Diario dal Kossovo - 18 marzo 2004
diario del 18.03.04
Aggiornamento 1
Sono tornati i ragazzi da Klina.
Soprattutto Erica e Ilaria mi sembrano un po' preoccupate e agitate. Magari e' meglio che stiamo assieme tutti. E poi dobbiamo capire come organizzare per il rientro. Se andare per l'Albania davvero e se si chi di noi. L'idea e' che comunque vadano in 2, in modo da poter tornare assieme e non da soli. La preoccupazione e' che se aspettiamo magari poi le frontiere le chiudono e non si riesce a uscire, oppure non si riesce a tornare dentro.
Altra preoccupazione che ci e' venuta al momento e' che i coordinatori dei nostri centri al momento sono senza documenti perche' i passaporti li hanno all'ambasciata a pristina per fare i visti per i seminari prossimi. All'ambasciata ovviamente dicono di non andare li' a prenderli ora. Pero' non e' bello se dovessero dover uscire da qui... speriamo in bene...
Xhema ha una faccia preoccupatissima.
Per il resto tutto ok, direi.
Continua ad esserci luce.
Abbiamo comprato le ricariche del telefono cellulare kosovaro.
L'Euromarket (nostro vero termometro della tensione, quello che non ha chiuso nemmeno a capodanno o al bajram) e' di nuovo chiuso.
Tung! o Sdravo!
Paola (e gli altri)
p.s. ovviamente quando dicevo che non interessa a nessuno non intendevo voi! ma i giornalisti in generale.
Aggiornamento 2
NOI
Erica, Ilaria, Marco e Stefano sono arrivati. Erano al centro comunitario. Marco ha tenuto il corso di progettazione. Si sono organizzati per finire anticipatamente, in modo da tornare a Prizren con la luce. Sono partiti da poco da la’. Torneranno loro 4 piu’ Blerim, l’albanese che lavora con noi a Bica e Grabac (enclavi serbe) e che con loro si era fermato ieri li’ a dormire per sicurezza ieri sera. Gli abbiamo detto di togliere gli adesivi IPSIA dalla macchina.
E torneranno invece con la Palio lasciando a Klina il furgone blu perche’ la Palio ha la targa per attraversare le frontiere.
Per evitare Giakova hanno preso una stradina secondaria che e’ un po’ piu’ lunga e passa in mezzo ai paeselli. Siamo in contatto telefonico comunque
Gli altri siamo tutti qui a casa.
La situazione in Kosovo
Klina
Per le strade di Klina e’ in corso una manifestazione che inneggia all’UCK. Non sono tantissimi. I negozi sono chiusi. Per strada non c’e’ nessuno. “Rumors” dicono che la gente sia a Bica e Grabac.
Prizren In periferia dove siamo noi tutto e’ normale. Negozi aperti. Luce. Gente che lavora e gira. In centro a Prizren (abbiamo fatto un giro io e Pamela stamattina) c’e’ tanta gente. Al bar. Per le strade. E’ una “normalita’” cosi’ “normale” da essere ostentata e “innaturale”. C’e’ gente che sta al bar anche davanti a case che bruciano. Perche’ stamattina le case hanno ripreso a bruciare. Nuovi fuochi. Tra le case serbe della collina. Non c’e’ in giro polizia internazionale, ne’ militari, ne’ nessuno che da’ l’idea di poter controllare qualcosa. La gente entra nella Chiesa Ortodossa bruciata a guardare, prende oggetti... Alcuni ragazzini che sembrano rom corrono fuori dalle case della collina con televisori, stufe, aspirapolveri... Una donna anziana serba viene fatta salire in una macchina della polizia (locale). Intorno ragazzi dicono “vai a casa tua” e “serba!” (usano il termine dispreggiativo per farlo). Luan racconta che vicino a casa sua abita un serbo e a mezzanotte sono arrivati in tanti armati di bastone e volevano farlo uscire e perstarlo. Ci hanno messo molto tempo prima di smettere.
OSCE ha lasciato a casa tutti i suoi collaboratori locali. Pare che la gente di Prizren si stia organizzando per andare a SRETSKA (villaggio in parte serbo e in parte gorano). Si ritiene che questo sia abbastanza “pesante” perche’ dicono che Sretska e’ piena di armi e quindi se arrivano li’ ci sara’ scontro.
Pare ci sia caos a Prizren davanti alla Stazione di Polizia e dicono anche davanti a Ben Af (grande magazzino). Non si sa se sia vero, soprattutto il secondo.
Per le strade e’ tutto tranquillo. All’entrata di Krushe Vogel c’e’ un presidio dei militari turchi. Giravano un po’ di macchine della polizia e un po’ di ambulanze che andavano verso Gjiakova.
Le posizioni ufficiali
- Cooperazione Italiana a Pristina ha chiamato sul cell Stefano. Loro sono ancora a Pristina, ma l’ufficio e’ chiuso. Ci hanno lasciato tutti i numeri e se c’e’ qualcosa ci contattano. Sanno che siamo in contatto con l’Unita’ di Crisi.
- OSCE di Prizren. Siamo in contatto. Loro non si ritengono un bersaglio infatti il personale ONU di Prizren e’ stato trasferito in parte da loro e in parte negli “uffici regionali” (Pristina) dell’ONU.
- Kfor Italiana dice che la situazione e’ di calma apparente e di stare tranquilli ognuno a casa sua.
- La Polizia di Prizren consiglia alle ONG di fermare le attivita’ per 3 giorni e di stare a casa.
PROSPETTIVE FUTURE
Al momento noi non ci sentiamo in pericolo. Pero’ abbiamo la sensazione che la situazione possa mutare in brevissimo tempo e senza particolari preavvisi.
Vista la situazione abbiamo deciso di far rientrare in Italia quanto prima le ragazze di servizio civile e le stagiste.
Per questo abbiamo chiesto di verificare se ci sono voli disponibili tra i militari (l’aereoporto e’ chiuso e anche le frontiere, sono notizie ufficiali ma Xhema dice che lui sa che la frontiera con l’Albania e’ aperta).
Livia dice che i militari hanno dato disponibilita’ per il 23. Mandiamo il fax intanto. Pero’ verifichiamo anche altre possibilita’, se esistono. Mondi mi ha suggerito di tenere presente l’Albania e anche a me sembra una ottima idea. Soprattutto per le ragazze. Preferirei andassero prima del 23.
I NOSTRI PARTNER I NOSTRI CENTRI
Klina il centro e’ aperto. Si sono consultati e hanno deciso che non e’ ancora il caso di chiudere. Ma sono pronti a farlo se serve. Oggi si e’ tenuto il corso di progettazione con Marco che, nonostante il contesto, e’ andato bene.
Gjurgjevick non abbiamo ancora notizie. Marco chiamava e poi ci diceva.
Perspektiva 4. idem
Ortakoll Ieri il centro ha interrotto le attivita’ dei giovani per “partecipare al lutto” per i morti di Mitrovica. Oggi il centro e’ chiuso. I facilitatori gorani e turchi che domani dovrebbero partecipare al corso a Krushe Madhe sono venuti a chiedere come organizzare il passaggio in macchina.
Krushe e Madhe Il coordinatore ha chiamato per annullare l’incontro di stasera sull’associazionismo perche’ c’e’ troppa tensione e tutta la gente e’ stressata e traumatizzata dai fatti passati.In ogni caso noi avevamo pensato che non era il caso di andare perche’ e’ buio. Il vice coordinatore dice che la situazione e’ tranquilla invece. Che i negozi sono aperti e anche il centro.
Bresane UNMIK ha organizzato un meeting in Comune per parlare della situazione. Ma e’ tutto tranquillo. Nessuna protesta, nessun episodio. Sia Mestekna che il centro di Bresane sono tranquilli e dicono che il loro e’ il posto piu’ sicuro del Kosovo!
Restelica il centro e’ aperto. Tutto tranquillo.
Aggiornamento 3
Mondi e Paolo Ricotti ci hanno chiamato ora perche' le agenzie dicono che c'e' stata una forte esplosione a Prizren e scontri davanti al palazzo ONU e alla polizia con lancio di lacrimogeni per disperdere la folla.
Se ho capito giusto perche' si sentiva molto male.
Noi siamo in periferia.
Ma comunque da qui non abbiamo sentito nessuna forte esplosione.
Rispetto al palazzo dell'ONU questa mattina aveva dei vetri rotti per lanci di sassi. su oggi pomeriggio non si e' sentito nessuna altra notizia.
Rispetto alla sede della polizia invece anche qui si parlava di scontri. quando le persone da Klina sono arrivate hanno detto che c'erano sassi a terra e segni di uno scontro che c'era stato in precedenza ma ormai poche persone li'.
Dopo non sappiamo bene cosa sia successo.
L'impressione su ora, tutto chiuso di nuovo e poca gente in giro nella periferia, e' che ci siano di nuovo manifestazioni in corso anche a prizren. e che la citta' sia di nuovo mobilitata.
Pero' non si vedono nuove colonne di fumo ne' si e' sentito nulla in particolare.
Solo qualche sirena (ma poche) che passavano.
Da qui per ora e' tutto.
Quando torniamo a casa proviamo a sentire radio e tv.
18.3.2004 verso sera…
Ore 18.00
Arriva il buio. Siamo tutti a casa. Sentiamo Xhema al telefono. Dice che tutto è tranquillo in città ora. Hanno fatto dei piccoli scontri davanti al ristorante Sharri (tra casa nostra e il centro comunitario di Ortakoll). Nulla di grosso, manifestanti dispersi dalla polizia.
Ore 18.30
Un gruppetto di manifestanti passa davanti al nostro ufficio. Sono pochi. Con bandiere rosse. Inneggiano UCK. E rompono un po’ le scatole ai negozietti che sono aperti. Ma passano in fretta. Noi comunque spegniamo la luce dell’ufficio e andiamo al piano di sopra. Per precauzione.
Ore 18.40
L’Euromarket riapre. Non si sa quanto dura e pare ci sia un po’ fila per cui si decide di fare scorta. Pasta, formaggio, riso, cose utili, ma anche biscotti, gomme, caramelle e sfiziosità varie.
Ore 19.00
Erica chiama i militari italiani di Klina. Su Bica e Grabac dicono che sono stati trasferiti con l’elicottero in un posto X. Non possono dire quale perché il telefono potrebbe essere controllato. Comunque stanno bene e i militari italiani proteggono le loro case. Dicono.
Su di noi i militari dicono che non è il caso di preoccuparsi. I dati su ciò che è accaduto in questi giorni non sono ancora definitive quindi… Comunque se ci sarà bisogno di intervento loro dicono che non c’è problema, li chiamiamo al telefono, loro chiamano i loro amici militari di Prizren, dicono loro che siamo loro amici e quindi ci salveranno di certo.
Ore 19.10
Telegiornale TG3. Il Kosovo è la prima notizia. Ma la notizia è distorta. Sembra una cosa nata da bambini. Poi fanno vedere i giornali kosovari parlando di Giornali di Belgrado.
Ore 19.15
SMS da Silvia. Ad Assopace a Mitrovica hanno distrutto la macchina.
RTM erano andati a prendere AnnaMaria a Pristina (stesso volo di Pamela) e non sono più riusciti fino ad oggi a rientrare a Klina. Alessandra era a Ferizaj fino alle 3 di stanotte. Dice che lì si sparava. Alida, ex servizio civile che si fermerà fino a giugno, è a Klina, e anche Matilda. Non sappiamo cosa pensano di fare.
Besa TV trasmette un film americano (con sottotitoli in albanese).
RTK un documentario.
TV Prizren
Ore 19.20
TG sul Kosovo della BBC
Collegamento con padre Sava di Decani. Parla di Pogrom. Parla di distruzione delle chiese. Hanno informazioni dalle diverse parti del Kosovo. Dice che i serbi vengono presi ed uccisi nelle loro case. Mitrovica poi è completamente non protetta dalla Kfor. Perché ora, gli chiede l’intervistatore. Risponde che le persone sono armate. Che stanotte il monastero è stato oggetto di una granata. Avete UNMIk e Kfor, chiede l’intervistatore. Secondo padre Sava quello che è accaduto non è un caso. Le azioni erano coordinate per avvenire in tutto il Kosovo assieme.
Ore 19.30
SMS da Silvia. Dice che Kostunica ha definito come guerra la situazione in corso.
Ore 19.40
Telefonata da RTM. Loro al momento non hanno servizi civili, solo due obiettori di coscienza. Pensavano di far rientrare solo una persona, perché doveva già tornare per motivi suoi. Se non riescono in altro modo e se noi decidiamo di andare in Albania potrebbero chiederci un passaggio.
Ore 19.45
Telefonata da Xhema. Ha sentito la frontiera con l’Albania dove a quest’ora c’è un suo parente. La frontiera è aperta anche stanotte e sarà aperta anche domani. In ogni caso ci assicura che se abbiamo bisogno ci assicura che ci farà uscire anche se le frontiere dovessero essere chiuse. Ci consiglia di non partire comunque stanotte e noi siamo d’accordo. Sulla situazione di Prizren in generale non ha novità. Dalle sue parti è tutto tranquillo. Lo tranquillizziamo anche noi sulla nostra zona. Ci sentiamo più tardi.
Ore 19.50
RTK manda il telegiornale. Un servizio da ogni città. Su Prizren si vedono ancora le immagini delle case che bruciano e della gente che inneggia all’UCK. Ma anche una persona (non sappiamo chi sia) che tiene un comizio. Dice che i serbi hanno osato bloccare il centro del Kosovo e ora devono pagare e andarsene.
Ore 20.00
Vediamo il TG italiano. Certo che se queste notizie arrivano in Italia così tutti si spaventeranno. Infatti il telefono ricomincia subito a suonare, parenti, amici… Io, Pamela, Stefano e Marco ci ritroviamo. Decidiamo di far rientrare le ragazze domani. Cerchiamo di decidere come è meglio organizzarsi. Chi va (con il rischio di ritrovare le frontiere chiuse e non poter rientrare). Chi resta. Se andare con la macchina (con il rischio che resti fuori, o con il rischio che si rompa sulle strade di Albania, o con il rischio che stanchi si faccia qualche incidente). Alla fine decidiamo per i due uomini (Marco e Stefano). E per andare in pullman. Xhema recupera informazioni e riusciamo anche ad evitare di pagare un aereo e ripiegare sul traghetto.
Ore 21.00
Lo diciamo alle ragazze. Cala il silenzio. Nessuna vorrebbe andare. Tutte vogliono l’assicurazione di poter tornare. Quando le cose saranno più a posto.
La notte passa tra preparativi, messaggi e telefonate. E poi si va a dormire abbastanza presto. Che domani ci si alza alle 6.30 Dall’Italia arrivano notizie su altre chiese bruciate e sul posto dove forse sarebbero i serbi di Bica e Grabac. Tutto tranquillo, più o meno.
Ci sentiamo un attimo io e Pamela. E noi che restiamo? Che facciamo? Manteniamo il programma dei seminari o li annulliamo? Non è facile decidere. Da una parte c’è la voglia, non solo nostra ma di tutti, di fare finta che tutto sia normale. Dall’altra c’è la consapevolezza che non è così. Alla fine decidiamo di annullare. Non tanto per motivi logistici quanto perché in questi giorni né noi né loro abbiamo la testa per ragionare veramente sul futuro delle associazioni.
http://www.acli.it/ipsia.htm
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