Dal 1 maggio "Diario da Kabul, la citta' dimenticata"
"Diario da Kabul, la citta' dimenticata"
A partire dal 1 Maggio 2003 sul sito di informazione dell'Associazione
Peacelink (www.peacelink.it) sara' on line uno Speciale dedicato
all'Afghanistan in cui ogni giorno saranno pubblicate le lettere inviate da
Luca Lo Presti, presidente della Fondazione Pangea Onlus, che insieme alla
fotografa e ricercatrice Stefania Scarpa sara' a Kabul per seguire l'avvio
del progetto Jamila, promosso da Pangea insieme all'associazione locale
HAWCA (Humanitarian Assistance for Women and Children of Afghanistan).
Il progetto coinvolgera' 100 donne, mendicanti e prostitute, che vivono
nelle strade di Kabul e della sua periferia offrendo loro un percorso di
alfabetizzazione e formazione professionale attraverso lo strumento del
microcredito, cercando cosi' di condurre le donne a creare delle piccole
attivita' di generazione di reddito.
Nell'arco di tre anni, durata prevista del progetto, si costituiranno
cooperative e casse di quartiere per la gestione del risparmio e del
credito, in modo da rendere le donne stesse economicamente autonome.
In questo momento in cui i media internazionali sono concentrati sui nuovi
scenari di guerra mediorientali, questo "Diario da Kabul, la citta'
dimenticata" vuole essere una testimonianza diretta da parte di un
operatore che da piu' di vent'anni viaggia e lavora nei Paesi del Sud Asia
e ci trasmettera' il calore, il dramma e la quotidianita' di una citta' e
di un Paese che stanno faticosamente cercando di uscire dall'incubo di
oltre venticinque anni di guerre.
Per informazioni e interviste:
Aldo Daghetta
Ufficio Stampa Fondazione Pangea Onlus
Tel: 02/733202
Cell: 347/0127422
Sede Legale: Via Boschetti, 6 - 20121 Milano - C.F: 97321620151 -
Sede Operativa: Via Archimede, 127 - 20129 Milano - Tel/Fax: (0039) 02/733202
Internet: http://www.pangeaonlus.org Email: info@pangeaonlus.org
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SCHEDA DI APPROFONDIMENTO SUL PROGETTO JAMILA
PROGETTO JAMILA: CENTRI PER DONNE MENDICANTI
DIAMO UN FUTURO ALLE DONNE DELL'AFGHANISTAN
ATTRAVERSO L'ISTRUZIONE E IL MICROCREDITO
LO SCENARIO
Dopo oltre vent'anni di guerra che hanno causato milioni di profughi,
l'Afghanistan ricomincia a ripopolarsi, a iniziare dalla sua capitale,
Kabul. Da aprile a luglio 2002 circa 2 milioni di persone sono rientrate,
nella speranza di un futuro migliore. In soli quattro mesi la popolazione
e' passata da 1 a circa 3 milioni di abitanti.
Kabul e' la citta' piu' grande dell'Afghanistan; attualmente molti
operatori della cooperazione internazionale vi lavorano e i militari
dell'ISAF proteggono il territorio cittadino e la periferia circostante.
Proprio a causa della presenza di cosi' tanti stranieri, nell'area circola
molto piu' denaro che nelle altre province del Paese. Quest'apparente
ricchezza attrae in citta' le persone piu' disperate, soprattutto donne.
Sono vedove o semplicemente donne abbandonate; spesso sono madri e hanno in
media dai due ai cinque figli. Inutile sottolineare che non trovano lavoro
perche' analfabete, perche' troppo segnate dalle fatiche della loro
esistenza e quindi "impresentabili", perche' la cultura afghana e' ancora
troppo misogina e influenzata dagli ultimi dieci anni di fondamentalismo.
Camminando per Kabul si possono incontrare file di donne sedute per terra a
mendicare; a volte girovagano per la strada, seguono gli stranieri,
chiedono "bashish", l'elemosina. Molto spesso sono costrette a prostituirsi
per dar da mangiare ai loro figli.
IL PROGETTO
La Fondazione Pangea Onlus e HAWCA (Humanitarian Association for Women and
Children of Afghanistan) hanno deciso di dare una concreta possibilita' di
riscatto alle donne mendicanti attraverso un progetto di microcredito.
L'obiettivo del progetto e' innanzitutto quello di coinvolgere 100 donne,
mendicanti e prostitute, che vivono nelle strade di Kabul e della sua
periferia e offrire loro un percorso di alfabetizzazione e formazione
professionale. Quest'ultima, attraverso lo strumento del microcredito,
vuole condurre le donne a creare delle piccole attivita' di generazione di
reddito; nell'arco di tre anni (la durata prevista del progetto) si
costituirebbero cooperative e casse di quartiere per la gestione del
risparmio e del credito, in modo da rendere le donne stesse economicamente
autonome.
Durante il periodo di formazione le "allieve" riceveranno anche
un'assistenza sanitaria. Dato che il progetto sara' seguito direttamente da
HAWCA, si procedera' sottoponendo 5 donne dello staff a un periodo di
training sulle tematiche legate alla microfinanza, in modo da poter seguire
con professionalita' e competenza in materia le altre donne mendicanti.
Durante il primo anno di corso (della durata di 9 mesi), le 100 donne
apprenderanno a leggere, scrivere e a fare di conto, ma saranno anche
introdotte alle tematiche relative al rispetto dei diritti umani
fondamentali, in modo da favorire una presa di coscienza di quelli che sono
i loro diritti, in quanto individui e donne, e dell'importanza del rispetto
degli stessi, quale base imprescindibile sulla quale costruire la nuova
societa' afghana.
Per incentivarle a frequentare il corso e aiutarle a sostenere la famiglia,
ogni donna ricevera' mensilmente un pacco alimentare, sufficiente a nutrire
una famiglia di cinque persone. Al termine del primo anno scolastico, in
base alle capacita' professionali di ciascuna e attraverso il microcredito,
ogni donna ricevera' cinque galline, o una macchina da cucire, o ancora
semi per l'orto. In tal modo, assistite dallo staff di Hawca che seguira'
direttamente il progetto, esse potranno avviare una piccola attivita' e
saranno aiutate poi nella commercializzazione dei loro prodotti. Attraverso
il ciclo di produzione e vendita, acquisiranno autonomia economica e una
sempre maggiore fiducia in se stesse.
Nel secondo anno, si insegnera' loro a creare piccoli gruppi per la
gestione dei crediti e la raccolta dei risparmi, fino ad associarsi in
cooperative. Inoltre si introdurra' anche un lavoro di sostegno psicologico.
Il centro per le donne sara' aperto la mattina e il pomeriggio, un giorno a
settimana fornira' assistenza e cure mediche e ginecologiche. Costituira'
anche un punto di riferimento per tutte le necessita' che si verranno a
creare durante il loro percorso di formazione.
Al termine del secondo anno, sulla base delle loro necessita', la scuola
potra' organizzare un lavoro piu' approfondito sia dal punto di vista della
preparazione scolastica, sia nella gestione della microimpresa, con la
creazione di stock di magazzino per la produzione e, nel caso, favorendo la
commercializzazione dei prodotti artigianali attraverso le botteghe del
commercio equo e solidale che si trovano in Italia.
Alla fine dei tre anni di corso le donne saranno economicamente autonome e
potranno a loro volta coinvolgere altre donne mendicanti.
HAWCA avra' aumentato la propria esperienza nel settore del microcredito e
acquisito il know-how necessario ad ampliare il progetto sul territorio
afghano.
IL PARTNER DEL PROGETTO
Hawca (Humanitarian Assistance for Women and Children of Afghanistan) e'
un'organizzazione non governativa afghana che dal 1999 opera per dare
assistenza alla popolazione, in particolare alle donne e ai bambini. Prima
dell'11 settembre organizzava clandestinamente, in Afghanistan e in
Pakistan, corsi di alfabetizzazione e igiene di base per donne e bambini/e,
distribuiva cibo ai profughi afghani in Pakistan, forniva cure mediche,
gestiva dei piccoli centri di generazione reddito. A settembre del 2002
HAWCA ha potuto uscire dalla clandestinita' e riaprire l'ufficio a Kabul.
Nell'ufficio dell'organizzazione chiunque puo' entrare e farsi aiutare per
compilare un scheda, con la quale chiedere aiuto e proporre idee. Proprio
parlando con la direttrice dell'associazione e raccogliendo le richieste di
aiuto provenienti dalle donne mendicanti, la fondazione Pangea ha pensato
di creare il progetto Jamila.
DALLE DONNE UN NUOVO AFGHANISTAN
Le donne afghane hanno patito sofferenze inaudite, inflitte loro solo per
il fatto di essere donne. I soprusi dei fondamentalisti non hanno avuto
tregua negli ultimi dieci anni e hanno lasciato profonde cicatrici sui
copri e nelle loro menti della popolazione femminile dell'Afghanistan.
Pangea Onlus ritiene che in Afghanistan un progetto di sviluppo non puo'
prescindere dall'educazione al rispetto dei diritti umani, unico strumento
che contribuisca a generare una cultura di pace tra la popolazione. Le
donne possono diventare le protagoniste nella ricostruzione di una nuova
societa' afghana fondata sui principi del rispetto comune e dei diritti umani.
Questo progetto mira a restituire una vita dignitosa alle donne mendicanti
e prostitute che hanno avuto meno fortuna di altre, e a creare una rete di
solidarieta' tra le donne stesse, indipendentemente dalla loro appartenenza
etnica e religiosa.
La Fondazione Pangea e Hawca forniranno a queste donne gli strumenti
affinche' loro stesse possano ricostruirsi un futuro con i propri figli,
per i propri figli.
I costi di gestione del progetto ammontano a 127.000 Euro l'anno.
SUL CC BANCARIO N. 511660 - INTESTATO A FONDAZIONE PANGEA ONLUS c/o BANCA
ETICA, FILIALE DI MILANO, ABI 05018 - CAB 01600
O SUL c/c POSTALE N. 36682953 INTESTATO A
FONDAZIONE PANGEA ONLUS VIA BOSCHETTI, 6 - 20121 MILANO
CAUSALE: PROGETTO JAMILA
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