Una buona alternativa alla guerra (tra le tante possibili)
La Siria accoglie l'offerta della Russia di mettere le sue armi sotto il controllo internazionale
"Damasco accoglie l'invito della Russia di consegnare le armi chimiche per il bene della comunità internazionale" il Ministro degli Esteri siriano ha così risposto alle dichiarazioni di Sergey Lavrov, dopo che questi ultimi si erano incontrati a Mosca.
"La Repubblica Araba della Siria dà il benvenuto all’iniziativa russa, basata sulla cura dei cittadini siriani da parte del governo, sulla vita del nostro popolo e sulla sicurezza del nostro paese", ha affermato il Ministro degli Esteri siriano, Walid al-Muallem, in risposta al suo omologo russo.
"Chiediamo alle autorità siriane di depositare le armi chimiche e di permettere all'Onu di mettere sotto controllo i suoi arsenali chimici in vista di una loro distruzione e pertanto di aderire all'Organizzazione per la Proibizione delle Armi chimiche (OPAC)", aveva detto in precedenza il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha richiesto misure idonee atte a fornire un deposito sicuro per le armi chimiche e la distruzione dell’arsenale siriano.
"Sono sicuro che la comunità internazionale prenderà misure rapide al fine di garantire che le riserve di armi chimiche siano trasferite in un luogo sicuro e pertanto che vengano distrutte", ha affermato Ban Ki-moon.
La Gran Bretagna ha risposto al confronto tra la Russia e la Siria, affermando che per quest’ultima il trasferimento delle armi chimiche non debba essere utilizzato come una "tattica di distrazione".
"Aldilà della supervisione internazionale, se la Siria dovesse depositare le armi chimiche, chiaramente, questo sarebbe un grande passo avanti", Cameron ha pronunciato queste parole di fronte al Parlamento: "Dobbiamo essere vigili e attenti, ed assicurarci che questa non sia una tattica di distrazione per discutere di qualcos’altro, piuttosto dobbiamo intavolare il problema e cercare di risolverlo."
David Cameron ha anche sottolineato che il conflitto siriano può essere risolto soltanto con "metodi politici".
Il Primo Ministro inglese ha ribadito che l'unico modo per porre fine al conflitto in Siria è quello di elaborare una decisione politica pacifica, aggiungendo che tramite una soluzione di questo tipo la Siria conoscerà la stabilità e la democrazia.
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Tradotto da Francesca Grassia per PeaceLink . Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.
Dall'avv. Joachim Lau (IALANA-Italy) ecco alcune considerazioni che potrebbero allineare ai percorsi del diritto internazionale la crisi provocata dall'uso delle armi chimiche.
“Il Sig. Assad potrebbe assumersi la responsabilità che qualcuno abbia utlizzato armi chimiche nel conflitto interno del suo Paese, sia per l'imperizia della sua organizzazione militare, sia per un errore di comando, sia per il mancato controllo sul suo territorio, e la Siria potrebbe mettersi a disposizione di pagare un risarcimento danni alle famiglie colpite da questo crimine, promettendo l'apertura di indagini sulla responsabilità penale delle persone sotto la sua amministrazione e dichiarando inoltre di volere fare tutto il possibile che tale crimine non si ripeta.
Di conseguenza si potrebbe avviare una procedura dinanzi alle Autorità competenti dell'Aja e decadrebbe qualsiasi pretesto per un intervento punitivo militare (che non esiste nel diritto internazionale) da parte degli americani, e nemmeno ci sarebbe spazio per un intervento da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in quanto non sussisterebbe più - se mai - un imminente pericolo o una minaccia per la pace.“
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