Conflitti

No fly zone e no life zone

29 marzo 2011
K. Selim
Tradotto da Debora Del Pistoia per PeaceLink
Fonte: Le Quotidien d'Oran - 25 marzo 2011

Su Gaza vige la no life zone. Nessuno se ne preoccupa, mentre da decenni i Palestinesi si ribellano contro il regime vigente, quello del razzismo e dell’occupazione coloniale. Nel momento in cui l’emittente Al Jazira, con una svolta repentina, ci presenta la NATO come un’angelica organizzazione armata di difesa dei diritti dell’uomo, è utile ricordarlo.

La piscina di Gaza

Con questo ci auguriamo di non essere accusati di militare nelle file dei difensori dell’orribile dittatore di Tripoli o dei suoi simili altrove nel mondo arabo. Ma a proposito della Libia, purché non si voglia essere miopi, le operazioni occidentali sono delle cannoniere e lo saranno sempre di più, a mano a mano che diventa evidente che l’insurrezione non ha i mezzi per rovesciare il rapporto di forza militare sul campo.

La risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza, resa possibile dalla Lega Araba, non attribuisce agli Occidentali il mandato per distruggere il regime di Gheddafi. E’ necessario ricordarlo sinceramente. Eppure è proprio questo l’obiettivo degli Occidentali.

Orbene, le diserzioni nelle file dell’esercito fedele a Gheddafi si sono esaurite. Il regime resiste, ha le sue tribù e le sue città. Salvo il caso in cui avvenga un intervento terrestre, ci ritroviamo in uno status quo che propizia la “somalizzazione” della Libia, o se non altro una sua spartizione. Gli Occidentali provano, con mezzi militari, a rompere questo status quo.

Almeno ufficialmente questi non possono intervenire sul terreno. Per indebolire il regime, devono spingersi verso bombardamenti massicci, verso il tentativo di annientamento di tutti coloro che sostengono attualmente Gheddafi. In altre parole, serve un enorme massacro da plaudire in nome della necessità di evitare un altro massacro. In definitiva, bisogna scegliere tra le vittime che sono tutte libiche.

Il conflitto politico in Libia ha cambiato sembianze con l’intrusione degli Occidentali e la ritirata degli Stati vicini che sarebbero dovuti “intervenire” con ogni mezzo a favore dei libici contro il regime. Ormai la situazione gli è sfuggita di mano.

Gli eventi possono sfuggire di mano anche in Siria, dove la durezza del regime e il suo rifiuto di emanare riforme aprono una forbice di opportunità enorme per gli Occidentali di chiudere con uno degli ultimi paesi riluttanti alla pax-americana nella regione.

E’ importante ricordare, in questo scenario e proprio nel momento in cui la propaganda occidentale si rallegra perché la questione palestinese non occupa più lo spirito della “piazza araba”, che Gaza e i territori occupati rappresentano una “no life zone”. E che li vive una popolazione sotto embargo da molti anni, accerchiata da un gigantesco esercito coloniale.

Per concludere questo quadro sui drammi regionali, merita fare un’osservazione: le analisi facili sono spesso le meno pertinenti. La rete araba d’informazione sui diritti dell’uomo ha appena accusato, a giusto titolo, la “star” Al Qaradhaoui. Questa pone l’accento sull’ipocrisia del religioso, che ha sostenuto la rivoluzione in Egitto e in Tunisia (è positivo), ha decretato una fatwa per uccidere Gheddafi (un religioso ha il ruolo di spingere a compiere un assassinio?) e che ha tacciato (questo è veramente vergognoso) la contestazione in Bahrein di essere confessionale e che non si esprime a proposito della repressione in Arabia Saudita. Al Qaradhaoui ubbidisce a un’analisi politica coerente? Oppure emette delle fatwa sulla base del suo status di funzionario di Al Jazira?

Pertanto, sosteniamo le rivoluzioni autentiche dei popoli, ma non facciamoci abbindolare, la questione è complessa. E non dimentichiamo mai che tra questi popoli ci sono i Palestinesi che si battono con un grande coraggio e con dei mezzi limitati contro l’oppressione dell’ultimo sistema di apartheid del pianeta.

Tradotto da Debora Del Pistoia per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.
N.d.T.: Titolo originale: "No fly zone et no life zone"

Articoli correlati

  • No all’aumento delle spese militari
    Disarmo
    Le slides per informare correttamente l'opinione pubblica

    No all’aumento delle spese militari

    Circolano statistiche artefatte per convincere l'opinione pubblica che le spese militari della Russia siano superiori a quelle dell'Europa. Oggi a Lecce verranno proiettate queste slide che - utilizzando gli stessi dati della Nato - smentiscono la propaganda per l'aumento delle spese militari.
    25 febbraio 2025 - Redazione PeaceLink
  • Comparazione fra le spese militari della Nato con quelle della Russia
    Disarmo
    Dati 2014-2024

    Comparazione fra le spese militari della Nato con quelle della Russia

    La Russia ha aumentato le spese militari da 69 a 109 miliardi di dollari mentre la Nato le ha aumentate da 910 a 1185.
    8 febbraio 2025 - Redazione PeaceLink
  • Se il riarmo non è necessario per la difesa allora serve per la guerra
    Disarmo
    Il rapporto di forze è già nettamente favorevole all’Occidente

    Se il riarmo non è necessario per la difesa allora serve per la guerra

    L’Alleanza Atlantica rappresenta il 55% della spesa militare mondiale, mentre la Russia, il nemico designato della NATO, ne copre solo il 5%. Questo divario di 11 a 1 pone una domanda: perché intensificare ulteriormente il riarmo?
    6 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti
  • In Romania è in costruzione la più grande base Nato europea
    Disarmo
    La base aerea di Mihail Kogalniceanu agita il dibattito politico rumeno

    In Romania è in costruzione la più grande base Nato europea

    Situata nei pressi della città di Costanza, sul Mar Nero si trova in una posizione strategica, a pochi chilometri dalla Crimea, area di tensione tra l'Ucraina e la Russia. Il candidato Georgescu, forte della maggioranza dei voti, ha affermato che potrebbe essere utilizzata per attaccare la Russia
    24 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.30 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)