Conflitti

ISRAELE “NOI ABBIAMO IL DIRITTO D’UCCIDERVI SE VISITATE GAZA”

12 maggio 2003
Rosarita Catani

-PALESTINA

ISRAELE “NOI ABBIAMO IL DIRITTO D’UCCIDERVI SE VISITATE GAZA”

Le forze israeliane stilano un documento distribuito agli stranieri
rappresentanti diplomatici. Il documento, intitolato “Compilazione del
modulo e sua presentazione all’Autorità prima di entrare nella Striscia di
Gaza”, è obbligatorio per tutti gli stranieri che intendono passare per Gaza.
Il documento è principalmente indirizzato a pacifisti stranieri associati
con l’interntional Solidarity Moviment, il gruppo menzionato nel documento,
od a qualsiasi altro gruppo non violento che promuove dirette azioni per
fermare la violenza dei soldati israeliani nei confronti della popolazione
civile e le loro proprietà nella Striscia di Gaza.

Cercando di scansare la responsabilità legale d’Israele per la violenza
diretta ad attivisti che stanno riconoscendo le azioni illegali d’Israele
nella Gaza occupata, il documento assume le seguenti responsabilità che
devono essere sottoscritte:

” Io sono consapevole dei rischi che corro ed accetto che il Governo dello
Stato d’Israele ed i suoi organi non possono essere ritenuti responsabili
per la morte, ferimento e/o danno/perdita di mia proprietà, la quale può
essere incorsa come un risultato delle attività militari”.

In sostanza il documento dichiara: “Noi possiamo uccidervi se visitate Gaza”.
Le nuove misure supplementari tendono a teneri lontani tutti le persone
internazionali dall’area di Gaza. “L’Area d’Installazione Militare lungo il
confine con l’Egitto”, ha stilato il testo: “E’ amministrazione del
territorio Israeliano ed è strettamente vincolata per gli stranieri. Per
piacere tenete presente che quest’area è stata teatro d’intense ostilità ed
è veramente pericolosa”.

L’area descritta sopra è Rafah, una città palestinese di circa 130.000
abitanti a sud del confine dove Gaza incontra l’Egitto. Circondata da molti
campi profughi, Rafah è un’area molto povera ed ha visto la nascita di una
delle più violente repressioni Israeliane durante l’Intifada. Descriverlo
come “il luogo d’intense ostilità” è come far capire che vi è una Guerra in
atto tra le due forze. La realtà è di tenere ognuno lontano da posto, con
Israele che continua a sparare alle case dei civili le quali sono
puntualmente rase al suolo dai bulldozer, giorno dopo giorno, nei quali i
civili sono stati uccisi senza che vi fosse alcun motivo od un attacco in
corso.

Gli effetti di questa sequenza di chiara istanza d’eccessiva ed illegale
uso della forza viola le posizioni internazionali, che hanno aperto gli
occhi alle impunità che gli atti d’Israele commettono nei territori
occupati. Questo è chiaro anche ad Israele, che non vuole che qualcuno
continui a vedere, da qui le condizioni per entrare a Gaza.

La Legalità della dichiarazione

La dichiarazione che viola i diritti fondamentali dell’uomo o attende di
essere abrogata poiché non ha validità per la legge internazionale, e sono
anche forme di coercizione. In questo caso, l’artt. 19 e 20 della
Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo statuisce:

“Ognuno ha il diritto e la libertà di esprimere la sua opinione, questo
include la libertà d’opinione senza interferenze, ricevere ed impartire
informazioni ed idee…….Ognuno ha il diritto di libertà di costituire
associazioni e riunirsi in pacifiche assemblee”.

Questo include il diritto ad associazioni individuali come l’ISM, visitare
i suoi membri, ed essere osservatore………”

Inoltre la quarta Convenzione di Ginevra, sancisce che Israele è Occupante
e deve provvedere alla protezione dei civili ed è la sola responsabile per
le azioni della sua forza nei territori occupati, Diritti Umani, hanno
statuito che la prima sentenza della Dichiarazione Universale dei diritti
dell’Uomo è inalienabile ed il suo concetto deve essere rispettao dalle
leggi internazionali.

Note: Rosarita Catani e' una reporter indipendente che invia i suoi
resoconti da Amman, Giordania, raccontando da un punto di osservazione
privilegiato cosa accade in Iraq e in medio oriente. I suoi report -
pubblicati regolarmente sul sito www.peacelink.it - sono utilizzabili
liberamente previa citazione della fonte e dell'autrice
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