Cresce la preoccupazione intorno al possibile uso di uranio impoverito in Libia
In un briefing del Dipartimento della Difesa dello scorso 25 marzo, il Vice Ammiraglio Gortney ha detto che dai velivoli sono state sganciate solo munizioni a guida di precisione e ha affermato: “Ad oggi, [egli] non [era] a conoscenza dell’uso di uranio impoverito”.
Mentre in alcune aree la minaccia di attacchi di terra può voler dire che il cannone GAU-8 non sia attualmente utilizzato via terra e che gli A-10 stiano solo sganciando munizioni esplosive, sembra improbabile che gli A10 siano stati portati sul teatro di guerra solo a questo scopo, dato che la stessa funzione può essere svolta da altri velivoli attualmente in uso. Si sa per certo che il cannone è stato usato contro due piccole imbarcazioni la sera del 28 marzo, accanto alla nave Vittoria della Guardia Costiera libica. Ciò significa che la rassicurazione di Gortney in merito al fatto che siano state usate solo armi a guida di precisione non sta più in piedi, e che le sue dichiarazioni sull’uso delle munizioni DU (Uranio Impoverito) non sono più applicabili.
L’ICBUW invita gli USA a chiarire immediatamente se qualcuno dei velivoli attualmente in uso in Libia sia dotato di uranio impoverito, e a dare ferma rassicurazione, come ha fatto il Primo Ministro Britannico David Cameron, che non vi sono armi contenenti DU in questo conflitto. Nel caso in cui queste siano già state usate, si agisca immediatamente per allertare la popolazione delle aree colpite, e si dia inizio ad un’opera di decontaminazione il prima possibile.
E’ necessario che gli USA compiano passi chiari e trasparenti per rassicurare il mondo che nessun velivolo USA volerà con una dotazione di uranio impoverito, e che i piloti non saranno autorizzati a sparare. Le munizioni DU attualmente presenti sul teatro dell’azione dovrebbero essere messe da parte e rimanere inutilizzate e qualsiasi informazione riguardo ai luoghi dove queste armi sono state usate dovrebbe essere resa disponibile. L’ICBUW invita i media globali, le organizzazioni internazionali e i governi di tutto il mondo a fare pressione sugli USA affinché intraprendano queste misure.
Articoli correlati
- Il Schweizerische Friedensbewegung (SFB), il movimento svizzero per la pace
Sì alla pace, No alla NATO: l’appello del movimento svizzero per la pace
Il SFB esorta alla resistenza contro l’avvicinamento della Svizzera alla NATO e lancia l’appello “No all’adesione alla NATO!”. L’alleanza militare, che ha già condotto diverse guerre di aggressione, rappresenta una grave minaccia per la pace nel mondo.8 gennaio 2025 - Pressenza Zürich - In provincia di Bari
Gioia del Colle e Putignano approvano ordini del giorno per la pace e il rafforzamento dell'ONU
Entrambi i comuni, riconoscendo il ruolo centrale delle Nazioni Unite, ribadiscono la necessità di un sistema internazionale fondato sulla legalità e il rispetto dei diritti umani. Con questi atti esprimono la volontà di aderire alla rete degli enti locali per la pace.26 dicembre 2024 - Redazione PeaceLink - La nuova cortina di ferro
La lunga frontiera dall'Ucraina a Trieste
Breve analisi delle prospettive che si aprono in Europa dopo la prevedibile, anche non certo imminente, fine del conflitto armato in Ucraina. Una guerra persa da Kiev sul campo e dai suoi sponsor occidentali.23 dicembre 2024 - Valeria Poletti - Cosa si nasconde dietro il suo falso "pacifismo" di facciata
Trump e l'aumento della spesa NATO al 5% del PIL
La proposta di aumentare la spesa dei membri NATO al 5% del PIL, superando l’attuale obiettivo del 2% fissato nel 2014, mostra chiaramente l'intento trumpiano di rafforzare l’industria bellica e la corsa agli armamenti, alimentando la militarizzazione globale dell'economia.23 dicembre 2024 - Redazione PeaceLink
Sociale.network