Conflitti

News dalla Palestina

24 aprile 2003
Rosarita Catani

“ Truppe israeliane in forze, irrompono stamattina, nel Beir Zeit ed aprono
il fuoco su numerosi studenti, molti di loro sono gravemente feriti,
Al-Jazeera reported .."

JENIN, West Bank ­Mentre si cerca di risolvere il dilemma tra il Presidente
Yasser Arafat ed il nuovo primo ministro, l’occupazione israeliana,
continua il suo lavoro di “frammentazione” dei Palestinesi. Oggi sono
entrati nell’ospedale della West Bank in Janin, arrestando tre membri del
movimento
di resistenza della Jihad islamica.

Aissar Atrash, di 22 anni, considerato uno dei più importanti leader del
gruppo di resistenza è stato arrestato in ospedale dove era stato
ricoverato due giorni prima a seguito delle ferite riportate dopo un raid
israeliano sulla città.

Altro membro della Jihad Izad Zawadra, d’anni 24, che era ricercato dalle
forze israeliane e ricoverato in un altro ospedale della città, è stato
arrestato dalle forze israeliane.

Il terzo membro della Jihad era Anas Shraideh, di 21 anni, originario
d’Al-Khalil (Hebron) nel sud. Studiava all’Università d’An-Najah a Nablus.

Intanto, continuano le trattative diplomatiche per mettere fine alla
resistenza tra Yasser Arafat ed il suo primo ministro Mahmoud Abbas (Abu Mazen)

Il capo dell’intelligence egiziano, Omar Suleiman, era oggi nell’ufficio di
Yasser Arafat per risolvere la crisi tra lui e Abbas.

Abbas sostiene che il cuore del problema è che Arafat non vuole essere
relegato ad un mero ruolo simbolico.

Il Palestine Report’s del Media Center Comunications in Gerusalemme, ha
istituito un sondaggio per sentire l’opinione pubblica palestinese.

Dal sondaggio è risultato che il 36% dei palestinesi non ha fiducia in
nessuno, ma quando gli si domanda a quale partito politico pongono la loro
fiducia, il 22,6% ha nominato Fateh, il rimanente 22% gradisce Hamas.

Per quanto concerne la crisi politica ed il nuovo governo in formazione, il
68% degli intervistati ha dichiarato che Mahmoud Abbas è il diretto
risultato delle pressioni esterne, mentre il 43% ritiene che non avrà alcun
effetto sulle correnti riforme.

Il 45% dei Palestinesi intervistati ritiene che il processo di pace passerà
attraverso difficili condizioni ed un non chiaro futuro, almeno il 49%
invece prevede che i negoziati cederanno posto a “Al Aqsa” e l’Intifada
continuerà.

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