Quella portaerei, di nome Sicilia
Tre scali aerei, i porti, numerose postazioni radar, depositi di munizioni e carburante. Il conflitto scatenato contro
Lo scalo offre il supporto tecnico-logistico e il rifornimento munizioni e carburante agli aerei a decollo verticale V-22 “Ospreys” e agli elicotteri d’assalto CH-46 “Sea Knight” e CH-53E “Super Stallion” del Corpo dei marines, imbarcati sulle unità che assediano la costa nordafricana, e ai 15 cacciabombardieri F-15, F-16 e B-2 (gli “aerei invisibili”) che l’US Air Force ha trasferito nel Canale di Sicilia. Da Sigonella partono anche gli aerei cisterna KC-130 e KC-135 utilizzati per il rifornimento in volo dei velivoli impegnati nei raid. Oltre ai mezzi statunitensi, dalla base sono operativi sei caccia F-16 dell’aeronautica danesi, a cui potrebbero aggiungersi gli intercettori di Canada, Norvegia e Spagna. Coinvolti nella missione in Libia sono infine i reparti USA schierati stabilmente a Sigonella, come l’Helicopter Combat Support Squadron HC-4, il Fleet Logistic Support Squadron VR-24 e il 25° Squadrone Antisommergibile della US Navy. Un cocktail di strumenti di morte a cui l’aeronautica militare italiana non fa mancare il suo contributo: a nove pattugliatori “Atlantic” del 41° Storno antisommergibile è stato affidato infatti il controllo dello spazio aereo e marittimo prospiciente del Mediterraneo centrale.
La cosiddetta operazione Odissey Dawn ha però il pregio di offrire una concreta opportunità per sperimentare sul campo i nuovi aerei senza pilota UAV “Global Hawk” che l’US Air Force ha iniziato a dislocare a Sigonella nell’ottobre 2010 in vista della sua trasformazione in “capitale internazionale” dei giganteschi aerei utilizzati per lo spionaggio e la direzione degli attacchi, convenzionali e nucleari, contro ogni possibile obiettivo nemico in Europa, Asia ed Africa. Stando ai piani del Pentagono, nella base siciliana dovrebbe operare entro il 2012 un plotone di 4-5 “Global Hawk”, mentre altri 5 velivoli UAV potrebbero essere assegnati entro anche ai reparti della Marina USA presenti in Sicilia. A questo fine si sta realizzando un enorme complesso per la manutenzione dei “Global Hawk”, un programma considerato “strategico” dal Dipartimento della difesa, e i cui lavori multimilionari sono stati appaltati alla CMC di Ravenna (Legacoop).
Scalo di dimensioni più ridotte ma di uguale importanza strategica per la guerra alla Libia è quello di Trapani-Birgi. Sede dal 1984 ospita della NATO Airborne Early Warning and Control Force dotata dei velivoli radar Awacs, Trapani-Birgi ospita i cacciabombardieri F-16 del 37° Stormo dell’Aeronautica militare italiana, disponibili per le intercettazioni aeree e il bombardamento di obiettivi terrestri. È in questo scalo che il ministro della difesa
Tutti i velivoli della coalizione possono utilizzare in qualsiasi momento le due piste di volo e il mega-hangar “Pier Luigi Nervi” ricavato all’interno di una collina dell’isola di Pantelleria - la postazione più avanzata di Odissey Dawn - capace di ospitare sino ad una cinquantina di aerei da guerra. Nello scalo sono stati completati di recente i lavori di ampliamento delle piste e di ristrutturazione dell’aerostazione che ha assunto un ruolo chiave nelle attività anti-migranti. D’importanza strategica pure alcuni impianti radar disseminati in Sicilia, a partire dal centro di Mezzogregorio (Siracusa), a cui è assegnato il compito di elaborare le informazioni raccolte da aerei, unità navali e dalle squadriglie radar dell’Ami presenti nell’isola di Lampedusa e a Marsala. I dati vengono poi trasferiti al Comando operativo delle forze aeree (COFA) di Poggio Renatico (Ferrara), il più grande centro di intelligence delle forze armate in Italia. Il Dipartimento della difesa USA può contare invece sui sofisticati sistemi di telecomunicazione di Sigonella e sulla stazione di Niscemi (Caltanissetta), dove sorgono una quarantina di antenne a bassissima frequenza per la trasmissione degli ordini di attacco ai sottomarini a propulsione nucleare. Tre di questi, in immersione nel Mediterraneo, hanno già lanciato contro
Ad assicurare le operazioni di rifornimento delle navi da guerra e dei sottomarini statunitensi, italiani e dei paesi partner è la base navale di Augusta (Siracusa), in una delle aree a più alto rischio ambientale d’Italia per la presenza di raffinerie, industrie chimiche, depositi di armi, ecc.. Augusta è classificata in ambito militare quale NATO facility ed è utilizzata dall’Alleanza atlantica e dalla VI Flotta USA per lo stoccaggio delle munizioni e deposito POL (petrolio, nafta e lubrificanti). Decine di elicotteri da trasporto fanno da ponte con la vicina base Sigonella, sorvolando popolati centri urbani. I morti di questa guerra sono invisibili. Gli angeli sterminatori, no.
Tre scali aerei, i porti, numerose postazioni radar, depositi di munizioni e carburante. Il conflitto scatenato contro
Lo scalo offre il supporto tecnico-logistico e il rifornimento munizioni e carburante agli aerei a decollo verticale V-22 “Ospreys” e agli elicotteri d’assalto CH-46 “Sea Knight” e CH-53E “Super Stallion” del Corpo dei marines, imbarcati sulle unità che assediano la costa nordafricana, e ai 15 cacciabombardieri F-15, F-16 e B-2 (gli “aerei invisibili”) che l’US Air Force ha trasferito nel Canale di Sicilia. Da Sigonella partono anche gli aerei cisterna KC-130 e KC-135 utilizzati per il rifornimento in volo dei velivoli impegnati nei raid. Oltre ai mezzi statunitensi, dalla base sono operativi sei caccia F-16 dell’aeronautica danesi, a cui potrebbero aggiungersi gli intercettori di Canada, Norvegia e Spagna. Coinvolti nella missione in Libia sono infine i reparti USA schierati stabilmente a Sigonella, come l’Helicopter Combat Support Squadron HC-4, il Fleet Logistic Support Squadron VR-24 e il 25° Squadrone Antisommergibile della US Navy. Un cocktail di strumenti di morte a cui l’aeronautica militare italiana non fa mancare il suo contributo: a nove pattugliatori “Atlantic” del 41° Storno antisommergibile è stato affidato infatti il controllo dello spazio aereo e marittimo prospiciente del Mediterraneo centrale.
La cosiddetta operazione Odissey Dawn ha però il pregio di offrire una concreta opportunità per sperimentare sul campo i nuovi aerei senza pilota UAV “Global Hawk” che l’US Air Force ha iniziato a dislocare a Sigonella nell’ottobre 2010 in vista della sua trasformazione in “capitale internazionale” dei giganteschi aerei utilizzati per lo spionaggio e la direzione degli attacchi, convenzionali e nucleari, contro ogni possibile obiettivo nemico in Europa, Asia ed Africa. Stando ai piani del Pentagono, nella base siciliana dovrebbe operare entro il 2012 un plotone di 4-5 “Global Hawk”, mentre altri 5 velivoli UAV potrebbero essere assegnati entro anche ai reparti della Marina USA presenti in Sicilia. A questo fine si sta realizzando un enorme complesso per la manutenzione dei “Global Hawk”, un programma considerato “strategico” dal Dipartimento della difesa, e i cui lavori multimilionari sono stati appaltati alla CMC di Ravenna (Legacoop).
Scalo di dimensioni più ridotte ma di uguale importanza strategica per la guerra alla Libia è quello di Trapani-Birgi. Sede dal 1984 ospita della NATO Airborne Early Warning and Control Force dotata dei velivoli radar Awacs, Trapani-Birgi ospita i cacciabombardieri F-16 del 37° Stormo dell’Aeronautica militare italiana, disponibili per le intercettazioni aeree e il bombardamento di obiettivi terrestri. È in questo scalo che il ministro della difesa
Tutti i velivoli della coalizione possono utilizzare in qualsiasi momento le due piste di volo e il mega-hangar “Pier Luigi Nervi” ricavato all’interno di una collina dell’isola di Pantelleria - la postazione più avanzata di Odissey Dawn - capace di ospitare sino ad una cinquantina di aerei da guerra. Nello scalo sono stati completati di recente i lavori di ampliamento delle piste e di ristrutturazione dell’aerostazione che ha assunto un ruolo chiave nelle attività anti-migranti. D’importanza strategica pure alcuni impianti radar disseminati in Sicilia, a partire dal centro di Mezzogregorio (Siracusa), a cui è assegnato il compito di elaborare le informazioni raccolte da aerei, unità navali e dalle squadriglie radar dell’Ami presenti nell’isola di Lampedusa e a Marsala. I dati vengono poi trasferiti al Comando operativo delle forze aeree (COFA) di Poggio Renatico (Ferrara), il più grande centro di intelligence delle forze armate in Italia. Il Dipartimento della difesa USA può contare invece sui sofisticati sistemi di telecomunicazione di Sigonella e sulla stazione di Niscemi (Caltanissetta), dove sorgono una quarantina di antenne a bassissima frequenza per la trasmissione degli ordini di attacco ai sottomarini a propulsione nucleare. Tre di questi, in immersione nel Mediterraneo, hanno già lanciato contro
Ad assicurare le operazioni di rifornimento delle navi da guerra e dei sottomarini statunitensi, italiani e dei paesi partner è la base navale di Augusta (Siracusa), in una delle aree a più alto rischio ambientale d’Italia per la presenza di raffinerie, industrie chimiche, depositi di armi, ecc.. Augusta è classificata in ambito militare quale NATO facility ed è utilizzata dall’Alleanza atlantica e dalla VI Flotta USA per lo stoccaggio delle munizioni e deposito POL (petrolio, nafta e lubrificanti). Decine di elicotteri da trasporto fanno da ponte con la vicina base Sigonella, sorvolando popolati centri urbani. I morti di questa guerra sono invisibili. Gli angeli sterminatori, no.
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