"Damasco ha usato il gas sarin"
"dal regime e dai suoi complici" in almeno uno dei due casi che il governo
francese ritiene accertati: lo ha affermato il ministro degli Esteri di
Parigi, Laurent Fabius, intervistato dall'emittente televisiva France 2.
Ma siamo sicuri che Fabius dica la verità e sia abituato a dirla?
Non tutti sanno infatti chi è il socialista Laurent Fabius.
Fabius fu costretto infatti a dimettersi per lo scandalo della bomba
piazzata dai servizi segreti francesi sulla nave di Greenpeace Rainbow
Warrior. Fabius allora era capo del governo francese. Un governo "di
sinistra" che si è reso responsabile dell'affondamento di una nave di
pacifisti che lottavano contro il nucleare.
La storia è in breve questa.
Era la notte del 10 luglio 1985 e la Rainbow Warrior si trovava nelle
acque della Nuova Zelanda, diretta verso l' atollo di Mururoa, il centro
di sperimentazione nucleare francese nell'arcipelago polinesiano.
Obiettivo di "Greenpeace" era quello di attirare l'attenzione mondiale
sulla sperimentazione della bomba a neutroni.
Durante la sua missione pacifica, la nave di Greenpeace è colpita da
esplosioni di dinamite e un fotografo muore. Si chiamava Fernando Pereira,
era a bordo della Rainbow Warrior. Fernando perde conoscenza dopo la
seconda esplosione e annega.
Fernando Pereira è ricordato qui
http://www.greenpeace.it/rainbow/fernando-pereira.html
L'inchiesta mostra la responsabilità dei servizi segreti francesi,
costringendo il ministro della Difesa Charles Hernu a dimettersi il 20
settembre. Due giorni dopo Laurent Fabius - primo ministro del governo di
allora - ammette pubblicamente la responsabilità dei servizi segreti
nell'attentato.
Gli agenti del servizio segreto francese DGSE nel 1985 avevano ricevuto da
Parigi l'ordine di neutralizzare la Rainbow Warrior per evitare che
Greenpeace fosse in grado di organizzare altre azioni di protesta a
Moruroa e interferire, di conseguenza, con il programma francese di test
nucleari.
I due agenti dei servizi segreti responsabili dell'omicidio avrebbero
dovuto scontare una pena carceraria di 10 anni in Nuova Zelanda, ma
restarono nell'isola per soli 3 anni e quando tornarono in Francia furono
accolti come degli eroi, ricevendo persino delle medaglie.
Non credo che occorra commentare.
Mi chiedo solo perché ci fidiamo di personaggi come Fabius che - senza che
esse siano state mostrate ai giornalisti - dice di avere le prove delle
responsabilità del regime di Damasco nell'attacco chimico.
Non è secondario segnalare che l’ex Procuratore del Tribunale penale
internazionale Carla Del Ponte (fa oggi parte della commissione
indipendente d'inchiesta sulla Siria del Consiglio ONU sui diritti umani,
costituita ad agosto del 2011) nel mese di maggio aveva esternato i suoi
sospetti sull'utilizzo di armi chimiche da parte degli insorti
(http://www.notiziegeopolitiche.net/?p=28108).
La Del Ponte ha dichiarato che “i nostri ispettori sono stati nei Paesi
vicini a intervistare vittime, medici e negli ospedali da campo",
aggiungendo però che ad “oltrepassare la linea rossa” indicata dal
presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, “sono stati i ribelli,
l’opposizione, non le autorità del governo siriano”.
Alessandro Marescotti
www.peacelink.it
Per saperne di più su Fabius e il suo passato
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