Conflitti

Il Sole 24 Ore rivela i segreti di questa offensiva su Tripoli

Aerei teleguidati controllano l'area di Tripoli e personale occidentale assiste i "ribelli"

Sotto la copertura degli "aiuti umanitari" sono state fornite armi ai ribelli. Forze speciali francesi, personale statunitense di Cia e Special forces, contractors e squadre dello Special air service britannici insieme a incursori italiani assistono i ribelli nell'impiego di armi complesse come i missili anticarro e l'artiglieria. Lo rivela il Sole 24 Ore.
24 agosto 2011

Il ruolo militare delle truppe occidentali nella battaglia di Tripoli

di Gianandrea Gaiani

Libia, carta geografica

Quanti sono e cosa fanno i militari occidentali che affiancano i ribelli libici nella battaglia di Tripoli? Il sito israeliano Debka, solitamente ben informato sulle questioni militari e di intelligence, ha rivelato la presenza di consiglieri militari della Nato (in particolare uomini delle forze speciali francesi e britannici) in appoggio ai ribelli impegnati nell'assalto a Tripoli. immediata la smentita del portavoce della missione dell'Alleanza Atlantica in Libia, Roland Lavoie.«Il nostro mandato prevede la protezione dei civili, una no fly zone e l'embargo. Non l'invio di truppe a terra».

Una risposta accettabile solo perché i consiglieri militari francesi, britannici - ma anche statunitensi e italiani la cui presenza in Libia è stata più volte rilevata negli ultimi mesi - non rispondono del loro operato alla Nato ma dipendono direttamente dai singoli Paesi. Gli stessi che hanno fornito in segreto armi ai ribelli utilizzando lanci paracadutati o sbarcandoli a Bengasi e Misurata sotto la copertura degli "aiuti umanitari" come hanno rivelato al Sole 24 Ore fonti ben informate.

Una trentina di ufficiali inviati da Parigi, Londra e Roma lavorano nell'embrione di stato maggiore costituito dagli insorti a Bengasi con compiti di consulenza ma molti altri operano sul campo, in prima linea o dietro le linee dei lealisti per raccogliere informazioni, guidare i raid aerei della Nato su obiettivi sensibili (come le rampe di missili balistici Scud schierate a Sirte e impiegate negli ultimi giorni per lanciare almeno quattro missili su Brega e Misurata) e soprattutto per coordinare le operazioni dei miliziani.

Forze speciali francesi, personale statunitense di Cia e Special forces, contractors e squadre dello Special air service britannici insieme a incursori italiani assistono i ribelli nell'impiego di armi complesse come i missili anticarro e l'artiglieria e soprattutto fungono da ponte per trasferire ai reparti degli insorti sul terreno le informazioni fornite dall'intelligence e dai velivoli di ricognizione e sorveglianza, inclusi gli aerei teleguidati che tengono sotto controllano l'area di Tripoli.

Gli insorti non hanno la capacità di gestire le sofisticate apparecchiature (peraltro segrete) necessarie a ricevere ed analizzare dati e immagini provenienti dagli aerei alleati e non sono addestrati a combattere con il supporto ravvicinato degli elicotteri d'attacco Apache, Gazelle e Tigre messi in campo dai franco-britannici. Per questo i consiglieri militari stranieri hanno svolto un ruolo di primo piano nell'offensiva che ha portato a Tripoli almeno 3 mila insorti (ma molti rinforzi sarebbero in arrivo), coordinando l'avanzata spianata dai velivoli alleati che in cinque mesi hanno effettuato oltre 20 mila missioni distruggendo 5 mila obiettivi tra i quali 800 mezzi corazzati e pezzi d'artiglieria.

Secondo Debka i consiglieri militari occidentali costituiscono uno degli obiettivi della controffensiva scatenata nella capitale dalle truppe lealiste che a Tripoli disporrebbero di 5 mila combattenti ben addestrati e di altri 15 mila ancora operativi nel resto del Paese. Numeri e valutazioni difficili da verificare.


Il Sole 24 Ore, 23 agosto 2011

Note: LA NATO - Un ufficiale della Nato ha dichiarato alla Cnn che le forze speciali hanno condotto nei giorni scorsi operazioni a Tripoli e in altre città per sostenere gli insorti. Alcune di queste unità, ha spiegato, hanno viaggiato insieme ai ribelli mentre avanzavano verso Tripoli. Tra i compiti delle forze speciali multinazionali, il supporto all'organizzazione delle truppe dei ribelli e al mantenimento delle comunicazioni. Le unità si sono occupate anche della raccolta di informazioni militari sugli obiettivi da colpire nei raid dell'Alleanza. Secondo l'ufficiale Nato, le unità del Qatar e della Francia hanno fornito anche armamenti agli insorti. La presenza di forze speciali britanniche e di ex uomini delle Sas è stata confermata dal Guardian anche se ufficialmente - scrive il giornale - la loro presenza è stata smentita. Le forze speciali stanno consigliando e addestrando i ribelli, riporta il giornale. Il Guardian aveva in passato riferito della presenza in Libia di ex soldati delle Sas assunti da società private e finanziati da una serie di entità tra cui il governo del Qatar. A questi ex militari si sarebbero successivamente aggiunti adesso militari delle Sas in servizio. I portavoce civili dell'Alleanza Atlantica non confermano l'informazione riportata dalla Cnn sulla presenza di forze speciali di Gran Bretagna, Francia, Giordania e Qatar sul terreno in Libia. Ma il colonnello canadese Roland Lavoie, portavoce dell'operazione Unified Protector, martedì in conferenza stampa ha affermato che la Nato «sa che alcune nazioni partner hanno una loro presenza sul terreno» aggiungendo però che l'Alleanza Atlantica in quanto tale «non ha e non avrà in futuro» sue forze di terra in Libia, sottolineando così la diversità di ruolo tra le forze dell'Alleanza ed i '"consiglieri militari" inviati dai singoli Paesi a titolo di contributo nazionale.

FONTE http://www.corriere.it/esteri/11_agosto_24/tripoli-esplosioni-vittime_8f1673e6-ce18-11e0-8a66-993e65ed8a4d.shtml?fr=box_primopiano
Redazione online
24 agosto 2011 23:49

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