Difesa guardandosi bene dal sollevare la questione dell’articolo 11, così platealmente e continuativamente violato.
Noi ci ostiniamo a stare con la Costituzione, a ripudiare la guerra, a chiedere che i militari italiani vengano richiamati a casa. E, se mai fossimo in grado di farlo come Italia, si cerchino altre strade per aiutare quel Paese, che di tutto ha bisogno fuorché di una guerra come quella che là furoreggia e che Obama vuol continuare a ogni costo, ieri con McCrhystal e oggi con Petraeus.
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