Per un pugno di coltan
Secondo il giornale l'Avenir di Kinshasa dell'8 agosto, sei congolesi rischiano la pena di morte, dopo essere stati catturati dalle truppe rwandesi, perche tre di loro hanno rifiutato di vendere ai soldati i loro 25 sacchi di coltan, giudicando irrisorio il prezzo offerto. Su un altro giornale di Kinshasa, Le Phare, questa volta del 5 agosto, compare la notizia che prigionieri hutu sono stati inviati nella regione del Kivu (nord est del Congo) per estrarre artigianalmente coltan.
Nel capoverso successivo, lo stesso articolo elenca i massacri e gli incendi perpetrati nella zona a seguito di una spedizione congiunta di soldati ugandesi e congolesi inviata a Butembo per recuperare un carico di «almeno 5 tonnellate di coltan». Di 1500 prigionieri rwandesi inviati in Kivu a scavare coltan parla anche il sito congoonlinecom. Dal canto suo, il giornale New Vision di Kampala (Uganda) lascia intendere che la famiglia del presidente ugandese Youweri Museveni deterrebbe azioni nella compagnia congolese Dara Forest che commercia in coltan.
Ma che diavolo è questo coltan? E perche mai è tanto ricercato? È con stupore che scopriamo che senza il coltan. il nostro mondo tecnologico si fermerebbe subito. È dalla raffinazione del coltan che si estrae il tantalio. un elemento metallico (numero atomico 73), assai simile al niobio, scoperto nel 1802 dal chimico svedese Gustav Eckeberg, un materiale che ha caratteristiche utilissime: è pesantissimo (ha peso atomico 180,9: tre volte più pesante del ferro, appena più leggero dell.oro), è assai resistente al calore (ha un punto di fusione elevato: 2996 C°), è inattaccabile da quasi tutti gli acidi a temperatura ambiente ed è un ottimo conduttore. La polvere di tantalio è un elemento indispensabile per fabbricare i condensatori che regolano il flusso di corrente nei circuiti integrati. Condensatori al tantalio si trovano praticamente in ogni computer, in ogni palmare, in ogni telefono cellulare, in ogni playstation:
L'anno scorso, nel 2000, quando la new economy era in pieno boom, si registrò una temporanea penuria di tantalio sui mercati mondiali e pare che proprio a questa penuria fu dovuto il ritardo con cui arrivò nei negozi la tanto pubblicizzata play Station 2 della Sony. Ora, questo minerale si trova in abbondanza nel terriccio della foresta pluviale nelle regioni interne del Congo ed estrarlo è assai facile, basta disboscare un pò di foresta, scavare e filtrare il fango con dell'acqua, finchè il coltan si deposita al fondo (grazie al suo peso). da un certo punto di vista, l'estrazione del coltan, è perciò egualitaria: bastano un'ascia, una pala, un setaccio in fondo alla giungla. In una giornata un uoma forte riesce a setacciare circa un chilo di coltan. In questo paese distrutto da cento ani di colonialismo e da una recente guerra civile che - solo nel Congo orientale - ha fatto più di 2,5 milioni di morti, questo residuo scuro al fondo dei secchi rappresenta una manna dal cielo.
I garimpeiros della new economy
E così, quando i prezzi del coltan hanno cominciato a salire sul mercato mondiale, ecco un'ondata di congolesi riversarsi nelle giungle orientali, garimpeiros dell'hi tech: all'inizio di quest'anno il coltan valeva 80 dollari Usa al chilo. Decine di migliaia di persone si sono precipitate nelle giungle della Okapi Found Reserve, fino ad allora regno delle giraffe okapi, di circa 10.000 elefanti e dei Mbute, cioè i pigmei che vivevano di caccia e raccolta. Solo in questa riserva si aprirono 20 miniere (tutte illegali) a cielo aperto.
Una reporter del New York Times Magazine ha visitato uno di questi campi che all'epoca del suo massimo splendore ospitava 300 minatori e 37 prostitute (ma nel più affollato campo della regione bivaccavano 3.000 minatori e centinaia di prostitute), con la «madama» locale che affittava una capanna e una donna a un minatore per un chilo di coltan al mese ( ma per una ragazza giovane ci voleva un chilo in più) e che poi vendeva pane e cibo a prezzi astronomici in coltan, come anche gli antibiotici contro la gonorrea (27 dollari per ogni cucchiaino di antibiotico in polvere ), col risultato curioso, riferisce la giornalista americana, che in fondo alla giungla tropicale vedevi comparire all'improvviso ragazze pittatissime camminare a piedi nudi nella melma con in mano le scarpe con i tacchi alti, a cercare cibo in un villaggio vicino. Per un paio di mesi un minatore potè guadagnare circa 2.000 dollari al mese, in un paese in cui la maggior parte della gente tira avanti con un dollaro ogni cinque giorni. E questo nonostante i soldati ugandesi chiedessero ogni giorno la loro parte di coltan (due cucciai da minestra) in cambio di sigarette e una bottiglia di birra, e poi le varie fazioni di guerriglia chiedessero il pizzo (in coltan) per assicurare la protezione. Proprio come i garimpeiros sudamericani. i minatori di coltan hanno sperperato i soldi guadagnati in birra, in poveri beni di consumo (una radio a pile), in cibo. E come i garimpeiros dopo il loro passaggio hanno lasciato la desolazione.
Per i loro setacci hanno strappato la corteccia a migliaia di alberi di eko, indispensabili ai pigmei perchè di essi si nutrono le api. In 10.000, tra minatori e commercianti, si sono precipitati nel Kahuzi Biega National Park, dove, prima della guerra civile, vivevano 10.000 gorilla: ora sono meno di 1.000, uccisi dalle trappole o dalle mine: "rischiano di essere la prima specie di grandi primati portata all' estinzione dalla tecnologia avanzata", ha scritto un rapporto dell'Iucn (World Conservation Union), che ogni anno riferiste all'Unesco e al suo World Heritage Bureau and Committee sullo stato di preservazione dei siti naturali considerati patrimonio dell'umanità. Le foto dei gorilla morti hanno fatto il giro del mondo
Ecodevastazione
Come scrive la reporter del New York Times Magazine, "la storia del coltan sembrava chiara: la globalizzazione stava causando la rovina in un paese disperato. Per la nostra passione per i gingilli elettronici, guerriglie si arricchivano, gorilla venivano massacrati, e gli indigeni venivano pagati una miseria per devastare l'ecosistema locale". Perchè davvero il coltan "è il rovescio melmoso della faccia ecologica dell'economia high tech". Conrad non avrebbe potuto immaginare che quest'impasto fangoso sarebbe stato il cuore di tenebra della civiltà informatica: il coltan della sua epoca era quel caucciù per cui Leopoldo del Belgio fece tagliare nasi e mani ai congolesi e per cui cinque milioni di loro morirono prima che l'augusto sovrano cedesse allo stato belga il proprio possedimento personale.
Davvero bisognerebbe rileggere alla luce di oggi l'aureo libretto di Mark Twain. Così, di fronte allo scandalo crescente, a marzo lo Iucn ha chiesto un embargo per il coltan proveniente dal Congo e da i paesi limitrofi. E poichè le multinazionali dell'alta tecnologia ci tengono molto alla propria immagine ecologica e ambientalistica, di industrie «rispettose dell'ambiente», molte di loro hanno accettato: cosi la Motorola e la Nokia hanno chiesto ai propri fomitori di non usare tantalio proveniente dal Congo. I maggiori produttori di condensatori al tantalio, come Kemet della South Corlina o Cabot Corporation (Boston) hanno chiesto ai propri fomitori di certificare che il tantalio non venga dall'Africa centrale.
La realtà è molto meno chiara: intanto l'amore per i gorilla delle grandi imprese del settore si è espresso a costo zero quando hanno accettato di rispettare l'embargo, cioè senza intaccare minimamente i loro profitti, perchè proprio in quel momento la recessione colpiva la new economy. La domanda di telefonini e computer crollava ( come il corso delle azioni high tech) e perciò i loro magazzini erano stracolmi di tantalio e di condensatori, tanto è vero che tra marzo e giugno il corso del chilo di coltan è passato da 80 a 8 dollari. In secondo luogo, è aumentata moltissimo l'estrazione di coltan in Australia, dove ormai il gigante minerario Sons of Gwalia fornisce la metà del tantalio mondiale.
Supplizio di Tantalo
Così oggi, i campi di minatori delle giungle orientali del Congo sono spopolati. Qualcuno continua a scavare, ma molto più a lungo e per molto meno soldi. Voci di protesta cominciano a levarsi contro l'embargo voluto dalle Nazioni unite: anche gli ambientalisti locali sostengono che l'estrazione del coltan è comunque meno distruttiva del disboscamento, l'altra risorsa a portata di mano. E poi, bene o male, il coltan iniettava un po' di denaro, qualche centinaio di milioni di dollari, in un'economia disperata. Anche se la fetta maggiore andava agli eserciti, alle bande, ai politici e ai profittatori, un qualche rivoletto di quella manna scura, umida e pesante finiva nelle tasche di qualche dannato della terra.
Adesso, neanche più quello. "Vi importa più delle foto di gorilla morti che della vita degli uomini" dicono. Perchè sempre più vero il bruciante aforisma di quella grande dama keynesiana che fu l'economista Joan Robinson: "Essere sfruttati è terribile, ma il peggio è quando non c'è nessuno che ti sfrutti". Così anche in un altro senso il coltan rischia di eseere per la new economy quello che fu il caucciù per il colonialismo imperialistico di fine Ottocento: gli eccidi, lo schiavismo, le devastazioni imposti dalla monocultura del caucciù si rivelarono vani e svanirono nel nulla appena fu inventata la gomma sintetica. Così le vite vendute dei minatori congolesi stanno diventando «vite svendute», grazie ai rifornimenti dall'Australia.
Uno dei più crudeli miti greci è quello del supplizio di Tantalo, il figlio di Zeus che osò imbandire agli dei le carni del loro figlio Pelope, e fu perciò condannato al suo proverbiale supplizio: eternamente morire di sete e fame davanti a una fresca sorgente che scorre e irresistibili manicaretti ambedue irragiungibili. Il Congo è uno dei paesi al mondo più forniti di ricchezze naturali, il suo sottosuolo è una vera cornucopia. Ma i suoi umani muoiono di fame e di stenti camminando su tanta ricchezza. Sono milioni di Tantali. Forse è per un'ironia del destino che il metallo del coltan porti il nome "tantalio" in onore del semidio greco, visto che nessuno riusciva a dissolvere l'ossido di questo metallo negli acidi: trovare il procedimento giusto risultava un vero supplizio di Tantalo.
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