Pangea a Kabul!
L'arrivo a Kabul sorprende sempre, le montagne sbucano dalle nuvole di
punto in bianco, quasi si appoggiano alle ali dell'aereo e all'improvviso
ti rendi conto di essere arrivato.
L'accoglienza e' come sempre meravigliosa, gli amici ti vengono a prendere
e ti sembra di essere tornato a casa dopo un lungo viaggio, dopo una
assenza di lavoro. I saluti sono sempre gli stessi,..., la cosa che ogni
volta mi manca pero' sono gli abbracci....qui e' vietato!!
La citta', il vento, la polvere che si alza in turbinii incredibili e ti
porta a non distinguere cose e persone, tutto dello stesso color sabbia!
La vita e' apparentemente "normale", donne in burqua, uomini barbuti e
militari!
I segni della guerra sono ancora evidenti, non solo per la presenza
massiccia di militari di ogni nazionalita', ma soprattutto per le macerie
ancora presenti ovunque che si confondono con altre macerie, resti di altri
bombardamenti.
Un popolo che convive con i fori delle pallottole nelle mura di casa da
piu' di 20 anni e' un popolo duro, restio a credere che questa sara' la
volta buona, restio a pensare che sarai proprio tu a far si che la loro
vita possa cambiare...ti guardano e sanno che potranno portarti via qualche
dollaro in cambio di merce che si ricordano piacere agli occidentali,
qualcuno si ricorda e ci racconta di quando negli anni 70 arrivavano a fare
feste meravigliose tantissimi italiani. Qualcuno conosce qualche parola di
italiano e la usa per fare colpo....che nostalgia di quei giorni ha negli
occhi, tutti qui hanno nostalgia degli alberi di mandorlo e dei pic
nic...pensiamo anche di poterne fare di gite "fuori porta" con loro, ma ci
avvertono che "I signori della Guerra" presidiano tutta la cinta della
citta' ed e' sconsigliato avventurarsi a fare pic nic!
Certo, qualche organizzazione internazionale ha piantato degli alberi, ma
l'interrogativo nelle menti e nei sussurri di tutti e': avranno il tempo di
crescere?!
Macchine con i vetri oscurati girano inquietanti, quali disegni si stanno
preparando per l'Afghanistan?
Quale considerazione per gli Afghani in questi disegni?
In mezzo a tutto ció ci ritroviamo a pensare a cosa Pangea puó fare, cosa
puó fare in questo posto cosí pieno di Ong, Ong potenti e grandi che hanno
progetti ricchissimi....
Pangea cosa puó fare...questa e' la domanda?!!
La risposta?.....TANTISSIMO!!
Pangea e' diversa, volete sapere perche' ....bhe' basta questo dettaglio
che puó sembravi insignificante: io, Stefania e Simona, la nostra
bravissima responsabile del Progetto Jamila, siamo gli unici qui ad avere
AMICI afghani!
Occorre che vi dica altro?!
Oggi e' venerdí, e' festa, non si lavora e ci prendiamo un pó di tempo per
noi, pranziamo con altri stranieri e parliamo del piú e del meno.....seduti
in un prato. Simona ci guarda e con titubanza ci dice: "sapete, i soldi
che mi avete dato per lavorare qui....bhe' ...sono stata con Orzala da una
signora poverissima, una donna che per HAWCA insegna ai bambini piccoli, ha
un tumore, aveva un bambino in braccio malato di leucemia e lo stanno
curando, ma costa... e io le ho dato 400 euro...le basteranno per un anno!".
Bene, PANGEA e' questo!
Certo, un´organizzazione seria non lo avrebbe mai fatto, ma noi non siamo
un´organizzazione seria, noi siamo GENTE seria!!
Questi 400 euro, certo, per noi sono piú che per un´altra ong e non era
prevista questa spesa, ma come avremmo potuto voltarci dall'atra parte?
Troveremo ancora fondi e daremo altri 400 euro a questa donna anche per il
prossimo anno, organizzeremo "adozioni" a distanza per donne come lei che
hanno Bisogno!
Questo e' il nostro compito, rispondere ai Bisogni delle persone: fare
progetti a lungo termine, ma essere flessibili e capaci di rispondere anche
a breve termine, rispondendo ai Bisogni reali e dando risposte anche immediate!
E' solo il secondo giorno in Afghanistan e non possiamo fare analisi, ma
certo per noi e' come essere tornati a casa e aver trovato le cose in
disordine, la voglia di sistemare prima di andare a dormire e' tantissima!
Vi faremo sapere i prossimi giorni!
A presto Luca Stefania e Simona
lettere inviate da Luca Lo Presti, presidente della Fondazione Pangea
Onlus, che insieme alla fotografa e ricercatrice Stefania Scarpa sara' a
Kabul per seguire l'avvio del progetto Jamila, promosso da Pangea insieme
all'associazione locale HAWCA (Humanitarian Assistance for Women and
Children of Afghanistan)
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