Conflitti

11 settembre: testimone chiave perseguitato

L’11 settembre 2001 Kurt Sonnenfeld era il documentarista ufficiale e cameraman nominato dal governo nordamericano per filmare “Ground Zero”, le torri gemelle. Sonnenfeld non ha mai consegnato le immagini che aveva ripreso e a causa delle persecuzioni e delle torture subite, vive come un rifugiato in Argentina.
9 agosto 2012
Manuel A. Lazo G.
Tradotto da Silvia Cassanelli per PeaceLink


Kurt Sonnenfeld Oggi Sonnenfeld ha raccontato tutto quello che ha vissuto nel salone azzurro del Congresso, in presenza di varie autorità, rappresentanti di varie organizzazioni e movimenti sociali. Sonnenfeld era testimone, in qualità di agente di FEMA (Ente Federale per la gestione delle emergenze) delle operazioni e delle manovre portate avanti dal governo nordamericano in quella enorme scena del crimine.

La sua versione dei fatti e lo sviluppo di alcuni avvenimenti contraddicono la versione ufficiale del governo degli Stati Uniti. “Il mio caso mostra delle peculiarità, ma purtroppo non è l’unico. Da quando il sito Wikileaks ha cominciato a essere attivo, il ministero della difesa degli USA continua a scontrarsi con il suo fondatore Julian Assange. Il pentagono lo ha sottoposto a una dura pressione mediatica, diplomatica e legale. Un gruppo composto da centinaia di agenti lavora per bloccare gli effetti delle sue fughe di notizie. Bradley Manning – un giovane analista dell’intelligence, che è stato accusato di aver dato di nascosto a Wikileaks il video dell’esercito degli Stati Uniti, in cui si vede come un elicottero americano uccide un gruppo di civili in Iraq, tra i quali vi sono un giornalista e dei bambini – fu mandato in carcere in condizioni disumane, umilianti, aberranti e sottoposto a torture che io ho sperimentato sulla mia pelle,” ha spiegato Sonnenfeld.

“Sono stato accusato ingiustamente, incarcerato due volte in due paesi diversi, torturato, mandato in cella d’isolamento negli Stati Uniti e perseguitato in due continenti. Sono stato calunniato e diffamato inesorabilmente, attraverso una campagna architettata per disumanizzarmi e screditarmi, affinché io non venga ascoltato quando parlo. Fino a oggi mia moglie, le mie figlie e io vivevamo in un mondo circondato da minacce e incertezza.”

“La prima vittima della guerra è la verità. Le cause che hanno addotto per giustificare l’attacco all’Iraq furono, come è noto, false. I documenti dell’intelligence che furono presentati come prove, furono creati apposta per l’occasione. Le autorità nordamericane hanno cercato di ingannarci riguardo all’esistenza delle carceri clandestine sparse nel mondo e della tortura inflitta ai suoi prigionieri; Barack Obama annunciò la chiusura di Guantanamo, ma non avvenne; ci sono sequestri che vengono messi sotto la voce “rese straordinarie” ; il monitoraggio continuo di cittadini è attuato liberamente, senza che sia necessario avere un ordinanza giudiziaria come mandato di perquisizione e sequestro di beni.
Obama approvò la legge di autorizzazione alla difesa nazionale (NDAA), per cui le autorità dell’esercito possono mandare in prigioni militari qualunque cittadino in qualsiasi parte del mondo, in via definitiva e senza che sia fornito un capo d’accusa né che sia avviato un processo, adducendo il semplice sospetto di terrorismo.

Il governo degli Stati Uniti conduce guerre segrete in almeno 120 paesi, violando le leggi internazionali.” Kurt Sonnenfeld conclude dicendo: “Jimmy Carter, l’ex presidente degli Stati Uniti, avvertì giorni fa il New York Times riguardo alle violazioni dei diritti umani commesse dal governo degli USA. Gli Stati Uniti non hanno l’autorità morale per parlare di diritti umani.”

*Testimonianza completa di Kurt Sonnenfeld nel Congresso *

“ Può darsi che molti di Voi si chiedano cosa ci faccia qui un nordamericano, che chiede asilo permanente e di essere riconosciuto come rifugiato? Permettetemi di raccontarvi quello che succede alle persone che come me hanno il coraggio di intervenire contro il governo degli Stati Uniti. Julian Assange è un programmatore, giornalista e attivista famoso per essere il creatore e il portavoce del sito web Wikileaks. Dall’epoca della sua fondazione, questo sito portò avanti il compito nobile di denunciare le violazioni ai diritti umani, i crimini aberranti e le torture commessi dagli Stati Uniti e dalla OTAN. Non solo i crimini di guerra ma anche l’assassinio di milioni di civili in Iraq, Afganistan e in altre parti del mondo. Nel 2010 Wikileaks pubblicò un video in cui si vede come i soldati statunitensi uccidono un reporter di Reuters Namir Noor-Eldeen, il suo assistente e altre nove persone, di cui due bambini. La maggior parte dei quali sono stati ammazzati nel momento in cui accorrevano a soccorrere dei feriti.
Inoltre si vede chiaramente che nessuno fece cenno ad attaccare l’elicottero Apache, dal quale si sparava, neanche lo guardavano.

Da quando cominciò l’attività di Wikileaks, il ministero della difesa degli Stati Uniti continua a scontrarsi con Assange. Il Pentagono ha sottoposto Assange a una forte pressione mediatica, diplomatica e legale. Inoltre ha disposto una equipe di cui fanno parte cento persone per bloccare gli effetti delle fughe di notizie. Questa persecuzione è iniziata con lo scandalo mondiale della pubblicazione dei crimini di guerra commessi dagli invasori in Iraq e Afganistan, la diffusione di documenti del Dipartimento di Stato in cui si mostrano tutte le tipologie di pratiche inconfessabili come: cospirazioni, incitamento alla corruzione, atti di spionaggio, appiattimento delle sovranità, ostilità diplomatica contro governi incerti, favoreggiamento dei regimi, e in generale per l’irritazione evidente che il lavoro di Wikileaks suscita in Washington e nelle massime potenze mondiali. C’è una lunga lista di alte cariche e altre persone che lavorano per i mass media che secondo le loro dichiarazioni sostengono l’idea di giustiziare Assange.

“Ad Assange deve essere data la caccia, come ai talebani e ad Al Qaeda” ha dichiarato Sarah Palin, il governatore dell’Alaska. Mike Huckabee, ex governatore dell’Arkansas, è convito che: “qualsiasi persona nel nostro governo che faccia trapelare informazioni è colpevole di tradimento della patria, e penso che la pena di morte sia una condanna troppo lieve.” E alla fine interviene Paul Craig Roberts: “Se gli attacchi legali ad Assange falliscono, deve essere semplicemente ucciso dalla CIA”; quest’uomo è un economista noto e un giornalista statunitense che occupò la carica di sottosegretario del tesoro, durante il governo Reagan.

Agli impiegati del governo nordamericano è proibito accedere alla pagina o alle pubblicazioni di Wikileaks. Accade lo stesso in Germania. In Canada i siti di Wikileaks furono censurati e si chiede che i suoi consulenti Stephen Harper e Tom Flangan siano uccisi usando i droni. Facebook ha cancellato Wikileaks e i rispettivi 30.000 fan. Le fonti per ottenere donazioni, le quali permettono al sito di esistere, sono state congelate, grazie alla complicità di VISA, MasterCard, Amazon, PayPal, Western Union, Bank of America.

Assange denuncia le persecuzioni contro i suoi collaboratori, che sono avvicinati da agenti statunitensi. In questo momento Julian è ospitato dall’ambasciata dell’Ecuador che si trova a Londra, lui spera che risponda positivamente alla sua richiesta di asilo politico. Le sue paure sono fondate e si basano sul fatto che se fosse estradato in Svezia a causa dell’accusa falsa che grava su di lui, finirà per essere trasferito in un territorio statunitense. E là non otterrà un processo giusto, poiché il governo nordamericano tenta di discreditarlo sempre, e in quel luogo lo aspettano torture e trattamenti aberranti, in una prigione clandestina o regolare.

Ho vissuto già tutto questo sulla mia pelle, in prima persona. Lo scopo definitivo del governo degli Stati Uniti è accusare i dissidenti di terrorismo. Se Julian Assange si arrende al governo nordamericano, finirà come Bradley Manning, un giovane analista dell’intelligence, il quale faceva parte dell’esercito degli Stati Uniti, ha guadagnato l’onore delle cronache internazionali perché è accusato di aver dato di nascosto a Wikileaks il video dell’esercito degli USA in cui si vede come un elicottero nordamericano uccide un gruppo di civili in Iraq, tra le vittime ci sono due giornalisti iracheni che lavoravano per Reuters.

Il soldato Manning fu incolpato dal Pentagono, messo in una prigione del Kuwait, torturato e trasferito in un carcere militare negli USA dove sta ancora aspettando il giudizio della corte marziale, il processo potrebbe finire con una condanna a 52 anni di reclusione. Resta rinchiuso nella sua cella 23 ore al giorno, senza un cuscino, dei vestiti, delle lenzuola o qualsiasi tipo di oggetto personale. Bradley Manning ha bisogno di indossare occhiali da vista (come me) ma non è autorizzato. Solo in poche occasioni può chiederli per alcuni minuti. Il solo esercizio che può fare è camminare in una stanza vuota. Quando va a dormire deve togliersi i vestiti e darli alle guardie. Tutto questo è legale, io lo so, ho vissuto queste torture e ne sono sopravvissuto, quando ero in una prigione del Colorado. Questo trattamento aberrante è un metodo molto usato, perché fa parte del manuale della CIA per ottenere informazioni.

Non sono un genio, né famoso come Julian Assange o Bradley Manning. Ma il mio caso presenta molti aspetti in comune. Sono stato nel World Trade Center. Ho fatto parte degli agenti che conducevano le indagini ufficiali. Sono stato il documentarista del governo statunitense, mi occupavo di situazioni critiche e catastrofi. Ho svolto lavori di carattere riservato e segreto in diversi impianti scientifici e militari. Quando accadde il terribile attentato dell’11 settembre, il governo nordamericano chiuse tutta la zona attorno al World Trade Center, la parte inferiore di Manhattan e si proibì l’ingresso a qualsiasi tipo di telecamera. Invece a me è stato concesso l’accesso totale e assoluto. Tutti i giorni, dovevo documentare con la mia videocamera quello che si era considerato come una enorme scena del crimine. Poi seguendo parametri rigidi che mi sono stati dati dai miei superiori, avrei dovuto concedere quindici o venti minuti di immagini edulcorate alle reti televisive mondiali. Dovevo dare tutte queste ore di registrazione alle indagini che si sarebbero svolte. Ma non ho mai dato le registrazioni video.

Da allora e nei 9 anni a venire sono stato accusato ingiustamente, mandato in prigione due volte in due paesi diversi, torturato e rinchiuso in una cella di isolamento negli USA, perseguitato in due continenti, costantemente calunniato e diffamato, attraverso una campagna ordita per disumanizzarmi e discreditarmi, per non essere ascoltato. Otto anni orsono, l’ambasciata degli Stati Uniti inviò uno scritto alle autorità argentine chiedendo che tutti i mie documenti e i miei averi fossero confiscati e rimandati in Nord America. Fino a oggi mia moglie, le mie figlie e io viviamo nell’incertezza e nella paura. Fino a questo momento non è ancora stata nominata una commissione indipendente, incaricata ufficialmente, per far luce sui tragici eventi dell’11 settembre 2001, anche se è una prassi nella gestione di queste tragedie.

Dall’inizio l’indagine dell’attacco al World Trade Center è stata controllata e diretta dalla Casa Bianca. E oggi sappiamo che tutte le prove sono state distrutte velocemente. Chi crede alla versione ufficiale di ciò che è successo l’11 settembre 2001? Molte persone hanno sostenuto che la teoria cospirativa più audace è quella che ha dato il governo degli Stati Uniti. Sapevate che la settimana precedente all’attacco del World Trade Center la fornitura elettrica fu bloccata per circa 36 ore, incluso quella delle telecamere di sicurezza e del sistema di controllo, nell’ambito di una “operazione di manutenzione” irregolare. Sapevate che nelle settimane precedenti all’attacco si fecero delle prove di evacuazione insolite e impreviste delle due torri? Sapevate che la società, la quale aveva l’incarico di gestire la sicurezza del World Trade Center era diretta da Marvin Bush, il fratello minore di George Bush, e Wirt Walker Terzo, cugino di George Bush? I clienti di questa impresa comprendono: il governo, l’esercito, la marina militare, l’aeronautica e il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti; così come provvedono alla sicurezza di luoghi governativi classificati e segreti, ad alto rischio.

Sapevate che centinaia di agenti del governo avevano già preso posizione nella città di New York il 10 settembre, preparando una simulazione di un attacco terrorista che avrebbe dovuto avvenire il 12? Agenti del FEMA (Ente Federale per le gestione delle emergenze) avevano stabilito la loro base vicino al World Trade Center il giorno prima dell’attacco. Sapevate che l’edificio numero sette del World Trade Center crollò alle 5.20 del pomeriggio dell’11 settembre, circa nove ore dopo che il primo aereo esplose contro la torre nord. La struttura dell’edificio sette rimase in piedi 6,5 secondi prima di crollare, mezzo secondo in più del tempo che una pietra ci impiega a cadere dal tetto del grattacielo. Questo edificio non fu raggiunto da nessun aereo, aveva subito danni minori alla sua struttura quando le torri gemelle crollarono.

I servizi segreti, il ministero della difesa, l’FBI, agenzia delle entrate, la commissione per titoli e scambi, l’ufficio di direzione per le emergenza e la crisi, occupavano grandi spazi nell’edificio. Anche altre agenzie federali avevano i loro uffici in quello stabile. Dopo l’11 settembre si scoprì che nell’edificio sette si trovava la stazione segreta più grande della CIA fuori da Washington DC, una base che conduceva operazioni di spionaggio nei confronti dei diplomatici delle Nazioni Unite, missioni di antiterrorismo e controspionaggio. Ma il rapporto sul 9/11 della commissione non menziona nemmeno la distruzione dell’edificio sette. Non furono analizzate le strane circostanze che provocarono il collasso.

NIST, l’agenzia governativa incaricata di investigare sulla caduta delle torri gemelle, non riporta nulla riguardo al crollo di questo stabile. Sapevate che uno dei segretari di gabinetto più eminenti del governo Bush ha detto che la conquista dell’Iraq è stata pianificata dal momento della sua elezione a presidente e che l’invasione era stata discussa durante la prima riunione del Consiglio Nazionale di Sicurezza. Ma non c’era ancora una giustificazione sufficiente per invadere quel territorio, fino all’11 settembre 2001.
Gli attacchi al World Trade Center hanno fornito la causa che stavano cercando e l’11 settembre si trasformò nella macchina da guerra degli Stati Uniti.

La prima vittima del conflitto è la verità. Le ragioni che accamparono per invadere l’Iraq sono false, come è noto. Documenti forniti dall’intelligence furono presentati come prove, furono creati apposta. Le autorità nordamericane hanno cercato di ingannarci riguardo all’esistenza delle carceri clandestine sparse in tutto il mondo e alla tortura dei prigionieri.

Barack Obama promise la chiusura del carcere di Guantanamo, che non è mai avvenuto, ci sono rapimenti descritti con l’espressione “rese straordinarie”, il monitoraggio costante dei cittadini è attuato liberamente, senza che sia necessario avere una ordinanza giudiziaria, ad esempio come un mandato di perquisizione e sequestro di beni. Obama approvò la legge di autorizzazione alla difesa nazionale (NDAA), per cui le autorità dell’esercito possono mandare in prigioni militari qualsiasi cittadino in qualunque parte del mondo, in via definitiva e senza fornire un capo d’accusa né avviare un processo, fornendo solo il sospetto di “terrorismo”.

Il governo degli Stati Uniti muove delle guerre segrete in 120 paesi del mondo, violando le leggi internazionali. I mezzi di comunicazione furono manipolati, ancora una volta, e in molti casi recitarono volontariamente il ruolo di complice. Alcuni giornalisti americani firmarono dei contratti con i militari, i quali limitavano le informazioni che potevano essere divulgate, alcuni inviati furono corrotti dal governo affinché scrivessero articoli a favore dell’amministrazione.

Come diceva Josef Goebbles: “Colui che controlla il mezzo, controlla il messaggio.” E così la aggressione continuò, perché ci sono molte persone come Assange, Manning, come me che hanno sofferto terribili conseguenze per ciò che gli Stati Uniti hanno definito come “l’arroganza” di mettere in discussione e denunciare le iniziative politiche e le azioni depredatorie.

Altri perseguitati e discreditati dal governo statunitense sono: Van Jones, il consulente di Obama, la sua carriera e la sua reputazione furono distrutte nel momento in cui si venne a sapere che aveva firmato una petizione per effettuare una nuova indagine sugli avvenimenti dell’11 settembre. Phel Agee, ex agente della CIA che ha criticato aspramente l’agenzia e oggi è fuggitivo. Thierry Meyssan, l’autore de “L’incredibile Menzogna”, fu dichiarato “persona non gradita” nel territorio degli Stati Uniti dal ministero della difesa nordamericano. Per la pressione e l’assillo ai quali è stato sottoposto ha dovuto stabilirsi fuori dai confini europei. Tom Feeley proprietario ed editore del “Information Clearing House”, ha sofferto assilli e umiliazioni pubbliche, qualcuno si è introdotto a casa sua, lui e la sua famiglia hanno subito minacce di morte solo perché ha creato un sito web in cui si sviscerano i fatti realmente accaduti l’11 settembre. Il Maggiore Mike Cormack, l’eroe di Ground Zero, è stato aggredito solo per aver consegnato i documenti governativi che stavano per essere censurati dal governo. L’agente dell’FBI Sibel Edmonds è stato licenziato per aver detto che gli attacchi dell’11 settembre potevano essere previsti, lo minacciarono e tentarono di mandarlo in prigione. Micheal C. Ruppert, autore del libro “Crossing the Rubicon” dovette abbandonare per sempre gli Stati Uniti e si trasferì in Venezuela. Il Dott. David Graham cercò di avvertire l’FBI riguardo a ciò che sarebbe accaduto l’11 settembre, un anno prima degli attacchi. Morì per avvelenamento, il caso non è ancora stato risolto. ACLU (come il CELS in Argentina, un organizzazione che lotta per i diritti umani) ha riportato: “Dall’11 settembre 2001 il governo nordamericano ha portato avanti una campagna per mettere il bavaglio a coloro che denunciavano le discrepanze tra i racconti ufficiali e i fatti realmente accaduti l’11 settembre.

Il governo Obama combatte una battaglia contro quelli che denunciano e che divulgano informazioni classificate e compromettenti. Ci sono ancora persone che credono alla versione degli Stati Uniti, la quale viene supportata dal cinema hollywoodiano e dai sui portavoce. Quando in realtà, data la situazione dei diritti umani negli Stati Uniti, il governo nordamericano non è nella posizione adatta a ergersi come “giudice dei diritti umani” del mondo, né di collocarsi al di sopra di altri paesi oppure di divulgare rapporti sulla pratica dei diritti umani a scadenza annuale. Giorni fa l’ex presidente degli Stati Uniti e premio Nobel per la pace Jimmy Carter informò il New York Times riguardo alle violazioni dei diritti umani perpetrati dagli Stati Uniti, gli USA non hanno l’autorità morale per parlare di diritti umani. Il Nord America rappresenta il capitalismo selvaggio, che è agonizzante. Le politiche degli USA diventano sempre più aggressive e sanguinarie, arrivando al punto di trasformarsi in saccheggiatori che prendono senza limite, tutto quello che vogliono. Senza che gli interessi quante vite distruggono. Perché questi esseri umani sono stati demonizzati ed etichettati come terroristi. Inoltre secondo gli Stati Uniti, le innumerevoli vittime innocenti sono dei “danni collaterali”. Credo che il mio dovere sia quello di continuare a spiegare quello che è successo l’11 settembre in America. Raccontare la mia esperienza e quello che ho vissuto, sebbene contraddica la versione ufficiale, è un dovere, in quanto il governo USA è diventato un regime persecutorio che effettua una politica espansionista cruenta."

Tradotto da Silvia Cassanelli per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.21 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)