Conflitti

La mia reazione alla morte di Osama bin Laden

Chomsky vuol far riflettere i suoi lettori sul fatto che bin Laden avrebbe potuto essere catturato vivo e portato davanti ad un tribunale internazionale, come ci si aspetterebbe dalle società che rispettano il diritto internazionale e le più semplici norme del diritto
16 maggio 2011
Noam Chomsky (Noam Chomsky è Professore Emerito di Linguistica e Filosofia all’Istituto di Tecnologia del Massachusetts a Cambridge, Mass., USA)

E’ sempre più chiaro che l’operazione è stata un assassinio pianificato, che ha violato in molteplici modi le elementari norme del diritto internazionale.  Sembra non esserci stato nessun tentativo di arrestare la vittima disarmata, come presumibilmente poteva essere fatto dagli 80 commandos, che si sono  trovati ad affrontare di fatto nessuna resistenza – ad eccezione, come reclamano, di sua moglie, che si è lanciata verso di loro. Nelle società che professano un certo rispetto della legge, le persone sospette vengono arrestate e portate in tribunale. Sottolineo “sospette”. Nell’aprile 2002, il capo dell’FBI, Robert Mueller, informò la stampa che, dopo l’indagine più intensa della storia, l’FBI non poteva dire di più se non che “riteneva” che il complotto fosse stato tramato in Afghanistan, anche se perfezionato negli Emirati Arabi Uniti e in Germania. Ciò che reputavano soltanto nell’aprile 2002, ovviamente non lo sapevano 8 mesi prima, quando Washington respinse le esitanti offerte dei Talebani (quanto serie fossero, non lo sappiamo, in quanto furono rigettate all’istante) di estradare bin Laden, se gli americani si fossero presentati con le prove – che, come presto abbiamo appreso, Washington non aveva. Quindi, Obama stava semplicemente mentendo quando affermò, nella sua dichiarazione alla Casa Bianca, che “eravamo presto venuti a sapere che gli attacchi dell’undici settembre erano stati portati a termine da al Qaeda”.

Da allora non è stato fornito nulla di serio. Si fa un gran parlare della “confessione” di bin Laden, ma quella è piuttosto come la mia dichiarazione di aver vinto la Maratona di Boston. Si è vantato di ciò che considerava una grande conquista. 

C’é anche un gran dibattito nei media riguardo alla rabbia di Washington sul fatto che il Pakistan non ha consegnato bin Laden, sebbene certamente elementi delle forze militari e di sicurezza fossero informati della sua presenza ad Abbottabad. Meno viene detto sulla rabbia dei Pakistani riguardo al fatto che gli USA hanno invaso il loro territorio per eseguire un assassinio politico. Il fervore anti americano è già molto alto in Pakistan e questi eventi probabilmente lo esacerberanno. La decisione di scaricare il corpo in mare sta già prevedibilmente provocando sia rabbia che scetticismo in gran parte del mondo musulmano. 

Potremmo chiederci come avremmo reagito se i commandos iracheni fossero atterrati nella residenza recintata di G.W.Bush, l’avessero ucciso e avessero scaricato il suo corpo nell’Atlantico. Indiscutibilmente, i suoi crimini vanno ben oltre quelli di bin Laden e lui non è un “sospetto”, bensì è senza dubbio “chi decide”, colui che ha dato gli ordini di commettere “il sommo crimine internazionale, che differisce dagli altri crimini di guerra nel fatto che contiene in se stesso tutto il male accumulato“ (per citare il Tribunale di Norimberga) per il quale i criminali nazisti furono impiccati: le centinaia di migliaia di vittime, i milioni di rifugiati, la distruzione di buona parte del paese, l’aspro conflitto fazioso che adesso si è propagato al resto della regione. 

C’é di più da dire su Orlando Bosch [accusato di aver preso parte all’attentato del 6 ottobre 1976 ad un aereo civile delle Cuban Airlines, in cui morirono 73 persone – n.d.t] che, da poco, è morto tranquillamente in Florida, così come c’è molto da dire sui riferimenti alla “dottrina Bush”, che sostiene che le società che proteggono i terroristi sono altrettanto colpevoli dei terroristi stessi e devono essere trattate di conseguenza. Nessuno sembrò notare che Bush, all’epoca, stava richiedendo l’invasione e la distruzione degli Stati Uniti e l’assassinio del suo presidente criminale. 

La stessa cosa a proposito del nome “Operazione Geronimo”. La mentalità imperiale è così profondamente radicata nella società occidentale, che nessuno è in grado di accorgersi che stanno glorificando bin Laden identificandolo con la coraggiosa resistenza contro gli invasori colpevoli di genocidio. E’ la stessa cosa del denominare le nostre armi assassine con il nome delle vittime dei nostri crimini: Apache, Tomahawk… E’ come se la Luftwaffe avesse chiamato i suoi aerei da combattimento “Ebreo” e “Gypsy”. 

C’é ancora molto di più da dire, ma anche i fatti più ovvi e semplici dovrebbero farci riflettere molto.

Note: fonte http://en.wikipedia.org/wiki/Orlando_Bosch
Tradotto da Antonella Serio per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.

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