Quando Gheddafi piaceva tanto ai generali USA
Rientrato in Libia, il figlio ventisettenne del rais si sarebbe distinto alla guida di una delle brigate inviate a Zawiyah, cittadina a quaranta chilometri da Tripoli, per sedare la rivolta delle forze ribelli. Per le agenzie di stampa occidentali il blitz di sarebbe concluso nel sangue con decine e decine di morti.
Prima del tour di Khamis Gheddafi nelle scuole di guerra USA, erano stati i leader delle forze armate a stelle e strisce a recarsi in Libia ad omaggiare i capi del governo. Nel maggio 2010, ad esempio, il general maggiore William B. Garrett III, comandante al tempo di US Army Africa (la forza di terra per le operazioni nel continente nero ospitata a Vicenza), aveva raggiunto Tripoli per avviare una partnership duratura con l’esercito libico. “I tempi sono cambiati e devono cambiare le nostre relazioni”, dichiarava per l’occasione il generale che oggi guida l’intervento USA in Iraq. “La buona volontà della Libia ad aprire il dialogo con l’esercito statunitense è importante per far crescere la cooperazione regionale. Le discussioni a Tripoli di US Army Africa segnano un passo in vista di un lavoro con i militari libici. Oggi abbiamo una migliore conoscenza degli obiettivi da raggiungere e potremo lavorare insieme in vista della sicurezza, della stabilità e della pace in nord Africa…”. Meta-chiave della visita del generale Garrett, il quartier generale di North African Regional Capability (NARC), il comando della brigata per l’Africa settentrionale facente parte dell’African Standby Force, la forza di pronto intervento e stabilizzazione dell’Unione africana. Al capo delle unità meccanizzate dell’esercito libico, generale Ahmid Auwn, direttore esecutivo NARC, William B. Garrett prometteva l’impegno di US Army Africa a trasformare la brigata nordafricana “in una forza in grado di interagire con le altre forze di stabilizzazione regionale per operazioni a sostegno della pace”.
Il tour del generale USA si concludeva presso la sede del comitato nazionale per la cooperazione tecnica e l’alta scuola di formazione ufficiali libica, dove – come riporta la nota emessa dal comando USA di Vicenza – “ci si è soffermati sull’importanza della standardizzazione delle attrezzature e degli armamenti e sull’addestramento dei futuri leader militari”. “La visita di Garrett – prosegue la nota – segue l’incontro del comitato per la cooperazione militare che si è tenuto a Tripoli a fine febbraio, nel quale i delegati delle forze armate di Libia e Stati Uniti d’America hanno discusso temi d’interesse comune e programmato i prossimi eventi, tra i quali la visita di ufficiali libici alle scuole dell’esercito USA per partecipare a incontri sulla sicurezza delle frontiere e condurre attività congiunte nel settore medico ed elicotteristico”.
Un primo riavvicinamento tra Washington e Tripoli dopo decenni di forti ostilità era avvenuto nel gennaio 2006 quando tre società statunitensi,
Tre mesi dopo la storica visita a Tripoli di Condolezza Rice, USA e Libia firmavano un memorandum of understanding per l’avvio di programmi di addestramento congiunto e sviluppo dei sistemi d’arma. Nel marzo 2009, ufficiali della marina militare libica venivano ospitati a bordo della portaerei a propulsione nucleare USS Eisenhower in navigazione nelle acque del Mediterraneo per assistere ai decolli e agli atterraggio dei velivoli imbarcati. Il mese successivo, era un team dell’US Air Force ad essere invitato ad un meeting operativo nello scalo che ospitava gli aerei da trasporto C-130 delle forze armate libiche. Nel maggio 2009, la motovedetta Boutweel della US Coast Guard approdava nel porto di Tobruq: si trattava della prima visita in Libia di un’unità militare statunitense dopo quarant’anni. Sotto il comando delle forze navali USA in Europa e Africa (Napoli), l’imbarcazione era impegnata in attività di pattugliamento, interdizione e lotta alla pirateria nelle acque del Corno d’Africa e del Golfo Persico. Durante la sosta a Tobruq, sulla Boutweel venivano ospitati ufficiali libici per dei breafing sulla ricerca e i salvataggi marittimi, il controllo dei sistemi di sicurezza navali e l’uso dei mezzi d’identificazione automatica.
Da annoverare infine le cordiali relazioni dei militari libici con US Africom, il comando per le operazioni nel continente africano istituito dal Pentagono. Nel settembre 2009, una delegazione ad alto livello composta dai colonnelli Mustafa Washahi, Mohamed Abdelgane e Mohamed Algale veniva ricevuta nel quartier generale di Stoccarda (Germania) dal comandante in capo di Africom, generale William E. Ward, dal viceammiraglio Robert T. Moeller, responsabile per le operazioni militari, e dall’ambasciatore Tonu Holmes, coordinatore delle attività civili-militari. Gli ufficiali libici venivano pure invitati nella base aerea di Ramstein, sede del comando delle forze aree USA in Europa ed Africa, negli studi dell’emittente radiotelevisiva delle forze armate AFN-Europe di Mannheim e nella redazione del quotidiano Stars and Stripes di Kaiserslautern. Il generale William E. Ward avrebbe ricambiato il viaggio di cortesia recandosi in due occasioni a Tripoli. “Ho avuto un incontro cordiale ed amichevole con il colonnello Gheddafi con cui ho parlato del Comando USA per l’Africa”, racconterà Ward ai cronisti di Al Musallh, l’organo ufficiale delle forze armate libiche. “Sono molto contento di aver avuto il modo di trascorrere del tempo con lui per parlare di cose importanti. Abbiamo discusso su questioni relative alla sicurezza in Africa e su come possiamo lavorare insieme per raggiungere i comuni obiettivi della pace e della stabilità. Noi possiamo sostenere questi sforzi in settori come l’addestramento militare e la fornitura limitata di equipaggiamento per far crescere le capacità operative libiche”. Per il generale Ward, Tripoli potrebbe giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo delle brigate d’intervento dell’Unione africana, a cui il Dipartimento di Stato e della Difesa hanno destinato un apposito programma di assistenza, affidandone la gestione ad US Africom. “Penso che il Colonnello sia stato felice di ascoltarmi e che alla fine della conversazione abbia apprezzato le informazioni che gli ho fornito sugli obiettivi e le aspirazioni del nostro comando”, ricordava Ward su Al Musallh. Ancora uno stregone corteggiato dall’Impero.
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